- A luglio 2021 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni diminuisca dell’1,9% rispetto a giugno.
- Nella media del trimestre maggio–luglio 2021 la produzione nelle costruzioni registra una flessione dello 0,5% rispetto al trimestre precedente.
- Su base tendenziale l’indice grezzo della produzione nelle costruzioni aumenta del 5,4%, mentre l’indice corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi di calendario sono stati 22 contro i 23 di luglio 2020) registra una crescita del 9,1%.
- Nella media dei primi sette mesi del 2021, l’indice grezzo segna un incremento del 33,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre l’indice corretto per gli effetti di calendario cresce del 33,4%.
Il commento A luglio 2021, nonostante la flessione registrata su base congiunturale, i livelli dell’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni si mantengono ben al di sopra dei livelli prepandemici di febbraio 2020. Anche a livello trimestrale, si osserva una variazione congiunturale negativa rispetto al trimestre precedente, per la prima volta dallo scorso gennaio. Su base annua, la produzione nelle costruzioni rimane in crescita, seppur con una variazione più contenuta rispetto a quella rilevata nei quattro mesi precedenti. | PROSSIMA DIFFUSIONE 20 ottobre 2021 |
Link utili http://dati.istat.it http://www.istat.it/it/congiuntura |
FIGURA 1. PRODUZIONE NELLE COSTRUZIONI, INDICE DESTAGIONALIZZATO E MEDIA MOBILE A TRE MESI
Gennaio 2016 – luglio 2021 (base 2015=100)
FIGURA 2. PRODUZIONE NELLE COSTRUZIONI
Gennaio 2017 – luglio 2021 variazioni tendenziali su dati corretti per gli effetti di calendario
% |
PROSPETTO 1. INDICI DI PRODUZIONE NELLE COSTRUZIONI, VARIAZIONI CONGIUNTURALI E TENDENZIALI
Luglio 2021 (base 2015=100) (a)
Variazioni congiunturali | Variazioni tendenziali | |||
lug 21 giu 21 | mag-lug 21 feb-apr 21 | lug 21 lug 20 | gen-lug 21 gen-lug 20 | |
Produzione nelle costruzioni (dati destagionalizzati) | -1,9 | -0,5 | – | – |
Produzione nelle costruzioni (dati corretti per effetti di calendario) | – | – | +9,1 | +33,4 |
Produzione nelle costruzioni (dati grezzi) | – | – | +5,4 | +33,1 |
(a) Dati provvisori
Il prospetto che segue riepiloga le revisioni sulla produzione nelle costruzioni, calcolate come differenza tra i tassi di variazione rilasciati in occasione del report odierno e quelli diffusi nel report precedente. Per quanto riguarda le variazioni congiunturali dell’indice della produzione nelle costruzioni, calcolate sui dati destagionalizzati, alla revisione corrente si associa la revisione che la procedura di destagionalizzazione effettua sull’intera serie storica ogni volta che si aggiunge una nuova osservazione. Le revisioni delle variazioni tendenziali si riferiscono agli indici grezzi. Le serie complete degli indici sono disponibili nella banca dati I.Stat.
PROSPETTO 2. REVISIONI DELLE VARIAZIONI PERCENTUALI, DIFFERENZE IN PUNTI PERCENTUALI
Maggio 2021 (base 2015=100)
Variazioni congiunturali | Variazioni tendenziali | |
Maggio 2021 | ||
Produzione nelle costruzioni | -0,1 | 0.0 |
Dati corretti per gli effetti di calendario: dati depurati, mediante apposite tecniche statistiche, dalla variabilità attribuibile alla composizione del calendario nei singoli periodi (mesi o trimestri) dell’anno, dovuta al diverso numero di giorni lavorativi o di giorni specifici della settimana in essi contenuti e alla presenza di festività nazionali civili o religiose, fisse e mobili (festività pasquali), nonché dell’anno bisestile. Il ricorso a tale trasformazione dei dati consente di cogliere in maniera più adeguata sia le variazioni tendenziali (calcolate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), sia le variazioni medie annue.
Dati destagionalizzati:dati depurati, mediante apposite tecniche statistiche, dalle fluttuazioni attribuibili alla componente stagionale (dovute a fattori metereologici, consuetudinari, legislativi, ecc.) e, se significativi, dagli effetti di calendario. Questa trasformazione dei dati è la più idonea a cogliere l’evoluzione congiunturale di un indicatore. La metodologia adottata per la correzione per gli effetti di calendario e la destagionalizzazione degli indici grezzi della produzione nelle costruzioni fa sì che ogni mese i dati già pubblicati relativi agli ultimi anni siano soggetti a revisione. Gli indici corretti con il metodo di regressione sono riproporzionati al fine di garantire che la media dell’anno base sia pari a 100; l’operazione lascia inalterata la dinamica degli indici.
Giorni lavorativi di calendario: giorni di calendario del mese diminuiti dei sabati, domeniche e festività civili e religiose nazionali.
Indice della produzione nelle costruzioni: numero indice che misura la variazione nel tempo della produzione del settore. Per questo indicatore si fa riferimento al Regolamento (UE) 2019/2152 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 novembre 2019 (con successivo Regolamento di esecuzione (UE) 2020/1197 della Commissione europea del 30 luglio 2020) che sostituisce il regolamento (CE) n. 1165/1998 del Consiglio europeo (successivamente emendato dal regolamento (CE) n. 1158/2005).
Revisioni: differenze in punti tra la variazione percentuale pubblicata come dato provvisorio nel precedente comunicato stampa e quella definitiva relativa allo stesso mese di riferimento.
Variazione congiunturale: variazione percentuale rispetto al mese o periodo precedente.
Variazione tendenziale: variazione percentuale rispetto allo stesso mese o periodo dell’anno precedente.
Produzione nelle costruzioni
L’indice mensile di produzione nelle costruzioni (IPC) ha come campo di osservazione tutta l’attività delle costruzioni, riferita sia alla produzione di nuovi manufatti sia alla manutenzione di quelli esistenti (sezione F della classificazione delle attività economiche Nace Rev.2). L’indice è costruito in base fissa e ha come anno di riferimento il 2015.
A partire dal 1 gennaio 2021 ha effetto il Regolamento (UE) 2019/2152 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 novembre 2019 (con successivo Regolamento di esecuzione (UE) 2020/1197 della Commissione europea del 30 luglio 2020) che sostituisce il regolamento (CE) n. 1165/1998 del Consiglio europeo (successivamente emendato dal regolamento (CE) n. 1158/2005 ) e stabilisce il livello di dettaglio, la metodologia e la cadenza con cui gli indicatori congiunturali devono essere prodotti e trasmessi a Eurostat.
Conformemente al Regolamento già menzionato, l’indice viene diffuso per l’intero settore delle costruzioni. Tuttavia, per le due sezioni principali della classificazione CC (‘Construction Classification’) è prevista anche la trasmissione confidenziale ad Eurostat di due indici di produzione disaggregati per le attività di costruzione di edifici (codice CC1) e per le opere di ingegneria civile (codice CC2).
L’elaborazione dell’indice è inoltre prevista dal Programma statistico nazionale in vigore, consultabile sul sito internet del Sistan all’indirizzo https://www.sistan.it/index.php?id=52.
Fonti e metodologia di calcolo
La funzione di produzione
La metodologia utilizzata per il calcolo dell’IPC è di tipo indiretto: l’andamento dell’output viene stimato a partire da indici degli input produttivi (le ore lavorate, gli input intermedi e il capitale fisico), aggregati attraverso i coefficienti della funzione di produzione del settore, stimata per l’anno base e ricorrendo ad una formulazione di tipo Cobb-Douglas a rendimenti di scala costanti.
La stima della funzione di produzione è stata effettuata utilizzando dati elementari di impresa di fonte SBS relativi al 2015. In particolare, ai fini della stima della funzione di produzione, sono state utilizzate le seguenti variabili: il valore della produzione, il costo per l’acquisto di input intermedi (materie prime, sussidiarie e di consumo), il numero totale di ore lavorate e il valore delle immobilizzazioni materiali che rappresentano una proxy del capitale fisico. Tuttavia, poiché in ambito Frame-SBS la variabile ‘immobilizzazioni materiali’ è disponibile solo per le imprese delle classi dimensionali superiori, è stato necessario integrare l’archivio Frame-SBS con informazioni desunte dai bilanci civilistici delle imprese delle costruzioni con un numero di addetti inferiore a 100.
La specificazione di tipo Cobb-Douglas, linearizzata attraverso la trasformazione logaritmica, ha condotto al seguente modello di regressione stimato:
log Y= 0,454 log L+0,448 log ACQ+0,098 log K
ove, in termini aggregati, Yrappresenta il valore della produzione,Lindica il numero delle ore lavorate, ACQè il valore degli acquisti di beni intermedi e, infine,Kapprossima il volume del capitale materiale impiegato.
I parametri sono stati stimati con il metodo dei minimi quadrati ordinari.
L’aggiornamento mensile delle variabili di input
Per ciascun mese di riferimento, il livello dell’IPC è ottenuto applicando i coefficienti della funzione di produzione (stimati per l’anno base 2015) agli indici mensili relativi agli input.
L’andamento mensile delle variabili di input è calcolato ricorrendo a fonti informative diverse. In particolare, per le ore lavorate, si utilizzano le informazioni provenienti dalle Casse edili, organismi deputati, a livello territoriale, alla gestione di alcuni istituti contrattuali e alla conseguente raccolta di dati sulle ore ordinarie effettivamente lavorate da operai e apprendisti. Attraverso una rilevazione mensile, basata sulle 98 Casse edili presenti sul territorio nazionale, l’Istat acquisisce informazioni sulle ore lavorate, sul numero di operai e sul numero di imprese a cui le ore si riferiscono. L’insieme delle informazioni raccolte attraverso la rilevazione sulle ore lavorate è correntemente sottoposto a verifiche volte ad accertarne la qualità. Inoltre, controlli basati su informazioni derivate da altre rilevazioni dell’Istat hanno evidenziato che i dati provenienti dalle Casse edili approssimano in maniera soddisfacente l’andamento dell’input di lavoro del settore.
Gli input intermedi vengono misurati tramite un indicatore costruito su dati relativi al fatturato mensile dei prodotti industriali[1], deflazionato mediante gli indici dei prezzi alla produzione per il mercato interno[2]. A partire dagli indici elementari del fatturato nazionale a livello di gruppo e classe (3 e 4 cifre della classificazione Ateco 2007) sono stati selezionati 7 tipi di attività economica, corrispondenti ai beni intermedi più utilizzati nel settore delle costruzioni: attività di produzione del cemento, calce e gesso; fabbricazione di prodotti in calcestruzzo, cemento e gesso, fabbricazione di materiali da costruzione in terracotta, fabbricazione di elementi da costruzione in metallo, fabbricazione di altri prodotti di carpenteria in legno e falegnameria per l’edilizia, fabbricazione di prodotti in plastica per l’edilizia, taglio, modellatura e finitura di pietre ornamentali. Il calcolo dell’indice aggregato dei beni intermedi (o indice degli acquisti) prevede una struttura di ponderazione articolata su due livelli: i singoli indici elementari, corrispondenti alle attività economiche già menzionate, sono ponderati con i pesi propri dell’indice del fatturato e forniscono gli indici di branca; questi ultimi vengono successivamente aggregati con dei coefficienti ricavati dalla matrice dei consumi intermedi della tavola simmetrica delle risorse e degli impieghi dell’anno 2014[3], l’ultima disponibile tra quelle prodotte dalla Contabilità nazionale al momento del passaggio alla base 2015.
Per quanto riguarda l’indice riferito al capitale, non disponendo di indicatori infra-annuali, la stima mensile dell’evoluzione dello stock di capitale è ottenuta a partire dalle stime annuali di Contabilità nazionale relative allo stock di capitale per branca proprietaria[4]. Tendendo anche conto della sostanziale inerzia di questo aggregato, la mensilizzazione del dato annuale si effettua ipotizzando una crescita uniforme dell’aggregato tra un mese e l’altro ed estrapolando poi la tendenza registrata nell’ultimo anno per il quale sono disponibili i dati. D’altro canto, dato il peso relativamente ridotto che lo stock di capitale assume nella funzione di produzione, si può ritenere che tali approssimazioni abbiano un’influenza molto limitata sulla stima della dinamica dell’IPC.
La destagionalizzazione
L’indice della produzione nelle costruzioni viene mensilmente trasmesso a Eurostat e diffuso in tre versioni: l’informazione rappresentata dall’indice cosiddetto “grezzo”, che risulta dal calcolo effettuato sui dati originari, viene completata attraverso la stima di altri due indici, l’indice corretto per i giorni lavorativi e l’indice destagionalizzato, entrambi calcolati attraverso il programma TRAMO-SEATS.
Occorre segnalare che, al fine di diffondere un set di indici con una base comune e permettere a Eurostat di compiere più agevolmente le operazioni necessarie alla costruzione degli aggregati europei, gli indici mensili corretti per gli effetti di calendario vengono riproporzionati in modo da assumere un valore pari a 100 nell’anno base e lasciare inalterato il profilo della serie. Il metodo di destagionalizzazione utilizzato da TRAMO-SEATS si fonda sull’ipotesi secondo cui una serie storica infra-annuale è rappresentabile come una combinazione (somma o prodotto) di diverse componenti non direttamente osservabili: una componente di lungo periodo, denominata ciclo-trend, una componente stagionale che cattura i movimenti periodici del fenomeno osservato, e una componente irregolare dovuta a fattori erratici. L’IPC, in particolare, viene destagionalizzato utilizzando una scomposizione di tipo moltiplicativo.
Il modello di destagionalizzazione viene rivisto in occasione del ribasamento e contestualmente alla revisione annuale dell’IPC. Quello attualmente in uso prevede la presenza di tre outlier additivi e uno di tipo ‘temporary change’, nonché dell’effetto ‘leap year’ e dell’effetto ‘Pasqua’.
Infine, poiché l’aggiunta di una nuova informazione consente una migliore valutazione delle diverse componenti delle serie, ogni mese i dati destagionalizzati già pubblicati relativi agli ultimi anni sono soggetti a revisione.
Tempestività
Tenuto conto della tempistica dettata dal Regolamento sulle statistiche congiunturali e della disponibilità delle fonti informative, l’Istat elabora, a 45 giorni dalla fine del mese di riferimento, una stima anticipata del valore mensile dell’IPC che, trasmessa a Eurostat in forma confidenziale e utilizzata per il calcolo degli aggregati europei, viene diffusa a livello nazionale a circa 50 giorni dalla fine del mese di riferimento.
Dettaglio territoriale
Gli indici relativi alla produzione nelle costruzioni sono stimati e diffusi solo a livello nazionale.
Revisioni
Oltre all’aggiornamento della base di riferimento, il valore dell’IPC subisce delle revisioni, per tener conto degli aggiornamenti delle misure degli input. La prima, operata nel mese successivo a quello della prima diffusione, incorpora le nuove informazioni sulle ore lavorate e sul fatturato industriale pervenute successivamente; la seconda, che avviene a fine anno, quando si acquisiscono i dati definitivi sulle ore lavorate, sugli indici mensili del fatturato e sui prezzi alla produzione, è di solito contestuale al rilascio da parte della Contabilità nazionale delle stime sul capitale lordo per branca proprietaria. Correntemente, la stima provvisoria elaborata a 45 giorni dalla fine del mese di riferimento viene rivista dopo 30 giorni.
Diffusione
In occasione della diffusione mensile dei dati, scaricabili dalla banca dati ‘I.stat’, è disponibile sul sito dell’Istat (www.istat.it) anche un report di sintesi e commento.
La gestione degli effetti dell’emergenza sanitaria sulla rilevazione
L’emergenza sanitaria Covid-19 non ha determinato, nel periodo di conduzione della raccolta delle informazioni, particolari criticità sia nella rilevazione sulle casse edili che in quella relativa al fatturato industriale.
Con riferimento alla procedura di destagionalizzazione utilizzata per trattare gli indicatori usualmente diffusi, al fine di gestire le eccezionali variazioni registrate dal mese di marzo 2020, si è proceduto a rivedere i modelli di destagionalizzazione, prendendo in considerazione le indicazioni contenute nelle linee guida diffuse da Eurostat, disponibili all’URL:
https://ec.europa.eu/eurostat/documents/10186/10693286/Time_series_treatment_guidance.pdf
Pertanto, nelle serie storiche si è tenuto conto – a partire da marzo 2020 – dell’ampiezza inusuale delle variazioni dei dati grezzi inserendo nei modelli statistici di destagionalizzazione, ove statisticamente significativi, regressori aggiuntivi (cosiddetti valori anomali additivi). Tale procedura, che tende a rendere minime, al momento, le revisioni dei valori passati delle serie destagionalizzate, è stata mantenuta fino allo scorso mese di gennaio. Non appena le informazioni disponibili consentiranno una valutazione complessiva della fase di accresciuta variabilità degli indicatori, si procederà a una eventuale revisione/modifica dei modelli statistici di destagionalizzazione. In quella circostanza potranno emergere revisioni dei dati destagionalizzati già diffusi più ampie di quelle usuali.
[1] Si rimanda alla nota informativa Istat su “I nuovi indici del fatturato e degli ordinativi dell’industria in base 2015” diffusa il 28 marzo 2018.
[2] Si veda il report diffuso il 9 marzo 2018 https://www.istat.it/it/archivio/212421.
[3] Si rimanda a https://www.istat.it/it/files/2018/03/Nota_metodologica_IO_Anno2014.pdf?title=Sistema+tavole+input-output+-+21%2Fmar%2F2018+-+Nota+metodologica.pdf .
[4] Su I.stat, nella sezione Conti Nazionali, “Investimenti fissi lordi per branca proprietaria, stock di capitale e ammortamenti”, edizione di settembre 2019.