Con l’inflazione al 6,5% già adesso, ogni famiglia dovrà spendere circa 1.950 euro l’anno in più. I 200 euro annunciato dal governo, destinati a oltre 30 milioni di italiani con reddito fino a 35.000 euro l’anno, coprono solo il 10% della spesa in più provocata dall’inflazione e quindi dall’aumento di tutti i prezzi.
«Non è una misura sbagliata. Un sollievo economico, anche se piccolo, fa comodo a tutti. Però 200 euro, vista la situazione, non bastano. Servono interventi economici non solo più importanti, ma servono soprattutto interventi strutturali che siano stabili e durino nel tempo» commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. «L’inflazione è legata soprattutto alla guerra, all’aumento dei prezzi energetici, del gas, dell’energia elettrica e della benzina. Tutti speravamo che il conflitto durasse pochi giorni (non solo per ragioni economiche, ovviamente) e invece sta durando più del previsto e questo avrà un effetto di lungo periodo sull’inflazione.
Chi ha un po’ di esperienza e di memoria storica, peraltro, sa benissimo che l’inflazione ci mette pochissimo a salire, mentre il percorso inverso, cioè la riduzione, è molto più complesso e soprattutto lungo. Ecco perché ritengo fondamentale che il governo abbia, da questo punto di vista, una visione e una prospettiva lungimirante» aggiunge Ferrara.
Il bonus da 200 euro, ricorda Unimpresa, verrà erogato a luglio: direttamente nelle buste paga e con l’assegno Inps per lavoratori dipendenti e pensionati. Giovedì sera il governo ha deciso di dare questi 200 euro anche a chi riceve il reddito di cittadinanza e anche ai collaboratori domestici. L’erogazione sarà automatica per dipendenti e pensionati. Per quanto riguarda, invece, i lavoratori autonomi, cioè le cosiddette partite Iva, servirà un decreto specifico, ma i 200 euro sono anche per questa categoria, quella più svantaggiata e meno tutelata