Nel 2019, il fatturato delle imprese a controllo estero ha registrato un incremento decisamente più ampio di quello del totale delle imprese residenti in Italia (+5% contro +0,8%). Competenza e specializzazione della forza lavoro sono tra i primi fattori di attrazione e persistenza in Italia.
Tra le controllate estere in Italia il 22,1% aveva in programma un incremento dei livelli di attività per il biennio 2021-2022, il 62,5% un mantenimento della dimensione economica, il 5,3% un ridimensionamento.
Tra il 2020 e il 2021 il 52,5% dei principali gruppi multinazionali italiani dell’industria e dei servizi ha avviato investimenti di controllo all’estero, il 44,1% li ha progettati.
567 mld Il fatturato delle controllate italiane all’estero +3,7% rispetto al 2018. | 173 I Paesi in cui sono presenti multinazionali italiane | 32,1% Il contributo delle multinazionali estere alle esportazioni nazionali di merci +2,7% l’incremento delle esportazioni rispetto al 2018. |
Multinazionali estere del settore manifatturiero traino della crescita
Nel 2019 le multinazionali estere in Italia consolidano il loro contributo positivo alla crescita del sistema produttivo italiano mentre le multinazionali italiane stabilizzano la prospettiva di apertura e integrazione internazionale.
Le multinazionali estere sono attive in Italia con 15.779 controllate. Rispetto al 2018, il numero di addetti cresce di oltre 64mila unità (+4,4%), il fatturato di quasi 30 miliardi (+5,0%), il valore aggiunto di circa 10 miliardi (+7,6%) e la spesa in Ricerca e sviluppo di oltre mezzo miliardo (+14,7%).
Seppur con un numero limitato di imprese (qui intese come unità giuridiche), pari allo 0,4% del totale delle imprese italiane, le multinazionali estere contribuiscono in modo molto significativo ai principali aggregati economici nazionali dell’industria e dei servizi con l’8,7% degli addetti (+0,4 punti percentuali rispetto al 2018), il 19,3% del fatturato (+0,8 punti), il 16,3% del valore aggiunto (+0,8 punti) e il 26,0% della spesa in Ricerca e sviluppo (+2,4 punti). Di particolare rilevanza è l’apporto agli scambi di merci con l’estero, con quote del 32,1% per le esportazioni (+2,7 punti) e del 50,7% per le importazioni
(+1,7 punti).
Nel 2019 le multinazionali estere in Italia crescono soprattutto nel settore della manifattura (+7,0% il fatturato; +4,9% il valore aggiunto), in particolare nella confezione di articoli di abbigliamento e fabbricazione di articoli in pelle e simili (+27,5% di fatturato) e nella fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+20,9%).
Le multinazionali italiane sono presenti in 173 paesi con 24.765 controllate (+4,2% rispetto al 2018), occupano quasi 1,8 milioni di addetti (-1%) e fatturano circa 567 miliardi (+3,7%).
Le affiliate estere attive nell’industria (9.652 unità, un numero molto minore rispetto alle 15.113 affiliate attive nei servizi) confermano una maggiore rilevanza economica: impiegano infatti oltre un milione di addetti (56,8% del totale) e realizzano quasi 321 miliardi di fatturato (56,6% del totale).
Nella manifattura, si rilevano performance positive – dovute sia a nuove acquisizioni sia alla crescita economica di unità già esistenti – nella fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+2,3% in termini di addetti; +12,7% di fatturato) e nelle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (+1% di addetti, +13,9% di fatturato).
La dimensione media delle imprese appartenenti a gruppi multinazionali è elevata sia per le controllate estere in Italia (95,8 addetti) che per le controllate italiane all’estero (71,4 addetti), soprattutto se confrontata con quella delle imprese dell’industria e dei servizi residenti in Italia (3,7 addetti).
NUMERI CHIAVE. PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI DELLE IMPRESE A CONTROLLO ESTERO RESIDENTI IN ITALIA E DELLE CONTROLLATE ALL’ESTERO DI IMPRESE ITALIANE PER MACROSETTORE. Anno 2019
IMPRESE | ADDETTI | FATTURATO (mln di euro) | DIMENSIONE MEDIA | |
Imprese a controllo estero residenti in Italia | ||||
Industria | 4.548 | 525.255 | 246.096 | 115,5 |
Servizi | 11.231 | 985.935 | 378.071 | 87,8 |
TOTALE | 15.779 | 1.511.190 | 624.167 | 95,8 |
Controllate estere di imprese italiane | ||||
Industria | 9.652 | 1.004.365 | 320.907 | 104,1 |
Servizi | 15.113 | 764.899 | 245.692 | 50,6 |
TOTALE | 24.765 | 1.769.264 | 566.599 | 71,4 |
Gli Stati Uniti al primo posto in Italia per numero di imprese controllate
I primi dieci paesi di residenza delle multinazionali estere per numero di imprese controllate in Italia assorbono l’86,6% degli addetti, l’81,8% del fatturato, l’84,6 del valore aggiunto e il 77,4% della spesa in R&S.
Gli Stati Uniti sono il paese con il più elevato numero di addetti a controllo estero in Italia (quasi
305 mila); seguono Francia (oltre 289 mila addetti) e Germania (oltre 203 mila addetti).
A livello settoriale la graduatoria cambia; la Francia è in testa nell’industria non manifatturiera (settore energetico ed estrattivo in particolare), con quasi 12mila addetti, seguita a notevole distanza dal Regno Unito con quasi 4mila addetti.
Gli Stati uniti conservano il primato anche come principale paese di localizzazione degli investimenti italiani all’estero (oltre 161mila addetti nell’industria e quasi 71mila nei servizi); al secondo posto la Romania per l’industria, con quasi 93mila addetti impiegati, e il Brasile per i servizi, con oltre 69mila addetti.
Le multinazionali estere contribuiscono in modo significativo all’interscambio commerciale italiano: realizzano infatti il 32,1% delle esportazioni nazionali di merci e attivano il 50,7% delle importazioni. Una quota rilevante dei flussi commerciali provenienti dalle multinazionali è relativa agli scambi intra-gruppo (39,3% per le esportazioni e 58,8% per le importazioni).
Per le esportazioni i settori manifatturieri più coinvolti sono: fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (79,9%), fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (49,4%) e chimica (48,9%). Per le importazioni, le quote maggiori di presenza delle multinazionali si registrano nella fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (89,4%) e nella fabbricazione di prodotti chimici (56,3%).
Le affiliate italiane all’estero realizzano il 28,6% del loro fatturato tramite vendite su mercati diversi dal paese di localizzazione. Le controllate estere delle multinazionali italiane attive nei settori tradizionali del Made in Italy confermano quote notevoli di fatturato nelle esportazioni verso l’Italia, seppur in flessione rispetto al 2018: industrie tessili e confezione di articoli di abbigliamento, di articoli in pelle e pelliccia (53,0%, -0,6 punti rispetto al 2018), fabbricazione di articoli in pelle e simili (40,9%, -5,6 punti rispetto al 2018) e fabbricazione di mobili e altre industrie manifatturiere (30,3%, -9,9 punti rispetto al 2018) (Figura 1).
La quota di fatturato destinata al paese estero in cui è realizzata la produzione continua a essere particolarmente rilevante nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (74,2%, +0,8 punti percentuali rispetto al 2018) e nella fabbricazione di materiali non metalliferi (64,5%, +1,2 punti).
FIGURA 1. DESTINAZIONE GEOGRAFICA DEL FATTURATO REALIZZATO ALL’ESTERO DALLE IMPRESE MANIFATTURIERE. Anno 2019, valori percentuali
Competenze tecniche e capacità manageriali principali fattori di attrazione
Nel biennio 2019-2020 (biennio preso in considerazione dalla Rilevazione sulle attività delle imprese a controllo estero residenti in Italia), il 33,9% delle imprese industriali a controllo estero e il 28,3% di quelle dei servizi dichiarano di beneficiare di trasferimenti di conoscenze scientifiche e tecnologiche dall’estero per il tramite del gruppo di appartenenza. Sono significativi i segnali riguardo ai trasferimenti delle controllate estere residenti in Italia verso la casa madre e le altre affiliate del gruppo residenti all’estero. Il 26,0% delle imprese industriali e il 14,0% di quelle dei servizi realizzano trasferimenti di conoscenze scientifiche e tecnologiche verso l’estero. I trasferimenti dall’estero di competenze manageriali e commerciali interessano invece il 43,1% delle controllate estere attive nell’industria e il 40,8% di quelle dei servizi.
Fra le multinazionali in Italia oltre il 68% delle controllate estere dell’industria si rivolge anche ai mercati esteri, mentre nei servizi la quota si riduce a poco più del 36%.
Tra le controllate estere che si rivolgono prevalentemente al mercato italiano (31,2% nell’industria; 64,3% nei servizi) il 21,7% delle imprese dell’industria e il 15,4% di quelle attive nei servizi avviano processi di innovazione e ricerca realizzati in Italia.
Nella strategia di sviluppo delle multinazionali estere in Italia per il biennio 2021-2022 (biennio preso in considerazione dalla Rilevazione sulle attività delle imprese a controllo estero residenti in Italia), il 57,3% delle controllate estere attive nell’industria e il 65,2% di quelle attive nei servizi hanno programmato di consolidare la presenza in Italia senza rilevanti modifiche ai livelli di attività. Il 28,3% delle imprese industriali a controllo estero e il 18,9% di quelle dei servizi prevedono un incremento dei livelli di attività mentre il 6,1% delle controllate estere industriali e il 5,9% di quelle dei servizi hanno in programma una diversificazione delle attività senza rilevanti modifiche dei livelli di attività. Infine, il 2,0% delle imprese prevede una parziale riduzione dei livelli di attività e un altro 2% una forte ridimensionamento.
Nelle scelte di programmazione economica delle multinazionali estere attive nell’industria sono fondamentali la presenza di conoscenze o competenze tecniche specializzate della forza lavoro (83,8%) e la capacità manageriale e di adattamento al cambiamento (82,3%) (Figura 2). Poca o nessuna influenza è attribuita alla dotazione di infrastrutture materiali (strade, ponti), ai fattori di costo (costo del lavoro, altri costi d’impresa, tassazione e rilevanza degli incentivi) e alle limitazioni poste dalla regolamentazione.
Le controllate estere attive nei servizi considerano invece molto influente il presidio del mercato nazionale (80,1%) e la capacità manageriale e di adattamento al cambiamento (76,7%). Giudizi di poca o nessuna influenza vengono espressi dalle controllate estere attive nei servizi rispetto ai problemi connessi con la qualità della dotazione di infrastrutture materiali (strade, ponti) e ai fattori di costo (tassazione e incentivi fiscali).
FIGURA 2. FATTORI DELLE STRATEGIE DI SVILUPPO PIANIFICATE IN ITALIA DALLE MULTINAZIONALI ESTERE ATTIVE NELL’INDUSTRIA. Biennio 2021-2022, composizioni percentualib)
b) Composizioni percentuali dei differenti fattori rispetto ai rispondenti che hanno dichiarato il fattore come pertinente
Investimenti italiani all’estero spinti soprattutto dalla ricerca di nuovi mercati
Il 52,5% dei principali gruppi multinazionali italiani attivi nell’industria e il 44,1% di quelli dei servizi hanno realizzato o progettato per il biennio 2020-2021 (biennio preso in considerazione dalla Rilevazione sulle attività estere delle imprese a controllo nazionale) un nuovo investimento di controllo all’estero. Più contenuta, anche se rilevante, è la propensione all’investimento estero dei gruppi multinazionali di medio-grande dimensione (16,5% nell’industria e 20,3% nei servizi) e dei gruppi multinazionali di piccola dimensione, con una quota del 9,1% nell’industria e del 6,2% nei servizi.
L’area Ue15 (cfr. Glossario) si conferma la principale area di localizzazione dei nuovi investimenti di controllo all’estero delle multinazionali italiane sia nell’industria (20,8%) sia nei servizi (32,0%); seguono, per l’industria, Stati Uniti e Canada (18,4%), Altri Paesi asiatici, Vicino e Medio-Oriente e Oceania (13,0%), Altri Paesi europei (12,4%). Per i gruppi attivi nei servizi, dopo l’area Ue15, si posizionano Stati Uniti e Canada e Altri Paesi europei con il 13,1%, Altri Paesi asiatici, Vicino e Medio-Oriente e Oceania (11,1%).
I nuovi investimenti di controllo all’estero realizzati o progettati nel 2020-2021 (biennio preso in considerazione dalla Rilevazione sulle attività estere delle imprese a controllo nazionale) sono finalizzati, tanto per le imprese industriali che per quelle attive nei servizi, soprattutto alla produzione di merci e servizi (31,4% e 33,1% rispettivamente) e alla distribuzione e logistica (25,4% e 18,6%). Seguono, per le imprese attive nell’industria, il marketing, vendite e servizi post vendita, inclusi i centri assistenza e i call center (21,0%), e, per le imprese attive nei servizi, i Servizi informatici e di telecomunicazione ed Engineering e altri servizi tecnici (12,0%).
Per l’81,3% dei gruppi multinazionali italiani dell’industria La motivazione prevalente alla base dei nuovi investimenti all’estero nel periodo 2020-2021 è la possibilità di accedere a nuovi mercati (Figura 3).
I gruppi industriali ritengono determinanti altri due fattori: accesso a nuove conoscenze o competenze tecniche specializzate (18,9%) e l’aumento della qualità e lo sviluppo di nuovi prodotti (17,0%). Il costo del lavoro interessa invece soltanto il 12,3% dei gruppi.
Anche per i gruppi multinazionali attivi nei servizi la motivazione prevalente per i nuovi investimenti è l’accesso a nuovi mercati (81,9%), seguono l’aumento della qualità e lo sviluppo di nuovi prodotti (33,9%) e l’accesso a nuove conoscenze o competenze tecniche specializzate (22,7%). Anche per le imprese attive nei servizi il costo dei lavoro non è considerato una motivazione importante (2,9%).
FIGURA 3. PRINCIPALI MOTIVAZIONI DEI NUOVI INVESTIMENTI ESTERI PER I GRUPPI INDUSTRIALI. Biennio 2020-2021, composizioni percentualia)
a) Composizioni percentuali delle motivazioni (opzioni di risposta multipla) sul totale dei rispondenti che hanno dichiarato il fattore come pertinente
Imprese a controllo estero più grandi in media delle imprese a controllo nazionale
Secondo la definizione di Ent ( dal termine inglese Enterprise, cfr. glossario), il numero di unità delle multinazionali estere presenti in Italia (prodotte e inviate a Eurostat per il secondo anno consecutivo) nel 2019 è inferiore rispetto a quello basato sulle definizioni tradizionali sottostanti ai risultati fin qui presentati. Ciò deriva dall’effetto di aggregazione delle unità giuridiche che svolgono la stessa attività economica nel gruppo, mentre l’effetto di consolidamento delle attività ancillari e integrate spiega le differenze in termini di indicatori economici.
In base alla definizione Eurostat, le Ent a controllo estero sono 12.196, con un fatturato di quasi 605 miliardi (+5,0% rispetto al 2018) e un valore aggiunto di oltre 134 miliardi (+7,7%). Il confronto tra la componente del sistema produttivo a controllo nazionale e quella a controllo estero mette in luce differenze sostanziali sia nella struttura dimensionale sia nella performance economica. La dimensione media delle Ent a controllo estero è ampiamente superiore a quella delle imprese a controllo nazionale: 158,6 addetti contro 5,3 nell’industria e 110,4 addetti contro 3,2 nei servizi. Rilevante anche la differenza nei livelli di produttività del lavoro sul totale delle imprese: 88.900 euro per le Ent a controllo estero e 40.200 euro per quelle a controllo nazionale.
Nella manifattura, è la fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici ad avere il primato per l’elevata concentrazione di Ent a controllo estero: sono il 21,9% del totale delle unità del settore, occupano il 52,3% degli addetti, realizzano il 55,3% del fatturato e il 50,8% del valore aggiunto (Figura 4). Rilevanti sono anche le quote di fatturato e valore aggiunto prodotte in altri settori, come ad esempio nella fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (36,2% del fatturato e 33,1% del valore aggiunto dell’intero settore), nella fabbricazione di prodotti chimici (29,1% e 38,0%) e nella fabbricazione di macchinari e apparecchiature nca (24,9% e 21,6%).
Nei servizi le Ent a controllo estero svolgono un ruolo importante nel settore dell’informazione e comunicazione (30,0% del fatturato e 27,1% del valore aggiunto), nel commercio (22,9% e 21,4%) e nel noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (20,8% e 25,6%).
FIGURA 4. FATTURATO E VALORE AGGIUNTO DELLE ENT A CONTROLLO ESTERO PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA. Anno 2019, in percentuale delle imprese residenti in Italia.
Glossario
Acquisti di beni o servizi: acquisti di materie prime sussidiarie e di consumo e acquisto di servizi forniti da terzi.
Addetto: persona occupata in un’unità giuridico-economica residente all’estero o in Italia come lavoratore indipendente o dipendente (a tempo pieno, a tempo parziale o con contratto di formazione lavoro), anche se temporaneamente assente (per servizio, ferie, malattia, sospensione dal lavoro, Cassa integrazione guadagni, ecc.). Comprende il titolare/i dell’impresa partecipante/i direttamente alla gestione, i cooperatori (soci di cooperative che, come corrispettivo della loro prestazione, percepiscono un compenso proporzionato all’opera resa e una quota degli utili dell’impresa), i coadiuvanti familiari (parenti o affini del titolare che prestano lavoro manuale senza una prefissata retribuzione contrattuale), i dirigenti, i quadri, gli impiegati, gli operai e gli apprendisti.
Affiliata estera:impresa o quasi-impresa (branch) residente sul territorio nazionale e controllata da un’unità istituzionale non residente.
Affiliate italiane all’estero:impresa o quasi-impresa (branch) residente all’estero e controllata da una unità istituzionale (impresa, persona fisica, istituzione pubblica o privata) residente in Italia. Il controllo è definito sulla base del concetto di controllante ultimo (italiano).
Archivio statistico delle imprese attive (Asia): archivio delle unità statistiche di osservazione delle indagini economiche dell’Istat, costituito in ottemperanza al Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
n. 177/2008 del 20 febbraio 2008, che istituisce un quadro comune per i registri di imprese utilizzati a fini statistici. Raccoglie le informazioni identificative (denominazione, localizzazione), strutturali (addetti, attività economica prevalente e secondaria, forma giuridica, volume degli affari) e demografiche (data di inizio attività, data di cessazione, stato di attività, presenza di procedure concorsuali) di tutte le imprese (e relative unità locali) attive in tutti i settori di attività economica (ad eccezione delle sezioni A, B, L, P e Q e dei soggetti privati non profit della classificazione Ateco versione 2002 per gli anni dal 2000 in poi e versione 1991 per gli anni precedenti, e delle sezioni A, O e U della classificazione Ateco versione 2007). L’Archivio Asia è aggiornato annualmente attraverso un processo di integrazione delle informazioni provenienti da fonti di natura amministrativa e statistica. In particolare, le principali fonti amministrative utilizzate sono: gli archivi gestiti dall’Agenzia delle entrate per il Ministero dell’economia e delle finanze, quali l’Anagrafe tributaria, le dichiarazioni annuali delle imposte indirette, le dichiarazioni dell’imposta regionale sulle attività produttive (Irap), gli Studi di settore, i dati del modello Unico, quadro Rh; i registri delle imprese delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e gli archivi collegati dei soci delle Società di capitale e delle “Persone” con cariche sociali; gli archivi dell’Istituto nazionale di previdenza sociale; l’archivio dell’Inail, delle assicurazioni per i lavoratori con contratto di somministrazione; l’archivio delle utenze telefoniche; l’archivio dei Bilanci consolidati e di esercizio; l’archivio degli Istituti di credito gestito dalla Banca d’Italia; l’archivio delle società di assicurazioni gestito dall’Isvap. Le fonti statistiche comprendono l’Indagine sulle unità locali delle grandi imprese (Iulgi) e le indagini strutturali e congiunturali che l’Istat effettua sulle imprese.
Aree geografiche:sono definite in relazione alla Geonomenclatura Eurostat. In particolare, l’Ue15 comprende, oltre l’Italia, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia, Austria, Finlandia. L’Ue28 comprende, l’Ue15, Bulgaria, Malta, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Cipro e Croazia; gli Altri Paesi europei includono: Albania, Andorra, Bielorussia, Bosnia e Erzegovina, Faer Øer, Gibilterra, Islanda, Kosovo, Liechtenstein, Macedonia (ex repubblica iugoslava), Moldavia, Montenegro, Norvegia, Russia, Santa Sede (Stato della Città del Vaticano), Serbia, Svizzera, Turchia e Ucraina; il Nord America comprende: Canada, Groenlandia e Stati Uniti.
Attività ancillari: attività economiche specifiche (quali la gestione della contabilità, del personale, della logistica e dei magazzini) diverse dall’attività principale dell’impresa o del gruppo, spesso svolte da unità separate e sempre senza nessuna collocazione diretta sul mercato.
Attività economica: è relativa all’impresa a controllo nazionale residente all’estero, oppure all’impresa a controllo estero residente in Italia. È l’attività di produzione di beni o servizi che ha luogo quando risorse quali lavoro, impianti e materie prime concorrono all’ottenimento di beni o alla prestazione di servizi. Un’attività economica è caratterizzata dall’uso di fattori della produzione, da un processo di produzione e da uno o più prodotti ottenuti (merci o prestazioni di servizi). Ai fini della produzione dell’informazione statistica, le attività economiche sono classificate secondo la nomenclatura europea Nace Rev.2 (Ateco versione 2007 a livello nazionale) mentre il dettaglio di analisi, e quindi di raccolta dell’informazione statistica, è definito dal Regolamento FATS.
Branch: vedi sede secondaria.
Classificazione delle attività economiche per intensità tecnologica e contenuto di conoscenza dei settori (Oecd-Eurostat): estende ai servizi la classificazione originariamente sviluppata da Pavitt (1984). In particolare sono considerate industrie ad alta tecnologia i gruppi ATECO 303 e 325 e le divisioni 21 e 26 ; industrie a medio-alta tecnologia le divisioni 20, 27, 28, 29, 30, 33 (escluso il gruppo 303) e il gruppo 254 ; industrie a medio-bassa tecnologia le divisioni 19, 22, 23, 24, 25 (escluso il gruppo 254); industrie a bassa tecnologia le divisioni 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 31, 32 (escluso il gruppo 325). I servizi tecnologici ad elevata conoscenza includono le divisioni 53,58,60-63; i servizi di mercato ad elevata conoscenza comprendono le divisioni 50, 51, 68, 69-71, 73, 74, 77, 78, 80-82; i servizi finanziari ad elevata conoscenza sono costituiti dalle divisioni 64, 65, 66. I servizi che non presentano un elevato contenuto di conoscenza, denominati Altri servizi, sono ricostruibili per differenza dai precedenti raggruppamenti e includono le divisioni 45, 46, 47, 49, 52, 55,56, 59, 75, 79.
Controllante ultimo (italiano): unità istituzionale (impresa, persona fisica o istituzione) residente in Italia che si colloca all’ultimo anello della catena di controllo dell’impresa residente all’estero. Pertanto, al fine di individuare correttamente l’insieme delle controllate italiane residenti all’estero è necessario considerare l’intera struttura di controllo del gruppo multinazionale a controllo nazionale, inclusa la presenza di controllate estere che dipendono da holding intermedie residenti all’estero.
Controllante ultimo (estero): unità istituzionale (impresa, persona fisica o istituzione) che si colloca all’ultimo anello della catena di controllo dell’impresa. Pertanto, al fine di individuare correttamente questo soggetto, è necessario ricostruire l’intera catena di controllo fino ad individuare il soggetto economico che non risulta a sua volta controllato, direttamente o indirettamente, da altri. Il paese del controllante è individuato dalla residenza del controllante ultimo.
Controllata (impresa): l’impresa A è definita come controllata da un’unità istituzionale B quando quest’ultima controlla, al 31 dicembre dell’anno di riferimento, direttamente o indirettamente, oltre il 50% delle sue quote o azioni con diritto di voto.
Controllo: capacità di determinare l’attività generale dell’impresa, anche scegliendo gli amministratori più idonei. Il controllo può risultare di difficile determinazione e pertanto, nei processi di acquisizione delle informazioni, la quota di proprietà del capitale sociale con diritto di voto è spesso impiegata come sua proxy. L’impresa A, residente all’estero, è definita come controllata da un’unità istituzionale B, residente in Italia, quando quest’ultima controlla, al 31 dicembre dell’anno di riferimento, direttamente o indirettamente, oltre il 50% delle sue quote o azioni con diritto di voto. Sono tuttavia considerati come casi particolari le limitazioni/sospensioni del controllo effettivo dell’impresa dovuti ad accordi o connessi a regolamentazioni presenti nel paese in cui opera la controllata estera.
Controllo diretto estero da parte di persone fisiche residenti in Italia: si realizza quando il controllante diretto dell’impresa residente all’estero è una persona fisica residente in Italia. Questa tipologia di controllo è diffusa nel settore delle piccole e medie imprese anche se geograficamente limitata quasi esclusivamente al caso della Romania.
Costo del lavoro: comprende tutte le voci che costituiscono la retribuzione lorda del personale dipendente (dirigenti, quadri, impiegati, operai, commessi, apprendisti e lavoranti a domicilio): paga base, indennità di contingenza e altre indennità similari per la parte non conglobata, interessenze, lavoro straordinario, compensi per ferie e festività, gratifiche natalizie, mensilità oltre la dodicesima e altre analoghe erogazioni e corresponsioni in natura. Sono inoltre incluse le spese per contributi sociali al netto di eventuali fiscalizzazioni, le provvidenze varie, le quote accantonate nell’esercizio per provvedere alla successiva corresponsione delle indennità di fine rapporto lavoro e le spese sociali varie (nidi di infanzia, colonie marine e montane, eccetera). La sua misurazione può variare significativamente in relazione alle diverse regolamentazioni e leggi presenti nel paese di residenza nel caso della controllata italiana.
Costo unitario del lavoro: rapporto tra costo del lavoro e numero di dipendenti.
Controllo estero: quando il controllante ultimo è residente in un paese diverso da quello dell’impresa controllata.
Dipendente: persona che svolge la propria attività lavorativa in un’unità giuridico-economica ed è iscritta nei libri paga dell’impresa o istituzione. Sono considerati lavoratori dipendenti i soci di cooperativa iscritti nei libro paga, i dirigenti, i quadri, gli impiegati e gli operai, a tempo pieno o parziale, gli apprendisti, i lavoratori a domicilio iscritti nei libro paga, i lavoratori stagionali, i lavoratori con contratto di formazione lavoro.
Ent (da Enterprise): secondo il Regolamento UE 696/93 “L’impresa corrisponde alla più piccola combinazione di unità giuridiche che costituisce un’unità organizzativa per la produzione di beni e servizi che fruisce d’una certa autonomia decisionale. In particolare per quanto attiene alla destinazione delle sue risorse correnti. Un’impresa esercita una o più attività in uno o più luoghi. Un’impresa può corrispondere a una sola unità giuridica. L’impresa è definita come un’entità economica che, in certe circostanze, può corrispondere al raggruppamento di più unità giuridiche. Certe unità giuridiche esercitano infatti attività esclusivamente a favore di un’altra entità giuridica e la loro esistenza è dovuta unicamente a ragioni amministrative (ad esempio fiscali) senza assumere rilevanza dal punto di vista economico. Rientrano in questa categoria anche una grande parte delle unità giuridiche senza posti di lavoro. Spesso le loro attività devono essere interpretate come attività ausiliarie dell’unità giuridica madre a cui essa appartengono e a cui devono essere ricollegate per costituire l’entità «impresa» utilizzata per l’analisi economica”.
Esportazioni di merci o servizi: si riferiscono agli scambi di merci e servizi effettuati dalla controllata estera nei confronti di paesi diversi da quello in cui questa risiede. Pertanto i flussi commerciali da e verso l’Italia sono considerati come parte delle importazioni o esportazioni della controllata estera. Le esportazioni o le importazioni totali si riferiscono al complesso degli scambi realizzati dalla controllata estera, mentre gli scambi intra-gruppo fanno invece riferimento ad un loro sottoinsieme, relativo agli scambi realizzati con imprese appartenenti allo stesso gruppo internazionale residenti in un paese diverso, inclusa l’Italia (intra-firm trade).
FATS (Foreign Affiliates Statistics): acronimo in lingua inglese che definisce le statistiche sull’attività complessiva delle affiliate estere. In particolare, le statistiche che definiscono l’attività delle affiliate estere sul territorio nazionale sono chiamate Inward FATS, mentre quelle relative all’attività delle affiliate all’estero controllate da imprese residenti sul territorio nazionale sono definite Outward FATS.
Fatturato: comprende le vendite di prodotti fabbricati dall’impresa, gli introiti per lavorazioni eseguite per conto terzi, gli introiti per eventuali prestazioni a terzi di servizi non industriali (commissioni, noleggi di macchinari, ecc.), le vendite di merci acquistate in nome proprio e rivendute senza trasformazione, le commissioni, le provvigioni e altri compensi per vendite di beni per conto terzi, gli introiti lordi del traffico e le prestazioni di servizi a terzi. Per le imprese residenti all’estero, il fatturato viene misurato in relazione al bilancio di esercizio o di altro documento contabile predisposto dalla controllata estera al lordo dei flussi di consolidamento interni al gruppo multinazionale. Per le imprese a controllo estero residenti in Italia, è inteso al lordo di tutte le spese addebitate ai clienti (trasporti, imballaggi, assicurazioni e simili) e delle imposte indirette (fabbricazione, consumo, ecc.) ad eccezione dell’IVA fatturata ai clienti, al netto di abbuoni e sconti accordati ai clienti e delle merci rese; sono inoltre esclusi: rimborsi di imposte all’esportazione, interessi di mora e quelli sulle vendite rateali. Il valore dei lavori eseguiti nel corso dell’esercizio da parte delle imprese di costruzione e cantieristiche sono conglobati nel valore complessivo del fatturato.
Fatturato al netto degli acquisti di beni e servizi intermedi: è dato dalla differenza tra fatturato e acquisti di beni e servizi intermedi. Tale aggregato rappresenta una stima, ancorché approssimativa, della creazione di valore aggiunto realizzata all’estero. La rilevazione del valore aggiunto realizzato all’estero risulta particolarmente complessa e onerosa per le imprese. Si segnala che le discrepanze tra questa variabile e il valore aggiunto, valutate nell’ambito delle statistiche strutturali sui conti economici delle imprese residenti in Italia, risultano inferiori al 10% per tutti i settori di attività economica, ad eccezione del coke e raffinerie di petrolio, costruzioni, Ricerca e sviluppo, attività immobiliari e, in misura più limitata, nella fabbricazione di mezzi di trasporto e fabbricazione macchine e apparecchi meccanici.
Grado di internazionalizzazione attiva: è valutato sulla base dell’incidenza delle attività realizzate all’estero rispetto al complesso di quelle svolte in Italia, dove entrambe sono misurate in termini di addetti.
Grandi imprese: con 250 addetti e oltre.
Gruppi multinazionali di medio-grande dimensione: questa tipologia comprende i gruppi multinazionali con un fatturato consolidato del gruppo compreso tra 50 milioni e 499 milioni di euro e/o un numero di controllate all’estero compreso tra 5 e 19.
Gruppi multinazionali di piccola dimensione: questa tipologia comprende i gruppi multinazionali con un fatturato consolidato del gruppo minore di 50 milioni di euro e/o un numero di imprese controllate all’estero minore di 5.
Investimenti fissi lordi: acquisizioni di capitali fissi effettuate nel corso dell’anno; comprendono anche il valore dei beni capitali prodotti dall’azienda per uso proprio e delle riparazioni e manutenzioni straordinarie eseguite dall’impresa stessa sugli impianti aziendali.
Medie imprese: Imprese con addetti compresi tra 50 e 249.
Paese di residenza della multinazionale estera: Paese in cui risiede il controllante ultimo dell’impresa (impresa, persona fisica o istituzione). Non sono, pertanto, considerate a controllo estero le imprese con sede legale, controllante prossimo o intermedio, società holding o fiduciarie residenti all’estero qualora il controllante ultimo risulti residente in Italia.
Principali gruppi multinazionali: questa tipologia comprende i gruppi multinazionali che presentano un fatturato consolidato del gruppo superiore a 500 milioni di euro e/o un numero di imprese controllate all’estero maggiore o uguale a 20.
Produttività (apparente) del lavoro: rapporto tra valore aggiunto e numero di addetti.
Redditività lorda: quota di valore aggiunto assorbita dal margine operativo lordo. Tale indicatore si ottiene depurando il margine operativo lordo della componente di remunerazione dei lavoratori indipendenti assimilabile al “reddito da lavoro” dell’imprenditore. Il margine operativo lordo è calcolato sottraendo il costo del lavoro al valore aggiunto e rappresenta il surplus generato dall’attività produttiva dopo aver remunerato il lavoro dipendente. Il costo del lavoro tiene conto della remunerazione nominale dei lavoratori indipendenti.
Scambi complessivi e scambi intra-gruppo di merci o servizi: i primi si riferiscono al complesso degli scambi realizzati dall’impresa a controllo estero con operatori economici residenti all’estero. I secondi riguardano un loro sottoinsieme, relativo agli scambi realizzati con imprese (estere) appartenenti allo stesso gruppo internazionale (intra-firm trade). Sono pertanto esclusi dal computo gli scambi realizzati con altre imprese residenti in Italia e appartenenti al medesimo gruppo internazionale.
Sede secondaria o Branch:unità locale senza autonomia giuridica propria che risulta dipendere da un’impresa a controllo nazionale. Sono considerate come quasi-imprese.
Special purpose entity o SPE: unità legali costituite nell’ambito di un gruppo multinazionale al fine di realizzare attività strumentali o limitate nel tempo e negli obiettivi.
Spesa in Ricerca e sviluppo (intra-muros): spesa per attività di R&S svolta dalle imprese o dagli enti pubblici con proprio personale e proprie attrezzature.
Trasferimenti di competenze manageriali, commerciali o di altro tipo: riguardano gli scambi di competenze e conoscenze di natura non scientifica e tecnologica che si realizzano tra l’impresa e le imprese residenti all’estero appartenenti allo stesso gruppo multinazionale. Questi scambi possono riguardare l’adozione di nuove procedure o strategie in relazione all’organizzazione complessiva dell’impresa o a sue specifiche funzioni: commerciale, amministrativa, logistica, ecc.
Trasferimenti di conoscenze scientifiche e tecnologiche: riguardano gli scambi di competenze e conoscenze di tipo scientifico e tecnologico che si realizzano tra l’impresa e le imprese residenti all’estero appartenenti allo stesso gruppo multinazionale. Questi scambi possono essere di tipo sia materiale (prodotti intermedi o strumentali ad elevato contenuto tecnologico) sia immateriale (utilizzo di brevetti, licenze, software o rapporti di collaborazione in attività di ricerca, progettazione e innovazione).
Unità giuridica: unità giuridico-economica che produce beni e servizi destinabili alla vendita e che, in base alle leggi vigenti o a proprie norme statutarie, ha facoltà di distribuire profitti realizzati ai soggetti proprietari siano essi privati o pubblici. Il responsabile è rappresentato da una o più persone fisiche, in forma individuale o associata, o da una o più persone giuridiche. Tra le imprese sono comprese: le imprese individuali, le società di persone, le società di capitali, le società cooperative, le aziende speciali di comuni o province o regioni. Sono considerate imprese anche i lavoratori autonomi e i liberi professionisti.
Unità istituzionale:centro elementare di decisione economica caratterizzato da uniformità di comportamento e da autonomia di decisione nell’esercizio della sua funzione principale. Può riferirsi a persone fisiche, imprese o istituzioni.
Valore aggiunto: incremento di valore che l’attività dell’impresa apporta al valore dei beni e servizi ricevuti da altre aziende mediante l’impiego dei propri fattori produttivi (lavoro, capitale e attività imprenditoriale). Tale aggregato è ottenuto sottraendo l’ammontare dei costi al totale dei ricavi: i primi comprendono i costi per acquisti lordi, per servizi vari e per godimento di servizi di terzi, le variazioni delle rimanenze di materie e di merci acquistate senza trasformazione e gli oneri diversi di gestione; i secondi contengono il valore del fatturato lordo, le variazioni delle giacenze di prodotti finiti, semilavorati e in corso di lavorazione, gli incrementi delle immobilizzazioni per lavori interni e i ricavi accessori di gestione.
Nota metodologica
Quadro normativo
La produzione statistica orientata a misurare i fenomeni connessi all’internazionalizzazione delle imprese è stata oggetto di armonizzazione nell’Unione Europea attraverso il Regolamento Ce N. 716/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 giugno 2007[1]. Il Regolamento definisce, in relazione al paese che produce le statistiche, due distinte popolazioni di imprese: le imprese a controllo estero residenti in Italia (Inward FATS statistics) e le imprese a controllo nazionale residenti all’estero (Outward FATS statistics).
Principali caratteristiche del sistema di indagini sulle imprese multinazionali
Il quadro concettuale e definitorio per la produzione di statistiche Inward e Outward FATS è definito a livello nazionale dal Regolamento sopra indicato in modo integrato. Sulla base del concetto di controllante ultimo estero è possibile infatti definire in modo accurato e non sovrapposto le due popolazione di rifermento. Questo risultato è assicurato da un sistema di monitoraggio che consente di anticipare le principali entrate e uscite dalle due popolazione e anche il passaggio da una popolazione all’altra, come sempre più spesso avviene per le multinazionali italiane che sono acquisite da multinazionali estere. A livello di processo di produzione statistica il sistema di indagini sulle imprese multinazionali si compone di due distinte rilevazioni dirette (Rilevazione sulle imprese a controllo estero residenti in Italia e Rilevazione sulle attività estere delle imprese a controllo nazionale), entrambe di carattere censuario al fine di garantire la qualità dei dati rispetto a domini di stima notevolmente dettagliati e basati sull’incrocio tra attività economica e paese. L’utilizzo integrato degli archivi e di altre fonti di carattere informativo (dati amministrativi, siti aziendali, profiling dei principali gruppi multinazionali) consente di selezionare a priori il sotto-insieme delle imprese potenzialmente interessate alla rilevazione riducendo al minimo il fastidio statistico sulle imprese non interessate dal fenomeno oggetto di indagine. Ad esempio, nel caso della rilevazione sulle imprese a controllo estero le imprese che si sono dichiarate a controllo nazionale sono meno del 7% dei rispondenti, mentre il 10% si rileva per le imprese a controllo nazionale che dichiarano di non controllare imprese residenti all’estero. Nei paragrafi che seguono vengono illustrate le principali caratteristiche del processo di produzione e delle metodologie impiegate per ciascuna indagine.
Rilevazione sulle imprese a controllo estero residenti in Italia (Inward FATS)
Popolazione di riferimento e fonti impiegate
Il campo di osservazione delle statistiche Inward FATS è costituito dalle imprese e dalle unità locali (branches) residenti in Italia e sottoposte a controllo ultimo estero che risultano attive nei settori da B a N e P-Q-R-S della classificazione delle attività economiche Ateco 2007.
La produzione di statistiche Inward FATS è realizzata a partire dall’integrazione di un ampio insieme di fonti informative di tipo prevalentemente censuario riportate nel seguente prospetto.
PROSPETTO 1. ELENCO DELLE FONTI INFORMATIVE IMPIEGATE PER LA PRODUZIONE DELLE STATISTICHE INWARD FATS
Fonti informative | Caratteri e variabili economiche impiegati per le stime |
A. Panel delle imprese a controllo estero integrato con i risultati della rilevazione censuaria sulle imprese a controllo estero in Italia | Nazionalità estera del controllante ultimo e scambi con l’estero di merci e servizi (nel complesso e per la componente intra-firm) |
B. Archivio dei gruppi di imprese | Struttura del gruppo e nazionalità del vertice, lista di imprese a controllo diretto estero. |
C. Archivio statistico delle imprese attive in Italia (ASIA) | Caratteri anagrafici dell’impresa (codice di attività economica, numero di addetti, ecc), elenco delle imprese operanti in Italia con forma giuridica estera. |
D. Principali giornali, pubblicazioni specialistiche, database commerciali, a livello nazionale e internazionale | Monitoraggio delle principali imprese a controllo estero in relazione ad eventi di entrata o uscita dalla popolazione di imprese a controllo estero nonché di cambiamento di nazionalità estera. |
E. Rilevazione sul sistema dei conti delle imprese (SCI) | Fatturato, valore aggiunto al costo dei fattori, valore della produzione, costi per il personale, acquisti totali di beni e servizi, acquisti di beni e servizi per la rivendita senza trasformazione, investimenti fissi lordi |
F. Dati Frame-SBS integrati con i risultati della rilevazione sulle piccole e medie imprese e sull’esercizio di arti e professioni (PMI) | |
G. Rilevazione sulla Ricerca e sviluppo nelle imprese (RS1) | Spesa per Ricerca e sviluppo |
H. Rilevazioni sul commercio estero (COE) | Esportazioni e importazioni di merci |
Individuazione lista di partenza
Le informazioni sul controllo estero hanno natura censuaria e derivano dall’aggiornamento annuale del panel ISTAT sulle affiliate residenti in Italia delle multinazionali estere composto da circa 15.800 unità. Questo panel, che contribuisce anche all’aggiornamento dell’archivio sui gruppi di impresa, viene aggiornato annualmente integrando una pluralità di fonti: rilevazione censuaria inclusa nel PSN, analisi dei segnali provenienti dalle fonti amministrative, allineamento con l’archivio gruppi e attività di profiling sulle unità economiche più influenti.
Strategie e strumenti di rilevazione
La rilevazione è censuaria per le imprese con oltre 50 addetti, campionaria per le altre (campionamento casuale con strati definiti dalla combinazione classe di addetti e attività economica, dove quest’ultima è definita in modo coerente con la classificazione richiesta dal Regolamento=Ateco_FATS). La raccolta dati è biennale e con periodo di riferimento 2019-2020, ha coinvolto 8.935 imprese con un tasso di risposta pari al 69%. La rilevazione diretta è realizzata in modalità esclusivamente elettronica e consente di raccogliere informazioni sul controllante ultimo dell’impresa e sul paese di residenza del controllante.
Sono raccolte inoltre informazioni relative alle esportazioni e importazioni di merci e servizi, con il dettaglio relativo agli scambi intragruppo. Infine si richiedono informazioni qualitative relative agli interscambi di conoscenze scientifiche e competenze manageriali dall’estero per il tramite del gruppo di appartenenza
Trattamento statistico delle mancate risposte e integrazione variabili economiche
Le informazioni sul controllo estero per le imprese non rispondenti sono state verificate puntualmente per tutte le imprese con almeno 100 addetti e a campione per le imprese con meno di 100 addetti al fine di garantire la qualità dei dati. In particolare, gli eventi di entrata o uscita dalla popolazione delle imprese a controllo estero sono stati monitorati sulla base delle principali fonti informative, mentre la qualità e la coerenza con le definizioni adottate relative al controllo ultimo dell’impresa sono state verificate per le imprese con un significativo impatto sulle variabili economiche prodotte a livello aggregato. A partire dall’anno 2018, per una migliore copertura si sono completamente integrati i risultati della Rilevazione con il Registro dei gruppi di impresa e pertanto si è passati da una logica di riproporzionamento del controllo estero e dei paesi di residenza del controllante ultimo, ad una logica censuaria. Per tale motivo, come riportato nel testo e nelle tavole la numerosità di imprese a controlllo estero ha subito delle variazioni in termine di paese di residenza del controllante ultimo. Le principali variabili economico-strutturali Inward FATS sono ottenute a partire dall’integrazione di tipo censuario della lista aggiornata delle imprese a controllo estero con i microdati relativi alle indagini sui conti economici delle imprese (SCI e Frame SBS integrato con i risultati della rilevazione PMI), sulla Ricerca e sviluppo nelle imprese (RS1) e, limitatamente all’interscambio di merci, alle rilevazioni sul commercio con l’estero (COE). Per i risultati ottenuti sulle variabili economiche delle imprese a controllo estero è stata verificata la coerenza con le stime prodotte per gli altri domini statistici che riportano le stesse variabili (SBS). La quantificazione degli scambi complessivi di merci e la stima della componente intra-gruppo è frutto dell’integrazione dei dati COE e di quelli raccolti presso le imprese a controllo estero. L’informazione relativa al paese di residenza del controllante ultimo dell’impresa, se non disponibile, è stata a sua volta stimata impiegando tecniche di riproporzionamento che tengono conto della distribuzione dei rispondenti per paese e attività economica.
Rilevazione sulle attività estere delle imprese a controllo nazionale (Outward FATS)
Popolazione di riferimento
L’unità di analisi delle statistiche Outward FATS è costituita dalle imprese e dalle unità ad esse assimilabili (Branches e SPE di tipo non finanziario) residenti all’estero e sottoposte a controllo ultimo nazionale. Le attività realizzate all’estero sono incluse nei settori da B a N e P-Q-R-S della classificazione delle attività economiche Ateco 2007.
Individuazione della lista di partenza
L’unità di rilevazione è costituita dai vertici di gruppi di impresa residenti in Italia per cui esistono i presupposti giuridici per la raccolta. In particolare, l’impresa che ha la funzione di vertice del gruppo risponde per l’intero perimetro estero del gruppo multinazionale.
Popolazione di riferimento e fonti impiegate
Al fine di ridurre il burden statistico sulle imprese e migliorare l’accuratezza delle stime, l’universo di riferimento, costituito dall’insieme delle imprese residenti all’estero e a controllo ultimo italiano e le relative unità di rilevazione ad esso associate, è stato individuato a priori integrando le seguenti fonti:
- Archivio statistico delle imprese
- Archivio gruppi di impresa
- Dati di bilancio (esercizio e consolidati) per la parte relativa alle partecipazioni di controllo in imprese residenti all’estero (Elenco delle partecipazioni in altre società incluse nella nota integrativa). In particolare, la definizione di controllante ultimo adottata dal Regolamento FATS ha richiesto di realizzare alcune integrazioni dell’universo di riferimento per tenere conto di casi particolari di controllo ultimo italiano riducendo cosi la sottostima del fenomeno oggetto di indagine. I principali casi particolari considerati sono stati “controllo estero su estero” e “persone fisiche residenti in Italia che controllano direttamente imprese residenti all’estero”. La prima tipologia, che riguarda un numero limitato di grandi gruppi industriali italiani ha consentito di recuperare informazioni relative ad affiliate estere controllate direttamente da holding residenti all’estero e a controllo ultimo italiano (una o più persone fisiche). La seconda tipologia, relativa a un numero elevato di imprese, prevalentemente localizzate in Romania, riguarda la costituzione diretta di società all’estero da parte una o più persone fisiche residenti in Italia. In entrambi i casi per l’integrazione si è impiegata una banca dati internazionale (banca dati commerciale ORBIS prodotta e commercializzata da Bureau Van Dijk).
Strategie e strumenti di rilevazione
Dato l’elevato numero e dettaglio dei domini di stima richiesti dal Regolamento FATS – che richiede la produzione di statistiche congiuntamente per settore di attività economica e paese di residenza delle controllate estere – si è optato per una rilevazione censuaria che ha interessato circa 5.897 vertici di gruppi di imprese che detengono almeno una partecipazione di controllo in un’impresa residente all’estero. La selezione a priori della lista di imprese da sottoporre ad indagine ha consentito tanto di operare su una lista di imprese molto limitata, riducendo al minino il carico statistico sulle imprese non interessate al fenomeno, quanto di razionalizzare la raccolta dati. Questa è stata attuata escludendo tutte le controllate intermedie dei gruppi e intervistando il vertice del gruppo, cui sono state chieste informazioni relative all’insieme delle imprese controllate direttamente o indirettamente, tramite altre controllate residenti in Italia o all’estero. La rilevazione diretta sulle imprese residenti in Italia è stata realizzata in modalità esclusivamente elettronica e ha consentito di raccogliere informazioni sull’attività economica, sul paese di residenza e sulle principali variabili economiche delle controllate estere. Il tasso di risposta dell’indagine è stato pari al 69% in termini di unità di rilevazione (vertici di impresa) con un impatto rilevante in termini di unità di analisi e relative variabili (Prospetto 2). Si segnala infatti la presenza di una forte correlazione tra tasso di risposta e dimensione economica del gruppo: per i principali gruppi multinazionali italiani il tasso di risposta è risultato pari al 99%, mentre è risultato molto superiore alla media per i gruppi multinazionali italiani di medie dimensioni.
Trattamento statistico delle mancate risposte totali e parziali
La stima delle mancate risposte totali (l’unità di rilevazione non ha risposto per tutte le unità di analisi da essa controllate) risulta particolarmente complessa nel contesto di un’indagine volta a rilevare attività economiche non residenti in Italia. Le caratteristiche delle unità di rilevazione (attività e dimensione economica) non sono necessariamente correlate con le caratteristiche delle unità di analisi. In particolare, a un vertice possono essere associate una o più controllate estere e la distribuzione delle controllate estere per settore di attività economica e paese di residenza può differire notevolmente anche tra vertici di gruppi di imprese con caratteristiche molto simili in termini di dimensione economica complessiva e caratteristiche delle unità residenti. La banca dati commerciale ORBIS, prodotta e commercializzata da Bureau Van Dijk, è stata impiegata limitatamente alla variabile di classificazione “attività economica” e alle variabili di analisi “addetti” e “fatturato”, per la ricostruzione delle principali unità di analisi non rispondenti (sottocopertura delle unità controllate fornite da un rispondente o mancata risposta totale). L’impiego di questa fonte ha determinato un significativo recupero del tasso di mancata risposta. La mancata o parziale ricostruzione delle controllate che fanno capo a un medesimo vertice, connessa con problemi di copertura, completezza e qualità dell’informazione presente nella banca dati commerciali, ha richiesto di adottare opportune metodologie di stima per la parte residuale di unità di analisi non rilevate e non integrate. Il metodo di stima impiegato tiene conto sia delle caratteristiche delle unità di rilevazione (dimensione economica e attività economica “prevalente” del gruppo di imprese), sia delle caratteristiche note delle unità di analisi (numero di controllate e area geografica di residenza). Il prospetto 2 riporta in sintesi il contributo delle diverse fonti e metodi che hanno determinato la produzione degli aggregati finali.
PROSPETTO 2. CONTRIBUTO DELLE DIVERSE FONTI E METODI ALLE STIME FINALI. In percentuale del totale
FONTI E METODI DI STIMA | NUMERO DI CONTROLLATE | NUMERO DI ADDETTI | FATTURATO |
Dati rilevati tramite indagine | 62,2 | 84,2 | 93,4 |
Integrazione mancate risposte totali o parziali con banca dati internazionale | 1,3 | 3,5 | 3,2 |
Recupero copertura per casi particolari con banca dati internazionale | 1,8 | 1,8 | 1,5 |
Totale dati rilevati o ricostruiti | 65,3 | 89,5 | 98,1 |
Stima mancate risposte totali o parziali | 34,7 | 10,5 | 1,9 |
Totale | 100 | 100 | 100 |
In particolare, la rilevazione diretta presso le imprese ha consentito di raccogliere informazioni sul 62,2% delle controllate italiane all’estero, con una quota sulle stime finali pari all’89,5% in termini di addetti e al 98,1% in termini di fatturato. L’impiego di dati di impresa ricostruiti da banche dati internazionali ha consentito di incrementare la quota delle imprese “certe”. Di conseguenza, il peso della componente stimata (stima mancate risposte totali e parziali) è risultata pari al 34,7% in termini di imprese, al 10,5% in termini di addetti e all’1,9% in termini di fatturato.
Informazioni sulla riservatezza dei dati
I dati raccolti sono tutelati dal segreto statistico e sottoposti alla normativa sulla protezione dei dati personali. Questi possono essere utilizzati, anche per successivi trattamenti, esclusivamente per fini statistici dai soggetti del Sistema statistico nazionale e possono, altresì, essere comunicati per finalità di ricerca scientifica alle condizioni e secondo le modalità previste dall’art. 7 del Codice di deontologia per il trattamento di dati personali effettuato nell’ambito del Sistema statistico nazionale e dal regolamento comunitario n. 831/2002. Le stime diffuse in forma aggregata, sono tali da non poter risalire ai soggetti che hanno fornito i dati o a cui si riferiscono.
Diffusione
A conclusione del processo produttivo delle due rilevazioni, i risultati ottenuti vengono pubblicati attraverso i seguenti canali di diffusione:
– La Statistica Report “Struttura e competitività delle imprese multinazionali”.
– Volume istituzionale “Annuario Statistico Italiano”.
– Annuario Istat-Ice
– Parte dei dati risultano consultabili anche sul sito di Eurostat.
I dati elementari rilevati nel corso dell’indagine sono resi disponibili per gli utenti che ne facciano richiesta. In ogni caso, i dati sono rilasciati in forma anonima.
[1] I concetti e le definizioni impiegati sono armonizzati a livello comunitario e coerenti con le indicazioni fornite dal “FATS Recommendation Manual” predisposto da EUROSTAT con la collaborazione dei paesi membri dell’UE28 (per ulteriori informazioni su concetti e definizioni si rimanda al Glossario).