Inoltre possono finanziare anche piani formativi individuali, nonché ulteriori attività propedeutiche o comunque connesse alle iniziative formative e dal 2011 (Legge n.148 del 14/09/2011) i piani formativi possono coinvolgere anche i lavoratori con contratti di apprendistato e a progetto.
I Fondi interprofessionali rappresentano la principale novità del sistema delle politiche per la formazione dei lavoratori e, progressivamente, sembrano siano destinati ad assorbire la quota più ampia di risorse.
Queste derivano dal versamento da parte delle imprese (attraverso l’INPS) del contributo dello 0,30%, calcolato sulle retribuzioni lorde dei propri dipendenti.
Tanto per la crescita delle retribuzioni unitarie che per quella dell’occupazione, il volume di risorse fornito da tale contribuzione è cresciuto dai 320 milioni di euro dall’istituzione dei Fondi ai circa 610 milioni di euro nel 2005, arrivando a oltre 800 milioni nel 2012, oggi siamo vicini al miliardo di euro.
Secondo quanto previsto dalla legge 388 del 2000, le imprese possono destinare la quota dello 0,30% dei contributi versati all’INPS (il cosiddetto “contributo obbligatorio per la disoccupazione involontaria”) ad uno dei Fondi Paritetici Interprofessionali, attraverso il modello Uniemens.
Uno dei fondi più grandi, Fondimpresa, dichiara nel proprio sito web che le aziende aderenti superano le 200.000 in tutta Italia per un totale di quasi 5.000.000 di lavoratori che possono fruire di attività formative finanziate per accrescere le proprie competenze e fornire valore aggiunto a sé stessi e all’azienda per cui lavorano.