Industria 4.0, prende il nome dall’iniziativa europea Industry 4.0, a sua volta ispirata ad un progetto fatto dal governo tedesco, dove si impiegò per la prima volta il termine in una comunicazione, tenuta alla Fiera di Hannover del 2011.
Soltanto nel 2013 si avviò concretamente un progetto di investimenti in tal senso in Germania.
Ecco l’elenco delle 9 tecnologie abilitanti industria 4.0 che dovranno essere conosciute dai lavoratori del futuro:
- Manifattura Avanzata: sistemi avanzati di produzione, ovvero sistemi interconnessi e modulari che permettono flessibilità e performance. In queste tecnologie rientrano i sistemi di movimentazione dei materiali automatici e la robotica avanzata, che oggi entra sul mercato con i cobot
- Manifattura Additiva: sistemi di produzione additiva che aumentano l’efficienza dell’uso dei materiali.
- Realtà Aumentata: sistemi di visione con realtà aumentata per guidare meglio gli operatori nello svolgimento delle attività quotidiane.
- Simulazione: simulazione tra macchine interconnesse per ottimizzare i processi.
- Integrazione: integrazione e scambio di informazioni in orizzontale e in verticale, tra tutti gli attori del processo produttivo.
- Industrial internet: comunicazione tra elementi della produzione, non solo all’interno dell’azienda, ma anche all’esterno grazie all’utilizzo di internet.
- Cloud : implementazione di tutte le tecnologie cloud come lo storage online delle informazioni, l’uso del cloud computing, e di servizi esterni di analisi dati, ecc. il tutto attraverso sistemi aperti interoperanti tra di loro.
- Cyber security: l’aumento delle interconnessioni interne ed esterne aprono la porta a tutta la tematica della sicurezza delle informazioni e dei sistemi che non devono essere alterati dall’esterno.
- Big Data e Analisi: tecniche di gestione di grandissime quantità di dati attraverso sistemi aperti che permettono previsioni o predizioni.
Ecco il profilo del lavoratore 4.0:
Un pensiero computazionale che sia in grado di tradurre grandi quantità di dati in concetti astratti e di capire il ragionamento basato sui dati, capacità di sviluppare contenuti efficaci per i social media, l’abilità di operare in contesti culturali diversi, lavorare in modo produttivo anche con un network virtuale, curiosità e capacità di comprensione di concetti in più discipline, abilità di connettersi agli altri e interagire in modo critico, pensare e trovare soluzioni che vanno oltre a ciò che è noto e basato sulle regole, abilità di giudizio e interpretazione.
“Il cambiamento del lavoro è già in atto. I profili dei lavoratori sono molto diversi da quelli del modello fordista ormai da tempo superato. Oggi i lavoratori operano più in autonomia, stanno acquisendo un alto livello di competenze e capacità e la componente intellettuale è divenuta centrale. Mentre il lavoro manuale è sempre più marginale. ”
Secondo una serie di studi il 65% di coloro che entreranno nel mondo del lavoro entro il 2025 eseguirà lavori non esistenti al giorno d’oggi.
La Formazione 4.0 supporta le aziende per arrivare a questo obiettivo.
Attivata nel 2017 e avviata con Decreto attuativo a maggio 2018 ha lo scopo di stimolare gli investimenti delle imprese nella formazione del personale nelle materie aventi a oggetto le tecnologie rilevanti per il processo di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese previsto dal “Piano Nazionale Impresa 4.0”, cosiddette “tecnologie abilitanti”.
Il Vantaggio per le imprese che attivano percorsi di formazione 4.0 sono riferite ad un Credito d’imposta fino al 50% delle spese relative al personale dipendente impegnato nelle attività di formazione ammissibili, limitatamente al costo aziendale riferito alle ore o alle giornate di formazione, sostenute nel periodo d’imposta agevolabile e nel limite massimo di 300.000 euro per ciascun beneficiario, pattuite attraverso contratti collettivi aziendali o territoriali.
Si accede in maniera automatica in fase di redazione del bilancio, con successiva compensazione mediante presentazione del modello F24 in via esclusivamente telematica all’Agenzia delle Entrate.
Il piano formativo va concordato con le Parti Sociali e trasmesso alla Direzione Provinciale del Lavoro (attività divenuta opzionale dal 2020)
Sussistono obblighi di documentazione contabile certificata.
Sussiste l’obbligo di conservazione di una relazione che illustri le modalità organizzative e i contenuti delle attività di formazione svolte.
Si proroga di un anno l’applicazione del credito d’imposta formazione 4.0, più precisamente estendendolo alle spese di formazione sostenute nel periodo di imposta fino al 31 dicembre 2022.
Resta fermo il limite massimo annuale di 300.000 euro; sono effettuate alcune rimodulazioni del credito, secondo la dimensione delle imprese: in particolare, il credito è attribuito alle piccole imprese nella misura del 50% delle spese sostenute per la formazione (in luogo della precedente misura del 40%); rimane ferma la misura del 40% per le medie imprese e viene ridotta al 30% per le grandi imprese.