- I dati qui presentati incorporano la revisione dei conti nazionali annuali relativa al triennio 2018-2020, effettuata per tenere conto delle informazioni acquisite dall’Istat dopo la stima pubblicata lo scorso marzo. In particolare, le stime dell’anno 2019 incorporano i dati definitivi sui risultati economici delle imprese e quelli completi relativi all’occupazione.
- Nel 2020 il Pil ai prezzi di mercato risulta pari a 1.653.577 milioni di euro correnti, con una revisione al rialzo di 1.982 milioni rispetto alla stima di marzo scorso. Per il 2019 il livello del Pil risulta rivisto verso l’alto di 3.993 milioni di euro.
- Nel 2020 il tasso di variazione del Pil in volume è pari a -8,9%, invariato rispetto alla stima di marzo. Sulla base dei nuovi dati, nel 2019 il Pil in volume è cresciuto dello 0,4%, con una revisione al rialzo di 0,1 punti percentuali rispetto alla stima di marzo.
- Nel 2020 gli investimenti fissi lordi sono diminuiti in volume del 9,2%, i consumi finali nazionali del 7,8%, le esportazioni di beni e servizi del 14,0%; le importazioni sono scese del 12,9%.
- Il valore aggiunto in volume è calato del 6,3% nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, del 10,9% nell’industria in senso stretto, del 6,4% nelle costruzioni e dell’8,3% nel settore dei servizi.
- Nel 2020, per l’insieme delle società non finanziarie la quota di profitto è pari al 43,0% e il tasso di investimento al 21,0%.
- Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici ha segnato nel 2020 una diminuzione del 2,9% in valore e del 2,6% in termini di potere d’acquisto. La contestuale marcata diminuzione dei consumi privati (-11,0%), ha generato una crescita della propensione al risparmio delle famiglie al 15,6% dall’8,0% del 2019.
- L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è pari nel 2020 a -9,6% (-1,5% nel 2019), con una revisione di -0,1 punti percentuali rispetto alla stima pubblicata ad aprile.
- Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) è pari a -6,1% del Pil.
Il commento La stima aggiornata dei conti economici nazionali conferma la contrazione di entità eccezionale dell’economia nel 2020, con un tasso di variazione del Pil del -8,9% a fronte di un incremento dello 0,4% nel 2019. Dal lato della domanda, a trascinare la caduta del Pil è stata soprattutto la domanda interna, mentre la domanda estera e la variazione delle scorte hanno fornito contributi negativi molto più limitati. Dal lato dell’offerta di beni e servizi, si confermano le forti contrazioni del valore aggiunto in agricoltura, nelle attività manifatturiere ed in alcuni comparti del terziario. L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche è pari al 9,6% del Pil, in netto peggioramento rispetto al 2019, soprattutto a causa delle misure di sostegno introdotte per contrastare gli effetti della crisi. | PROSSIMA DIFFUSIONE Marzo 2022 |
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FIGURA 1. ANDAMENTO DEL PIL IN VOLUME
Anni 2005-2020, valori concatenati in milioni di euro (anno di riferimento 2015) e variazioni percentuali annuali
FIGURA 2. SALDI DI FINANZA PUBBLICA IN RAPPORTO AL PIL
Anni 2005-2020, incidenza percentuale sul Pil
IL CONTO ECONOMICO DELLE RISORSE E DEGLI IMPIEGHI (PIL E LE SUE COMPONENTI)
Nel 2020 il Pil ai prezzi di mercato è pari a 1.653.577 milioni di euro correnti, con un calo del 7,9% rispetto all’anno precedente. Il Pil in volume è sceso dell’8,9%.
La caduta del Pil è stata accompagnata da una diminuzione in volume del 12,9% delle importazioni di beni e servizi; nel complesso, le risorse disponibili sono scese del 9,8%. Dal lato degli impieghi si registrano cali del 7,8% per i consumi finali nazionali, del 9,2% per gli investimenti fissi lordi e del 14,0% per le esportazioni di beni e servizi.
Nel 2020 la spesa per consumi finali delle famiglie residenti è diminuita, in volume, del 10,7%. Nell’ambito dei consumi finali interni, sia la componente dei servizi sia quella dei beni sono scese, rispettivamente del 16,5% e del 6,4%; gli incrementi hanno riguardato le spese per alimentari e bevande non alcoliche (+1,9%), per comunicazioni (+2,2%) e per abitazione, acqua, elettricità, gas ed altri combustibili (+0,6%); le maggiori flessioni si registrano nelle spese per alberghi e ristoranti (-40,6%), per trasporti (-24,5%), per servizi ricreativi e culturali (-22,5%) e per vestiario e calzature (-21,1%) (Tavola 23 dell’allegato statistico).
Gli investimenti fissi lordi segnano un calo, in volume, del 9,2%. La componente delle costruzioni è scesa del 6,7%, quella delle macchine e attrezzature del 12,0%, quella dei mezzi di trasporto del 27,2% e quella dei prodotti della proprietà intellettuale del 2,7% (Tavola 4 dell’allegato statistico).
In termini di contributi alla discesa del Pil, la domanda nazionale al netto delle scorte ha fornito un apporto negativo di 7,8 punti percentuali (di cui -6,1 punti attribuibili ai consumi finali nazionali e -1,7 punti agli investimenti fissi lordi e oggetti di valore), la componente estera ha contribuito negativamente per 0,8 punti, mentre le scorte hanno sottratto alla crescita 0,4 punti percentuali.
PROSPETTO 1. CONTO ECONOMICO DELLE RISORSE E DEGLI IMPIEGHI
Anno 2020, valori in milioni di euro
AGGREGATI | Valori a prezzi Correnti | Variazioni % 2020/2019 | Valori concatenati (anno di riferimento 2015) | Variazioni % 2020/2019 |
Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato | 1.653.577 | -7,9 | 1.573.153 | -8,9 |
Importazioni di beni e servizi fob | 424.934 | -16,4 | 436.412 | -12,9 |
Consumi finali nazionali | 1.301.800 | -7,6 | 1.257.288 | -7,8 |
– Spesa delle famiglie residenti | 948.258 | -11,0 | 925.269 | -10,7 |
– Spesa delle AP | 345.374 | +3,2 | 322.875 | +1,9 |
– Spesa delle ISP | 8.168 | -17,0 | 8.420 | -12,2 |
Investimenti fissi lordi | 293.765 | -8,6 | 283.500 | -9,2 |
Variazione delle scorte | -4.800 | – | – | – |
Oggetti di valore | 1.803 | -16,2 | 1.576 | -14,3 |
Esportazioni di beni e servizi fob | 485.944 | -14,4 | 471.451 | -14,0 |
Per i valori correnti i totali possono non corrispondere alla somma delle componenti per gli arrotondamenti effettuati. Per i valori concatenati l’utilizzo degli indici a catena comporta la perdita di additività delle componenti espresse in termini monetari. La somma dei valori concatenati delle componenti di un aggregato, pertanto, non è uguale al valore concatenato dell’aggregato stesso.
PROSPETTO 2. CONTRIBUTI ALLA CRESCITA DEL PIL
Anni 2016-2020, prezzi dell’anno precedente
AGGREGATI | 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 |
Domanda nazionale al netto delle scorte | +1,6 | +1,5 | +1,1 | +0,2 | -7,8 |
– Consumi finali nazionali | +0,9 | +0,9 | +0,6 | +0,0 | -6,1 |
– Spesa delle famiglie residenti e Isp | +0,8 | +0,9 | +0,6 | +0,1 | -6,4 |
– Spesa delle AP | +0,1 | -0,0 | +0,0 | -0,1 | +0,3 |
– Investimenti fissi lordi e oggetti di valore | +0,7 | +0,5 | +0,6 | +0,1 | -1,7 |
Variazione delle scorte | +0,2 | +0,2 | +0,1 | -0,4 | -0,4 |
Domanda estera netta | -0,5 | +0,0 | -0,3 | +0,7 | -0,8 |
Prodotto interno lordo | +1,3 | +1,7 | +0,9 | +0,4 | -8,9 |
La somma dei singoli contributi può differire da quella aggregata – e quindi dalla variazione del Pil – a causa dell’effetto degli arrotondamenti.
Nel 2020 il deflatore del Pil (Tavola 5 dell’allegato statistico) è aumentato dell’1,2%, quello degli investimenti dello 0,7% mentre quello della spesa delle famiglie residenti è diminuito dello 0,3%. Si è registrato un miglioramento nella ragione di scambio con l’estero, quale risultante di una flessione del deflatore delle esportazioni (-0,5%) inferiore a quella registrata per il deflatore delle importazioni di beni e servizi (-4,1%).
valore aggiunto, redditi e occupazione
Nel 2020 il valore aggiunto in volume dell’insieme dell’economia ha segnato un calo dell’8,7%, a sintesi di contrazioni del 6,3% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca, del 10,9% nell’industria in senso stretto, del 6,4% nelle costruzioni e del 8,3% nei servizi. All’interno del comparto dei servizi, l’unico incremento si registra nei servizi di informazione e comunicazione (+1,8%); il calo più significativo ha riguardato il comparto che raggruppa commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli, trasporto e magazzinaggio, servizi di alloggio e di ristorazione (-16,6%) (Prospetto 3).
PROSPETTO 3. VALORE AGGIUNTO AI PREZZI BASE
Anni 2016-2020, variazioni percentuali annuali, valori concatenati (anno di riferimento 2015)
AGGREGATI | 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 |
Valore aggiunto | +1,4 | +1,6 | +0,9 | +0,4 | -8,7 |
Agricoltura, silvicoltura e pesca | -0,1 | -3,8 | +1,9 | -1,6 | -6,3 |
Attività estrattiva, manifatturiera ed altre attività industriali | +3,2 | +3,4 | +2,0 | -0,3 | -10,9 |
di cui: attività manifatturiere | +3,0 | +3,5 | +1,7 | -0,5 | -11,5 |
Costruzioni | +0,6 | +0,8 | +1,2 | +3,1 | -6,4 |
Servizi | +1,0 | +1,3 | +0,6 | +0,5 | -8,3 |
Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli; trasporto e magazzinaggio; servizi di alloggio e di ristorazione | +2,7 | +3,0 | +0,4 | +1,6 | -16,6 |
Servizi di informazione e comunicazione | +5,1 | +1,8 | -0,6 | +2,5 | +1,8 |
Attività finanziarie e assicurative | -0,6 | -0,2 | -0,4 | +0,7 | -2,1 |
Attività immobiliari | +0,1 | +0,6 | +1,0 | +0,9 | -2,7 |
Attività professionali, scientifiche e tecniche; amministrative e servizi di supporto | +1,4 | +2,7 | +3,6 | -1,5 | -10,5 |
Ap, difesa, istruzione, salute e servizi sociali | -0,9 | -0,6 | -0,4 | -0,5 | -3,1 |
Attività artistiche, di intrattenimento e divertimento; riparazione di beni per la casa e altri servizi | +0,8 | +1,2 | -0,3 | +0,2 | -14,9 |
Nel 2020 le unità di lavoro (ULA) sono diminuite del 10,3% (Tavole da 10 a 13 dell’allegato statistico). Tale risultato deriva dalla flessione del 9,3% delle unità di lavoro dipendenti e del 12,8% di quelle indipendenti.
I redditi da lavoro dipendente sono scesi del 6,7% e le retribuzioni lorde del 7,2% (Tavole da 14 a 17 dell’allegato statistico). Queste ultime hanno registrato una diminuzione del 6,3% nelle costruzioni, dell’8,2% nell’industria in senso stretto, del 2,7% nel settore agricolo e del 7,1% nei servizi. In termini di retribuzione lorda per ULA dipendente vi è stato un incremento del 2,2% nell’insieme dell’economia, con aumenti dello 0,7% nell’agricoltura, dell’1,5% nell’industria in senso stretto e del 2,8% nei servizi; per il settore delle costruzioni si è registrato un lieve calo (-0,2%).
I conti nazionali per settore istituzionale
Nel 2020 il valore aggiunto a prezzi correnti generato nel complesso dell’economia nazionale, valutato ai prezzi base, è diminuito del 7,2% rispetto al 2019. A questa diminuzione hanno contribuito principalmente le Società non finanziarie (per il -5,0%) e, in misura meno rilevante, le Famiglie produttrici (per il -1,9%), mentre l’apporto degli altri settori è stato trascurabile.[1]
PROSPETTO 4. CONTRIBUTI DEI SETTORI ALLA CRESCITA NOMINALE DEL VALORE AGGIUNTO LORDO AI PREZZI BASE, Anni 2018-2020, tasso di crescita annuo e sua scomposizione per settore istituzionale
SETTORI | 2018 | 2019 | 2020 |
Tasso di crescita del valore aggiunto lordo ai prezzi base | 2,0 | 1,3 | -7,2 |
Società non finanziarie | 1,3 | 1,5 | -5,0 |
Società finanziarie | 0,0 | 0,1 | -0,2 |
Famiglie | 0,4 | -0,3 | -2,0 |
di cui Famiglie produttrici | 0,2 | -0,4 | -1,9 |
di cui Famiglie consumatrici | 0,1 | 0,1 | -0,1 |
Amministrazioni pubbliche | 0,4 | 0,0 | 0,1 |
La somma dei singoli contributi può differire da quella aggregata a causa dell’effetto degli arrotondamenti.
Nel 2020, le Società non finanziarie hanno subito un crollo del valore aggiunto ai prezzi base del 9,6%. Il risultato lordo di gestione ha mostrato una flessione meno incisiva (-8,5%): i redditi da lavoro dipendente erogati sono diminuiti in misura inferiore al valore aggiunto (-9,1%) ma si è registrato un forte incremento dei contributi alla produzione (+58,4%) e una riduzione del 16,9% delle imposte sulla produzione.
La quota di profitto (espressa come rapporto tra risultato lordo di gestione e valore aggiunto lordo ai prezzi base) è salita al 43,0% dal 42,5% dell’anno precedente. Gli investimenti fissi lordi sono diminuiti dell’11,6%, portando il tasso di investimento al 21,0% dal 21,5% del 2019.
Nel 2020 il valore aggiunto ai prezzi base delle Società finanziarie ha segnato una flessione del 5,0%. Anche per questo settore, la diminuzione meno marcata del risultato lordo di gestione (-4,3%) rispetto al valore aggiunto si deve alla contrazione delle imposte sulla produzione (-29,3% rispetto al 2019).
Nelle piccole imprese classificate nel settore delle Famiglie produttrici, il valore aggiunto ai prezzi base e il risultato lordo di gestione hanno entrambi subito una flessione del 10,6%. Questo settore, infatti, non ha beneficiato di una diminuzione delle imposte nette sulla produzione ma, soprattutto di interventi volti a sostenere, da un lato, direttamente il reddito degli imprenditori e, dall’altro, il mantenimento della capacità produttiva attraverso contributi in conto capitale.
PROSPETTO 5. TASSI DI VARIAZIONE DEI PRINCIPALI AGGREGATI DELLE SOCIETÀ E DELLE FAMIGLIE
Anni 2019-2020
2019/2018 | 2020/2019 | |
SOCIETÀ NON FINANZIARIE | ||
Valore aggiunto ai prezzi base | 2,8 | -9,6 |
Risultato lordo di gestione | 3,0 | -8,5 |
Investimenti fissi lordi | 0,8 | -11,6 |
SOCIETÀ FINANZIARIE | ||
Valore aggiunto ai prezzi base | 1,4 | -5,0 |
Risultato lordo di gestione | -0,6 | -4,3 |
Investimenti fissi lordi | 16,7 | -7,0 |
FAMIGLIE PRODUTTRICI | ||
Valore aggiunto ai prezzi base | -2,2 | -10,6 |
Reddito misto lordo | -2,4 | -10,6 |
Investimenti fissi lordi | -1,6 | -10,3 |
FAMIGLIE CONSUMATRICI | ||
Reddito lordo disponibile | 0,8 | -2,9 |
Potere d’acquisto delle famiglie | 0,2 | -2,6 |
Spesa delle famiglie per consumi finali | 0,8 | -11,0 |
Investimenti fissi lordi | -0,6 | -7,2 |
Nel 2020, le amministrazioni pubbliche hanno messo in atto rilevanti interventi di redistribuzione a favore delle famiglie consumatrici (per un totale di circa 61 miliardi di euro), il cui reddito lordo disponibile ha registrato una diminuzione del 2,9% in valori correnti e del 2,6% in termini reali, ovvero di potere d’acquisto. Il contestuale crollo della spesa per consumi finali (-11,0%) ha generato un deciso incremento della quota di reddito destinata a risparmio (propensione al risparmio) salita dall’8,0% del 2019 al 15,6%. L’attività di investimento in abitazioni ha segnato una diminuzione del 7,2%.
PROSPETTO 6. PRINCIPALI AGGREGATI PER SETTORE ISTITUZIONALE, Anni 2018-2020, milioni di euro
Società non finanziarie | Società finanziarie | Famiglie e Istituzioni sociali private senza scopo di lucro al servizio delle famiglie | Amministrazioni pubbliche | Totale | |||
Totale | di cui Famiglie produttrici | di cui Famiglie consumatrici | |||||
2018 | |||||||
Valore aggiunto ai prezzi base | 821.790 | 70.138 | 465.898 | 296.267 | 166.082 | 231.750 | 1.589.576 |
Risultato lordo di gestione/Reddito misto lordo | 348.439 | 33.457 | 409.113 | 265.901 | 142.642 | 48.997 | 840.006 |
Reddito primario lordo/reddito nazionale lordo | 218.840 | 59.606 | 1.287.744 | 31.600 | 1.255.114 | 224.764 | 1.790.955 |
Reddito lordo disponibile | 188.478 | 56.379 | 1.178.892 | 27.352 | 1.142.228 | 349.808 | 1.773.557 |
Risparmio lordo | 185.442 | 52.245 | 119.895 | 26.823 | 93.358 | 15.354 | 372.936 |
Investimenti fissi lordi | 179.891 | 6.316 | 92.152 | 27.582 | 63.922 | 37.766 | 316.125 |
Accreditamento (+)/Indebitamento (-) | 8.264 | 49.198 | 25.739 | 856 | 24.469 | -38.781 | 44.419 |
2019 | |||||||
Valore aggiunto ai prezzi base | 844.951 | 71.096 | 461.378 | 289.894 | 167.822 | 232.229 | 1.609.655 |
Risultato lordo di gestione/Reddito misto lordo | 359.001 | 33.249 | 404.487 | 259.468 | 144.402 | 49.134 | 845.871 |
Reddito primario lordo/reddito nazionale lordo | 216.360 | 60.439 | 1.297.987 | 31.445 | 1.265.560 | 235.663 | 1.810.449 |
Reddito lordo disponibile | 184.657 | 56.777 | 1.187.282 | 27.085 | 1.150.815 | 364.605 | 1.793.321 |
Risparmio lordo | 182.051 | 52.819 | 119.036 | 26.578 | 92.913 | 29.995 | 383.901 |
Investimenti fissi lordi | 181.372 | 7.372 | 91.308 | 27.133 | 63.534 | 41.502 | 321.554 |
Accreditamento (+)/Indebitamento (-) | 11.495 | 47.876 | 24.480 | 330 | 23.965 | -27.779 | 56.073 |
2020 | |||||||
Valore aggiunto ai prezzi base | 763.855 | 67.514 | 428.366 | 259.117 | 166.045 | 233.383 | 1.493.117 |
Risultato lordo di gestione/Reddito misto lordo | 328.361 | 31.807 | 377.003 | 231.936 | 144.443 | 49.255 | 786.426 |
Reddito primario lordo/reddito nazionale lordo | 202.731 | 61.985 | 1.202.530 | 31.082 | 1.170.555 | 206.398 | 1.673.644 |
Reddito lordo disponibile | 172.436 | 58.357 | 1.152.043 | 26.818 | 1.117.721 | 271.557 | 1.654.393 |
Risparmio lordo | 170.389 | 54.564 | 201.457 | 26.364 | 175.757 | -73.817 | 352.594 |
Investimenti fissi lordi | 160.393 | 6.857 | 83.919 | 24.338 | 58.981 | 42.595 | 293.765 |
Accreditamento (+)/Indebitamento (-) | 37.684 | 62.774 | 119.393 | 4.234 | 115.205 | -158.441 | 61.409 |
I totali possono non corrispondere alla somma delle componenti per gli arrotondamenti effettuati.
indebitamento netto e saldo primario delle aMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
Sulla base delle informazioni aggiornate, l’indebitamento netto delle AP in rapporto al Pil è stato pari nel 2020 a -9,6 % (-1,5 % l’anno precedente). In valore assoluto l’indebitamento è di 158.441 milioni di euro, in crescita di circa 130,7 miliardi rispetto a quello dell’anno precedente (Prospetto 7).
PROSPETTO 7. AGGREGATI DI FINANZA PUBBLICA
Anni 2017-2020, milioni di euro a prezzi correnti e valori percentuali
AGGREGATI | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 |
Accreditamento (+)/Indebitamento (-) netto | -42.010 | -38.781 | -27.779 | -158.441 |
Indebitamento netto/Pil (%) | -2,4 | -2,2 | -1,5 | -9,6 |
Saldo primario (a) | 23.448 | 25.815 | 32.587 | -101.189 |
Saldo primario/Pil (%) | +1,4 | +1,5 | +1,8 | -6,1 |
Prelievo fiscale | 726.707 | 739.094 | 759.227 | 708.123 |
Pressione fiscale (a) | 41,8 | 41,7 | 42,3 | 42,8 |
Debito (b) | 2.329.374 | 2.380.982 | 2.409.942 | 2.573.386 |
Debito/Pil (%) | 134,1 | 134,4 | 134,3 | 155,6 |
Fonti: per il Debito Pubblico Banca d’Italia, Collana Statistiche, “Finanza pubblica, fabbisogno e debito – luglio 2021” del 15 settembre 2021
(a) vedi glossario
(b) il debito tratto dalla pubblicazione sopra indicata è riferito al perimetro del settore delle AP precedente l’aggiornamento considerato nei conti nazionali presentati in questo comunicato.
Il saldo primario (indebitamento netto al netto della spesa per interessi) è negativo e pari a -101.189 milioni di euro, con un’incidenza sul Pil del -6,1% (+1,8% nel 2019); anche il saldo di parte corrente (risparmio o disavanzo delle AP) è negativo e pari a -73.817 milioni di euro (29.995 milioni nel 2019). Tale peggioramento è il risultato di un calo di circa 57 miliardi di euro delle entrate correnti e di un aumento di circa 46,8 miliardi delle uscite correnti (Tavole 18 e 19 dell’allegato statistico).
entrate e uscite delle aMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
Nel 2020 le entrate totali delle Amministrazioni pubbliche sono diminuite del 6,8% rispetto all’anno precedente (Prospetto 8). L’incidenza sul Pil è pari al 47,5 %.
Le entrate correnti hanno registrato un calo del 6,8%, attestandosi al 47,3 % del Pil. In particolare, le imposte dirette sono diminuite del 2,8%, principalmente per la forte contrazione dell’IRPEF, in parte compensata dall’aumento dell’imposta sostitutiva per i contribuenti in regime forfetario, mentre l’IRES ha registrato un calo più contenuto. Le imposte indirette hanno segnato una caduta più marcata (-11,7%), con diminuzioni significative del gettito IVA, delle accise, dell’imposta sul Lotto e lotterie e dell’IRAP. I contributi sociali effettivi sono scesi rispetto al 2019 (-5,8%). Le altre entrate correnti si sono ridotte dell’1,4%, nonostante l’andamento positivo dei dividendi.
Si segnala che le imposte e i contributi sociali includono una stima dei pagamenti sospesi, dovuti nel 2020 ma rinviati agli anni successivi secondo le disposizioni normative introdotte durante l’emergenza economico-sanitaria. Tale trattamento è stato effettuato al fine di garantire una corretta registrazione dei flussi in base al principio della competenza economica, in coerenza a quanto previsto dal Sistema Europeo dei Conti (SEC2010).
Il calo delle entrate in conto capitale (-4,2%) risente principalmente della contrazione delle imposte in conto capitale.
La pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) è risultata pari al 42,8 %, in aumento rispetto all’anno precedente, per la minore flessione delle entrate fiscali e contributive (-6,7%) rispetto a quella del Pil a prezzi correnti (diminuito del -7,9%).
Nel 2020 le uscite totali delle Amministrazioni pubbliche sono cresciute dell’8,4% rispetto al 2019. In rapporto al Pil sono risultate pari al 57,1%. Al loro interno, le uscite correnti sono aumentate del 5,8% principalmente a causa della dinamica delle prestazioni sociali in denaro (+10,5%, +3,7% nel 2019), a loro volta guidate dal forte incremento degli assegni di integrazione salariale (CIG), passati da circa 800 milioni nel 2019 a quasi 14,5 miliardi nel 2020, dagli assegni e sussidi assistenziali (da 20,1 miliardi del 2019 a 34,8 miliardi nel 2020) e dalle pensioni e rendite (+6,3 miliardi, +2,3%). Sono risultati in crescita anche i redditi da lavoro dipendente (+0,5%), i consumi intermedi (+2,9%) e le altre uscite correnti (+10,7%), queste ultime principalmente per l’aumento dei contributi alla produzione.
Gli interessi passivi diminuiscono del 5,2%, proseguendo la discesa già registrata nel 2019 (-6,5%).
Le uscite in conto capitale sono salite del 43% per la forte crescita delle altre uscite in conto capitale (+353%) che includono la registrazione delle spese previste a copertura delle garanzie statali a favore delle piccole e medie imprese (oltre 12 miliardi) e i contributi a fondo perduto a supporto dell’attività di impresa (oltre 9 miliardi), derivanti dalle misure previste dai decreti emanati nel corso del 2020.
PROSPETTO 8. CONTO ECONOMICO CONSOLIDATO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
Anni 2017-2020, variazioni percentuali annuali
AGGREGATI | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 |
Produzione vendibile e per uso proprio | -0,1 | +3,0 | +1,6 | -12,7 |
Imposte dirette | +1,1 | -0,7 | +3,8 | -2,8 |
Imposte indirette | +2,5 | +2,4 | +1,3 | -11,7 |
Contributi sociali | +2,2 | +3,9 | +3,3 | -5,6 |
Altre entrate correnti | -0,3 | +6,1 | +10,8 | -1,4 |
Totale entrate correnti | +1,7 | +2,0 | +3,0 | -6,8 |
Totale entrate in conto capitale | -2,2 | -37,6 | +0,2 | -4,2 |
Totale entrate | +1,7 | +1,7 | +3,0 | -6,8 |
Redditi da lavoro dipendente | +0,5 | +3,2 | +0,2 | +0,5 |
Consumi intermedi | +2,5 | +1,8 | +0,8 | +2,9 |
Prestazioni sociali in natura acquistate | +1,5 | +2,0 | -0,9 | +2,2 |
Prestazioni sociali in denaro | +1,5 | +2,1 | +3,7 | +10,5 |
Altre uscite correnti | -6,9 | +7,3 | +1,3 | +10,7 |
Interessi passivi | -1,4 | -1,3 | -6,5 | -5,2 |
Totale uscite correnti | +0,4 | +2,4 | +1,3 | +5,8 |
Totale uscite in conto capitale | +20,1 | -12,5 | +6,2 | +43,0 |
Totale uscite | +1,7 | +1,2 | +1,6 | +8,4 |
Revisioni delle stime del Pil per il biennio 2019-2020
In questo paragrafo sono presentate (Prospetti 9, 10 e 11) le revisioni al Conto economico delle risorse e degli impieghi e al valore aggiunto apportate ai dati relativi agli anni 2019-2020 rispetto alla diffusione di marzo[2]. Nell’attuale versione, in particolare, per i conti relativi al 2019 è stato incorporato l’insieme delle informazioni sui risultati economici delle imprese (tratte dal registro statistico Frame-SBS) in versione definitiva. Tali informazioni non erano ancora disponibili al momento dell’elaborazione delle precedenti stime relative al medesimo anno (diffuse a marzo 2021), per cui le revisioni presentate in questa sede risultano di dimensioni significative, soprattutto a livello di risultati settoriali. Nel prospetto 12 sono evidenziate le revisioni delle stime del conto delle Amministrazioni pubbliche, rispetto a quelle contenute nella Notifica alla UE del deficit e del debito pubblico del 22 aprile 2021.
Per il 2019, la nuova stima ha implicato una revisione del Pil ai prezzi di mercato di +3.993 milioni di euro correnti (Prospetto 9); ne è derivata una revisione nella stessa direzione di 0,2 punti percentuali del tasso di crescita. Per il 2020 il Pil a prezzi correnti è stato rivisto al rialzo di 1.982 milioni di euro e il tasso di variazione rispetto all’anno precedente ha subìto una revisione al ribasso di 0,1 punti percentuali.
PROSPETTO 9. REVISIONE DEI PRINCIPALI AGGREGATI DEL CONTO ECONOMICO DELLE RISORSE E DEGLI IMPIEGHI. Anni 2019-2020, valori correnti, stime settembre 2021 rispetto a stime marzo 2021
AGGREGATI | 2019 | 2020 | ||||
Stime settembre 2021 a | Stime marzo 2021 b | Revisioni a-b | Stime settembre 2021 a | Stime marzo 2021 b | Revisioni a-b | |
Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato | 1.794.935 | 1.790.942 | +3.993 | 1.653.577 | 1.651.595 | +1.982 |
Importazioni di beni e servizi fob | 508.331 | 508.848 | -517 | 424.934 | 426.579 | -1.645 |
Consumi finali nazionali | 1.409.420 | 1.409.577 | -157 | 1.301.800 | 1.302.088 | -288 |
– Spesa delle famiglie | 1.064.974 | 1.064.778 | +196 | 948.258 | 948.755 | -497 |
– Spesa delle AP | 334.610 | 335.049 | -439 | 345.374 | 345.009 | +365 |
– Spesa delle Isp | 9.836 | 9.751 | +85 | 8.168 | 8.325 | -157 |
Investimenti fissi lordi | 321.554 | 321.698 | -144 | 293.765 | 293.497 | +268 |
Variazione delle scorte e oggetti in valore | 4.507 | 860 | +3.647 | -2.997 | -4.462 | +1.465 |
Esportazioni di beni e servizi fob | 567.784 | 567.653 | +131 | 485.944 | 487.051 | -1.107 |
PROSPETTO 10. REVISIONE DELLE VARIAZIONI PERCENTUALI ANNUALI DEI PRINCIPALI AGGREGATI DEL CONTO ECONOMICO DELLE RISORSE E DEGLI IMPIEGHI. Anni 2019-2020, valori concatenati (anno di riferimento 2015), stime settembre 2021 rispetto a stime marzo 2021
AGGREGATI | 2019 | 2020 | ||||
Stime settembre 2021 a | Stime marzo 2021 b | Revisioni a-b | Stime settembre 2021 a | Stime marzo 2021 b | Revisioni a-b | |
Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato | +0,4 | +0,3 | +0,1 | -8,9 | -8,9 | 0,0 |
Importazioni di beni e servizi fob | -0,6 | -0,7 | +0,1 | -12,9 | -12,6 | -0,3 |
Consumi finali nazionali | +0,0 | +0,0 | 0,0 | -7,8 | -7,8 | 0,0 |
– Spesa delle famiglie | +0,2 | +0,3 | -0,1 | -10,7 | -10,7 | 0,0 |
– Spesa delle AP | -0,5 | -0,8 | +0,3 | +1,9 | +1,6 | +0,3 |
– Spesa delle Isp | +1,5 | +1,3 | +0,2 | -12,2 | -11,8 | -0,4 |
Investimenti fissi lordi | +0,7 | +1,1 | -0,4 | -9,2 | -9,1 | -0,1 |
Variazione delle scorte e oggetti in valore | – | – | – | – | – | – |
Esportazioni di beni e servizi fob | +1,6 | +1,6 | 0,0 | -14,0 | -13,8 | -0,2 |
Per l’anno 2019 il tasso di crescita del Pil è stato rivisto al rialzo nella valutazione in volume di 0,1 punti percentuali (+0,4 rispetto a +0,3%, Prospetto 10). Si registra una revisione al ribasso della dinamica degli investimenti (-0,4 punti percentuali). Il tasso di crescita delle importazioni risulta, invece, rivisto al rialzo di 0,1 punti percentuali.
Per l’anno 2020 il tasso di crescita del Pil in volume è rimasto invariato (a -8,9%) rispetto alla stima di marzo scorso. Dal lato della domanda si registra una revisione al ribasso della dinamica degli investimenti (da -9,1% a -9,2%), delle esportazioni (da -13,8% a -14,0%) e al rialzo per la spesa delle AP (da +1,6% a +1,9%). Anche la dinamica delle importazioni in volume è stata rivista al ribasso (da -12,6% a -12,9%).
In termini di volume, le nuove stime del valore aggiunto per il 2019 hanno determinato aggiustamenti significativi nei tassi di variazione a livello settoriale (Prospetto 11), con le maggiori revisioni al rialzo per le costruzioni (+1,3 punti), per il settore che raggruppa commercio, trasporto e magazzinaggio, alloggi e ristorazione (+1,0 punti) e per le attività finanziarie e assicurative (+0,8 punti percentuali); revisioni al ribasso si registrano per il settore che comprende le attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrative e servizi di supporto (-1,0 punti percentuali), per quello delle attività artistiche, di intrattenimento e divertimento, riparazione di beni e servizi per la casa (-0,8 punti percentuali).
Nel 2020 modifiche al ribasso dei tassi di variazione hanno interessato diversi settori: agricoltura (-0,3 punti percentuali); commercio, trasporto e magazzinaggio, alloggi e ristorazione (-0,6 punti), servizi di informazione e comunicazione (-0,1 punti), attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrative e servizi di supporto (-0,1 punti), AP, difesa, istruzione, salute e servizi sociali (-0,1 punti) e attività artistiche, di intrattenimento e divertimento; riparazione di beni per la casa e altri servizi (-0,3 punti). All’opposto, revisioni al rialzo si registrano per industria in senso stretto (+0,2 punti), attività finanziarie e assicurative (+0,5 punti) e attività immobiliari (+0,3 punti).
PROSPETTO 11. REVISIONE DELLE VARIAZIONI PERCENTUALI ANNUALI DEL VALORE AGGIUNTO A PREZZI BASE. Anni 2019-2020, valori concatenati (anno di riferimento 2015), stime settembre 2021 rispetto a stime marzo 2021
AGGREGATI | 2019 | 2020 | ||||
Stime settembre 2021 a | Stime marzo 2021 b | Revisioni a-b | Stime settembre 2021 a | Stime marzo 2021 b | Revisioni a-b | |
Valore aggiunto | +0,4 | +0,2 | +0,2 | -8,7 | -8,6 | -0,1 |
Agricoltura, silvicoltura e pesca | -1,6 | -2,0 | +0,4 | -6,3 | -6,0 | -0,3 |
Industria | +0,3 | -0,1 | +0,4 | -10,1 | -10,3 | +0,2 |
Attività estrattiva, manifatturiera ed altre attività industriali | -0,3 | -0,5 | +0,2 | -10,9 | -11,1 | +0,2 |
di cui: attività manifatturiere | -0,5 | -0,5 | 0,0 | -11,5 | -11,4 | -0,1 |
Costruzioni | +3,1 | +1,8 | +1,3 | -6,4 | -6,3 | -0,1 |
Servizi | +0,5 | +0,4 | +0,1 | -8,3 | -8,1 | -0,2 |
Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli; trasporto e magazzinaggio; servizi di alloggio e di ristorazione | +1,6 | +0,6 | +1,0 | -16,6 | -16,0 | -0,6 |
Servizi di informazione e comunicazione | +2,5 | +2,5 | 0,0 | +1,8 | +1,9 | -0,1 |
Attività finanziarie e assicurative | +0,7 | -0,1 | +0,8 | -2,1 | -2,6 | +0,5 |
Attività immobiliari | +0,9 | +1,8 | -0,9 | -2,7 | -3,0 | +0,3 |
Attività professionali, scientifiche e tecniche; amministrative e servizi di supporto | -1,5 | -0,5 | -1,0 | -10,5 | -10,4 | -0,1 |
Ap, difesa, istruzione, salute e servizi sociali | -0,5 | -0,9 | +0,4 | -3,1 | -3,0 | -0,1 |
Attività artistiche, di intrattenimento e divertimento; riparazione di beni per la casa e altri servizi | +0,2 | +1,0 | -0,8 | -14,9 | -14,6 | -0,3 |
Revisioni delle stime dell’indebitamento netto delle AP per il triennio 2018-2020
Le stime del conto delle Amministrazioni pubbliche per gli anni 2018-2020 sono state riviste a seguito del normale processo di consolidamento delle informazioni di base.
Per il 2018 sono state riviste al ribasso le entrate (-3 milioni) e al rialzo le uscite (+150 milioni), ma con impatto nullo sull’incidenza del deficit sul Pil rispetto alla Notifica di aprile 2021.
Per il 2019 le entrate totali sono state rettificate al rialzo per 122 milioni e le uscite sono rimaste invariate con un miglioramento del rapporto indebitamento/Pil di 0,1 punti percentuali.
Con riferimento al 2020 la revisione al ribasso delle entrate è stata di 3.314 milioni. Essa è principalmente dovuta alle imposte dirette e indirette (-2.932 milioni) e in particolare alla revisione della stima dei pagamenti dovuti nel 2020 ma rinviati agli anni successivi. La pressione fiscale risulta conseguemente rivista al ribasso di 0.3 punti percentuali (da 43.1 a 42.8).
Tra le uscite, riviste complessivamente al ribasso di 1.733 milioni, si segnala una correzione negativa delle uscite in conto capitale (-1.516 milioni, principalmente dovuta alla spesa per investimenti fissi lordi), delle prestazioni sociali in denaro (-241 milioni) e delle altre uscite correnti (inclusi interessi) (-468 milioni) parzialmente compensata da una revisione al rialzo dei redditi da lavoro dipendente (+411 milioni) e dei consumi intermedi e delle prestazioni sociali in natura acquistate (+81 milioni). L’impatto complessivo sull’indebitamento netto è stato di 1.581 milioni che ha peggiorato il rapporto indebitamento/Pil per 0,1 punti percentuali.
PROSPETTO 12. REVISIONI DELLE STIME DELL’INDEBITAMENTO NETTO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
Anni 2018-2020, milioni di euro correnti, stime settembre 2021 rispetto a stime aprile 2021
AGGREGATI | 2018 | 2019 | 2020 | ||||||
Stime settembre 2021 a | Stime aprile 2021 b | Revisioni a-b | Stime settembre 2021 a | Stime aprile 2021 b | Revisioni a-b | Stime settembre 2021 a | Stime aprile 2021 b | Revisioni a-b | |
Produzione vendibile e per uso proprio complessive | 43.876 | 43.946 | -70 | 44.562 | 44.386 | +176 | 38.890 | 39.418 | -528 |
Imposte dirette | 248.639 | 248.638 | +1 | 258.133 | 258.088 | +45 | 250.977 | 252.565 | -1.588 |
Imposte indirette | 254.430 | 254.406 | +24 | 257.617 | 257.771 | -154 | 227.546 | 228.890 | -1.344 |
Contributi sociali | 234.452 | 234.452 | 0 | 242.225 | 242.230 | -5 | 228.641 | 228.643 | -2 |
Altre entrate correnti | 32.820 | 32.778 | +42 | 36.373 | 36.306 | +67 | 35.857 | 35.825 | +32 |
Totale entrate correnti | 814.217 | 814.220 | -3 | 838.910 | 838.781 | +129 | 781.911 | 785.341 | -3.430 |
Totale entrate in c/capitale | 4.304 | 4.304 | 0 | 4.314 | 4.321 | -7 | 4.134 | 4.018 | +116 |
Totale entrate complessive | 818.521 | 818.524 | -3 | 843.224 | 843.102 | +122 | 786.045 | 789.359 | -3.314 |
Redditi da lavoro dipendente | 172.642 | 172.633 | +9 | 172.949 | 172.912 | +37 | 173.767 | 173.356 | +411 |
Consumi intermedi e Prestazioni sociali in natura acquistate | 146.580 | 146.823 | -243 | 146.943 | 146.995 | -52 | 150.881 | 150.800 | +81 |
Prestazioni sociali in denaro | 348.474 | 348.474 | 0 | 361.203 | 361.203 | 0 | 399.171 | 399.412 | -241 |
Altre uscite correnti (inclusi interessi) | 131.167 | 130.614 | +553 | 127.820 | 127.881 | -61 | 131.909 | 132.377 | -468 |
Totale uscite correnti | 798.863 | 798.544 | +319 | 808.915 | 808.991 | -76 | 855.728 | 855.945 | -217 |
Totale uscite in conto capitale | 58.439 | 58.608 | -169 | 62.088 | 62.012 | +76 | 88.758 | 90.274 | -1.516 |
Totale uscite complessive | 857.302 | 857.152 | +150 | 871.003 | 871.003 | 0 | 944.486 | 946.219 | -1.733 |
Indebitamento netto | -38.781 | -38.628 | -153 | -27.779 | -27.901 | +122 | -158.441 | -156.860 | -1.581 |
Pil | 1.771.391 | 1.771.566 | -175 | 1.794.935 | 1.790.942 | +.3993 | 1.653.577 | 1.651.595 | +1.982 |
Indebitamento netto/Pil(%) | -2,2 | -2,2 | 0,0 | -1,5 | -1,6 | +0,1 | -9,6 | -9,5 | -0,1 |
Pressione fiscale (a) | 41,7 | 41,7 | 0,0 | 42,3 | 42,4 | -0,1 | 42,8 | 43,1 | -0,3 |
(a) vedi glossario
Accreditamento/Indebitamento Saldo dei conti economici correnti e in conto capitale dei settori istituzionali. Se positivo (accreditamento) rappresenta l’importo di cui dispone un settore per finanziare, direttamente o indirettamente, altri settori; se negativo (indebitamento) corrisponde all’importo del prestito che un settore ha contratto con altri settori. L’accreditamento (+) o l’indebitamento (-) del totale dell’economia è pari alla somma degli accreditamenti o degli indebitamenti dei settori istituzionali. Esso rappresenta le risorse nette che il totale dell’economia mette a disposizione del Resto del mondo (se di segno positivo) o riceve dal Resto del mondo (se di segno negativo). L’accreditamento (+) o l’indebitamento (-) del totale dell’economia coincide, ma con segno opposto, con l’indebitamento (-) o l’accreditamento (+) del Resto del mondo.
Accreditamento/Indebitamento delle Amministrazioni pubbliche corrisponde al surplus (+) / deficit (-) del settore delle Amministrazioni pubbliche ed è calcolato come differenza tra entrate e uscite del settore. Viene utilizzato nel contesto della Procedura per i Disavanzi Eccessivi e nelle statistiche di finanza pubblica.
Amministrazioni pubbliche (Ap): Unità istituzionali le cui funzioni principali consistono nella produzione e offerta di beni e servizi non destinabili alla vendita, destinati a consumi collettivi e individuali, e nella redistribuzione del reddito e della ricchezza del Paese. Tali unità sono finanziate da versamenti obbligatori (imposte e contributi) effettuati da unità istituzionali appartenenti ad altri settori dell’economia (famiglie, imprese e istituzioni).
Consumi finali delle AP Valore della spesa per beni e servizi delle Amministrazioni pubbliche (AP) per il diretto soddisfacimento dei bisogni, individuali o collettivi, dei membri della collettività. Include:
- il valore dei beni e servizi ceduti gratuitamente alla collettività, pari al valore dei beni e servizi prodotti dalle Amministrazioni pubbliche ad esclusione dei beni capitali prodotti per proprio uso finale e delle vendite;
- il valore degli acquisti da parte delle Amministrazioni pubbliche di beni e servizi da produttori market che vengono forniti alle famiglie senza alcuna trasformazione.
Consumi finali delle famiglie Valore della spesa che le famiglie sostengono per l’acquisto di beni e servizi necessari per il soddisfacimento dei propri bisogni. Si distinguono in:
- consumi finali interni, effettuati sul territorio economico del paese da unità residenti e non residenti;
- consumi finali nazionali, che sono effettuati sul territorio economico del paese e nel Resto del mondo dalle unità residenti.
Consumi finali delle ISP Valore della spesa per beni e servizi delle Istituzioni sociali private senza scopo di lucro al servizio delle famiglie (ISP). Include:
- il valore dei beni e dei servizi prodotti dalle istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie diversi dagli investimenti per uso proprio e diversi dai beni e servizi venduti alle famiglie e ad altre unità a titolo oneroso;
- il valore degli acquisti, da parte delle istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie, di beni e servizi, prodotti da produttori market che vengono forniti alle famiglie senza alcuna trasformazione per essere da queste consumati.
Conto delle risorse e degli impieghi È il conto che riflette l’uguaglianza tra le risorse (prodotto interno lordo a prezzi di mercato e importazioni) e gli impieghi (consumi nazionali, investimenti lordi e esportazioni) di beni e servizi finali dell’intera economia.
Debito pubblico È calcolato in coerenza con la definizione adottata ai fini della Procedura per i disavanzi eccessivi dell’Unione europea (Regolamento del Consiglio delle Comunità Europee n. 479/2009), sommando le passività finanziarie del settore incluse nelle seguenti categorie: monete e depositi, titoli diversi dalle azioni, prestiti; le passività finanziarie sono valutate al valore facciale. Il debito è inoltre consolidato ossia esclude le passività che costituiscono attività, nei medesimi strumenti, di enti appartenenti alle Amministrazioni pubbliche. La Banca d’Italia elabora, sulla base delle regole statistiche fissate in ambito europeo, il debito delle Amministrazioni pubbliche (cosiddetto “debito di Maastricht”).
Deflatore Il rapporto tra un aggregato espresso in termini nominali e lo stessoespresso in termini reali. Indica quanta parte della crescita dell’aggregato, espresso in termini nominali, sia da attribuire a variazioni di prezzo.
Esportazioni Cessioni di beni e di servizi da unità residenti a unità non residenti. Le esportazioni di beni si registrano nel caso di un passaggio della proprietà economica tra unità residenti e non residenti. Esse sono valutate al valore Fob (free on board) che corrisponde al prezzo del bene alla frontiera del paese esportatore. Le esportazioni di servizi comprendono tutti i servizi prestati da unità residenti a unità non residenti.
Importazioni Gli acquisti di beni e di servizi che le unità residenti effettuano da unità non residenti. Le importazioni di beni si registrano nel caso di un passaggio della proprietà economica tra unità non residenti e residenti. Nel Conto delle risorse e degli impieghi esse sono valutate al valore Fob (free on board) che corrisponde al prezzo del bene alla frontiera del paese esportatore. Le importazioni di servizi includono tutti i servizi prestati da unità non residenti a unità residenti.
Imposte Prelievi obbligatori unilaterali operati dalle Amministrazioni pubbliche. Sono di tre tipi:
- imposte dirette, che includono tutti i pagamenti riscossi periodicamente sul reddito e sul patrimonio e alcune imposte periodiche non basate sul reddito o sul patrimonio;
- imposte indirette, che includono i prelievi obbligatori sulla produzione e sulle importazioni di beni e servizi, sull’utilizzazione del lavoro, sulla proprietà e sull’utilizzo di terreni, fabbricati o altri beni impiegati nell’attività di produzione.
- imposte in conto capitale, riscosse saltuariamente sul valore delle attività o del patrimonio netto delle unità istituzionali o sul valore delle attività trasferite a seguito di successioni, donazioni o altri trasferimenti.
Investimenti fissi lordi Sono costituiti dalle acquisizioni (al netto delle cessioni) di capitale fisso effettuate dai produttori residenti, a cui si aggiungono gli incrementi di valore dei beni non prodotti (ad esempio i terreni). Il capitale fisso consiste di beni materiali e immateriali (per esempio software) prodotti, destinati a essere utilizzati nei processi produttivi per un periodo superiore a un anno.
Oggetti di valore Sono beni non finanziari, utilizzati solo secondariamente per la produzione o il consumo, che non sono soggetti, in condizioni normali, a deterioramento (fisico) nel tempo e che sono acquistati e detenuti soprattutto come riserva di valore (beni rifugio).
Pressione fiscale è il rapporto tra l’ammontare delle imposte (dirette, indirette e in conto capitale) e dei contributi sociali (effettivi e figurativi) e il Pil.
Prezzo base Misura l’ammontare effettivo ricevuto dal produttore per un’unità di bene o servizio prodotto. Include i contributi sui prodotti ed esclude le imposte sui prodotti ed ogni margine commerciale e di trasporto fatturato separatamente dal produttore.
Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato (Pil) Il risultato finale dell’attività di produzione delle unità produttrici residenti. Può essere definito in tre modi: come somma del valore aggiunto a prezzi base delle varie branche di attività economica, aumentata delle imposte sui prodotti (compresa l’Iva e le imposte sulle importazioni), al netto dei contributi ai prodotti; come somma degli impieghi finali di beni e servizi (consumi finali e investimenti lordi) da parte delle unità istituzionali residenti, più le esportazioni e meno le importazioni di beni e servizi. Infine corrisponde anche alla somma dei redditi primari distribuiti dalle unità istituzionali residenti ai fattori produttivi.
Ragione di scambio Rapporto tra la variazione dei prezzi all’esportazione e la variazione dei prezzi all’importazione.
Reddito da lavoro dipendente Il costo sostenuto dai datori di lavoro a titolo di remunerazione dell’attività prestata dai lavoratori alle proprie dipendenze. Il complesso dei redditi da lavoro dipendente comprende sia le retribuzioni lorde sia i contributi sociali, effettivi e/o figurativi a carico del datore di lavoro.
Retribuzioni lorde comprendono i salari, gli stipendi e le competenze accessorie, in denaro e in natura, al lordo delle trattenute erariali e previdenziali a carico del lavoratore, corrisposti ai lavoratori dipendenti direttamente e con carattere di periodicità, secondo quanto stabilito dai contratti.
Saldo corrente (risparmio o disavanzo) Con riferimento ai conti pubblici, rappresenta il saldo delle partite correnti (entrate correnti – uscite correnti).
Saldo primario Rappresenta il saldo del conto non finanziario delle Amministrazioni pubbliche al netto degli interessi passivi.
Unità di lavoro (ULA) sono una misura dell’occupazione con la quale le posizioni lavorative a tempo parziale (contratti di lavoro part-time e seconde attività) sono riportate in unità di lavoro a tempo pieno. Le unità di lavoro sono calcolate al netto della cassa integrazione guadagni (CIG).
Valore aggiunto ai prezzi base È la differenza tra il valore della produzione di beni e servizi ed il valore dei costi intermedi sostenuti a fronte di tale produzione. La produzione è valutata ai prezzi base, cioè al netto delle imposte sui prodotti e al lordo dei contributi ai prodotti e i costi intermedi ai prezzi di acquisto. Corrisponde alla somma delle remunerazioni dei fattori produttivi e degli ammortamenti.
Valori concatenati Misura in volume degli aggregati di contabilità nazionale che permette di rappresentare la dinamica delle grandezze economiche al netto delle variazioni dei prezzi. Per ogni aggregato e per ogni anno si calcola il rapporto fra il valore espresso ai prezzi dell’anno precedente (ad esempio le stime per il 2018 sono espresse ai prezzi del 2017) e il valore a prezzi correnti dell’anno prima. Gli indici di volume in base mobile così ottenuti sono concatenati tra loro moltiplicandoli consecutivamente a partire da un valore fissato per il primo anno pari a 100 e slittando poi la base all’anno preso come riferimento (attualmente il 2015). Il risultato è un indice di volume concatenato che moltiplicato per il valore corrente relativo all’anno di riferimento (e diviso per 100) determina l‘aggregato a valori concatenati.
Variazione delle scorte è misurata come la differenza tra il valore delle entrate nelle scorte e il valore delle uscite dalle scorte e di ogni perdita ricorrente dei beni compresi nelle scorte. Le scorte comprendono le seguenti categorie: materie prime, prodotti in corso di lavorazione, prodotti finiti, beni per la rivendita.
Introduzione e quadro normativo
Il sistema dei conti nazionali descrive in termini quantitativi e sotto forma contabile l’attività economica e finanziaria di un Paese o di sue determinate ripartizioni territoriali, per periodi coincidenti con l’anno solare e per intervalli temporali più brevi (trimestri).
Come avviene per ogni unità economicamente organizzata, sia essa la grande impresa o la singola famiglia, anche per il Paese considerato nel suo complesso si possono costituire periodicamente dei consuntivi di costo e ricavo che registrano, in forma aggregata e in modo sistematico, le molteplici azioni svolte dai vari soggetti economici che operano nell’ambito dei processi di formazione, distribuzione e impiego delle risorse.
Le stime dei conti nazionali sono prodotte in conformità con quanto stabilito dal manuale del Sistema europeo dei conti nazionali e regionali (SEC 2010), che rappresenta l’applicazione a livello europeo del System of National Accounts (SNA 2008) delle Nazioni Unite. Le disposizioni metodologiche da esso stabilite costituiscono delle regole stringenti per i paesi dell’Unione europea, assicurando la comparabilità delle stime. Il SEC 2010 è stato adottato con il Regolamento Ue del Parlamento europeo e del Consiglio, n. 549/2013, relativo al Sistema europeo dei conti nazionali e regionali dell’Unione europea[3] che prevede un programma di trasmissione obbligatoria dei dati.
Il metodo di registrazione dei flussi economico-finanziari adottato dalla contabilità nazionale è basato sulle regole della partita quadrupla, in quanto nella maggior parte delle operazioni intervengono due unità istituzionali e ciascuna operazione deve essere registrata due volte dalle due parti che intervengono. Il sistema è organizzato in una serie ordinata di conti che descrivono il funzionamento dell’economia, mettendo in evidenza come si forma, distribuisce e impiega il reddito, come si accumula il risparmio, quali sono le forme di finanziamento delle attività e quali le posizioni del Paese rispetto al resto del mondo, nonché quali sono i circuiti, le interdipendenze e le relazioni di comportamento tra i vari settori che operano all’interno del Paese stesso.
Tutti i flussi e gli stock sono misurati, in una prima fase, in valori monetari (cioè a prezzi correnti) che incorporano, per definizione, i livelli dei prezzi sottostanti. Nei confronti tra periodi (anni) diversi, è fondamentale scomporre la variazione degli aggregati espressi in valore, separando la componente dovuta alla variazione dei prezzi da quella in volume (detta anche variazione “reale” o “a prezzi costanti”). Tale risultato si ottiene applicando le tecniche di deflazione che portano, per tutte le variabili per le quali è fondata la scomposizione, a stime di aggregati espressi prima ai prezzi dell’anno precedente e poi in termini “concatenati”, con un calcolo che permette di disporre di indici di prezzo (deflatori) e di aggregati espressi in volume, comparabili su periodi pluriennali. Di particolare rilevanza è la misura del Pil stimata in valori concatenati, che costituisce la principale variabile di riferimento per indicare la dinamica dell’economia in termini reali.
Tutte le elaborazioni che concorrono alla formazione dei conti economici nazionali sono inserite nel Piano Statistico Nazionale (edizione in vigore: Psn 2017-2019. Aggiornamento 2019) – approvato con DPR del 25 Novembre 2020, pubblicato sul supplemento ordinario n. 8 alla Gazzetta Ufficiale – serie generale – n. 35 dell’ 11 febbraio 2021.
L’emergenza sanitaria COVID-19 e la stima del Pil e dell’indebitamento AP per il 2020
Le stime degli aggregati dei conti nazionali annuali relative all’anno t-1 sono calcolate direttamente a partire dalle stime trimestrali basate su indicatori tratti da fonti Istat e, in misura minore, da altre fonti, amministrative e non.
Le misure connesse all’emergenza sanitaria COVID-19 emanate dal Governo hanno determinato, nella prima metà del 2020, alcune difficoltà nelle rilevazioni congiunturali condotte dall’Istat e nella disponibilità di dati amministrativi e statistici che costituiscono la base delle stime trimestrali utilizzate. Tutte le analisi condotte dall’Istat sui tassi di risposta e sulle informazioni fornite dagli operatori economici indicano che la qualità degli indicatori congiunturali, utilizzati nelle stime, non ha subìto contraccolpi di rilievo.
Le azioni correttive intraprese nel corso dell’anno ai fini della stima dei conti trimestrali sono in linea con le indicazioni di Eurostat per garantire la comparabilità internazionale (si veda la sezione dedicata Covid-19 and European Statistics) e hanno riguardato unicamente la verifica e la revisione straordinaria dei modelli di rimozione delle componenti di calendario e stagionali.
In definitiva, la stima annuale riguardante il 2020 si basa su un insieme di informazioni statistiche del tutto analogo, per dettaglio e qualità, a quello che è di norma disponibile per questa tipologia di stima.
Per quanto riguarda i dati di finanza pubblica non si segnalano difficoltà nella disponibilità delle fonti usuali che sono state integrate con quelle provenienti dal Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19.
Come di consueto, i dati qui presentati saranno oggetto di revisione nelle prossime diffusioni man mano che si renderanno disponibili ulteriori fonti informative. Per l’eccezionalità della circostanza, tali revisioni potranno essere di entità superiore alla norma.
L’elaborazione dei dati: processo, strumenti e tecniche
In Italia, i conti nazionali sono compilati sulla base di un sistema di fonti statistiche e dati amministrativi a cui vengono applicate le definizioni del SEC. I conti misurano l’ampio insieme di variabili che rappresenta il sistema economico, la sua evoluzione nel tempo e le sue relazioni con il resto del mondo. In particolare, le stime annuali dei conti espresse a prezzi correnti sono ottenute a partire da stime delle componenti della domanda (consumi finali, investimenti, esportazioni, consumi intermedi) e di quelle dell’offerta (produzione interna, importazioni). Le stime dei due lati dell’economia, effettuate in gran parte sulla base di approcci indipendenti, sono integrate all’interno di un sistema di tavole delle risorse e degli impieghi (SUT) in cui le differenze tra domanda e offerta sono analizzate e riconciliate finché non si riducono a discrepanze statistiche, trattate attraverso una procedura di bilanciamento matematico.
Nell’attuale sistema di costruzione dei conti non si produce una stima indipendente del Pil secondo l’approccio del reddito, ovvero basata sulla somma delle remunerazioni dei fattori produttivi, in quanto non esistono fonti sufficienti a giungere a una misurazione autonoma del risultato lordo di gestione e del reddito misto. Tali componenti sono stimate in una seconda fase, al momento della compilazione dei conti nazionali per settore istituzionale, come differenza tra il valore aggiunto e gli altri redditi primari distribuiti (costituiti in primo luogo dai redditi da lavoro dipendente), per i quali sono possibili quantificazioni dirette. Le quote di reddito distribuite ai diversi fattori produttivi, risultanti da tale elaborazione, rappresentano un indicatore molto importante dell’affidabilità e della plausibilità economica delle stime del valore aggiunto.
Di norma, i processi di stima sono eseguiti al livello più disaggregato possibile per garantire sia un alto grado di affidabilità, sia un dettaglio adeguato a rappresentare i fenomeni economici oggetto di analisi e la loro evoluzione nel tempo. I metodi applicati nel processo di compilazione dei conti forniscono una misura esaustiva del Pil, in quanto gli aggregati includono anche le componenti non osservate dell’economia[4].
Per quel che riguarda le stime in volume, si procede attraverso la deflazione degli aggregati precedentemente stimati a prezzi correnti, con metodi diversi dal lato dell’offerta e della domanda. Per l’offerta dei produttori market, il valore aggiunto ai prezzi dell’anno precedente è stimato attraverso il metodo della doppia deflazione che prevede: a) la stima dei valori correnti della produzione e dei costi intermedi; b) la loro deflazione attraverso gli indici di prezzo (di tipo Paasche) dell’output e dell’input derivando, rispettivamente, la produzione e i costi intermedi ai prezzi dell’anno precedente; c) il calcolo del valore aggiunto ai prezzi dell’anno precedente per differenza tra i due precedenti aggregati. Dal lato della domanda, le singole componenti della spesa sono deflazionate utilizzando indicatori di prezzo appropriati alle tipologie di beni o di servizi che le compongono. Tali indicatori sono basati essenzialmente sui prezzi al consumo, su quelli alla produzione e sui prezzi dei beni importati ed esportati.
Il valore dei servizi prodotti dagli operatori non market è per convenzione pari al valore dei costi di produzione impiegati per realizzarli. In assenza di indici di prezzo specifici, la produzione ai prezzi dell’anno precedente è calcolata utilizzando il metodo dell’input, ossia per somma delle singole componenti di costo (redditi da lavoro, ammortamenti, imposte sulle produzione e consumi intermedi) opportunamente deflazionate. Per i redditi da lavoro, che rappresentano la parte più rilevante della produzione non market, la deflazione si basa sulla variazione delle ore lavorate. Esclusivamente per la branca dell’istruzione e per i servizi ospedalieri della branca della sanità la produzione in volume è calcolata applicando al valore della produzione corrente dell’anno precedente la variazione di indici specifici di quantità; di conseguenza, per questi due settori il calcolo del valore aggiunto in volume risulta dall’applicazione del metodo della doppia deflazione.
Poiché gli aggregati espressi ai prezzi dell’anno precedente non sono adatti a effettuare confronti temporali, è necessario concatenarli e riferirli a un anno base di riferimento (attualmente il 2015). I rispettivi valori si basano su indici concatenati di tipo Laspeyres, successivamente espressi in termini monetari moltiplicandoli per il valore ai prezzi correnti dell’anno base di riferimento.
Le principali fonti utilizzate nelle stime
Per costruire le stime degli aggregati che compongono i conti nazionali si utilizzano dati provenienti da un ampio insieme di fonti. Quelle prodotte all’interno dell’Istat includono sia le rilevazioni presso le imprese e le famiglie, sia i registri statistici costruiti attraverso l’integrazione di dati di indagine e archivi amministrativi. A queste si affiancano specifici archivi amministrativi (quali, ad esempio, quelli dell’INPS), nonché informazioni e indagini di fonte esterna, pubblica e privata. Una parte dei dati provenienti dalle rilevazioni o da altre fonti sono già definiti in modo coerente con le definizioni dei conti nazionali, mentre per quelli definiti in base a principi diversi è necessario operare correzioni e riclassificazioni che permettono di rispettare i criteri dettati dal SEC.
Qui di seguito si fornisce un elenco sintetico delle principali fonti utilizzate nella versione definitiva dei conti nazionali, che di norma viene prodotta oltre due anni dopo la sua conclusione (nel marzo dell’anno t per i dati riferiti all’anno t-3).
Dal lato delle stime dell’offerta, le fonti più rilevanti sono quelle che forniscono informazioni censuarie sulle imprese: il registro statistico delle imprese attive (ASIA-Imprese) e il sistema informativo sui risultati economici delle imprese (di seguito indicato come Frame-SBS). Quest’ultimo è una base di microdati che include i conti economici di ciascuna delle imprese italiane attive che operano per il mercato (a esclusione di agricoltura e intermediazione finanziaria). Essa è costruita attraverso una complessa procedura di integrazione di dati di fonte amministrativa, trattati statisticamente e combinati con quelli delle rilevazioni sulle Piccole e medie imprese (PMI) e sul Sistema dei conti delle imprese (SCI). Le informazioni sui conti economici delle imprese che operano nell’intermediazione finanziaria provengono dalle istituzioni preposte alla loro vigilanza, ossia la Banca d’Italia, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (IVASS) e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP). Le stime relative al settore primario (agricoltura, silvicoltura e pesca) sono basate su molteplici fonti specifiche, oltre che sulle informazioni derivanti dall’indagine sui risultati economici delle aziende agricole (RICA-REA) e dalla rilevazione sulla struttura e produzioni delle aziende agricole (SPA).
Per il settore non-profit si dispone di un data base costruito a partire dal Registro statistico delle istituzioni non-profit private e da quello delle istituzioni pubbliche, integrato con informazioni che derivano dalla rilevazione campionaria sul settore e da una serie di archivi amministrativi (UNIEMENS INPS, IRAP, UNICO, IVA).
Per le Amministrazioni pubbliche si utilizza un approccio molto articolato, basato sulla raccolta e il trattamento dei dati di bilancio dell’insieme delle unità istituzionali incluse in tale settore, a livello sia centrale sia locale. Per alcune tipologie di amministrazioni (ad esempio lo Stato, i Comuni, le Regioni, le Province, le ASL, le Università, gli Enti di previdenza) la raccolta avviene tramite canali centralizzati, mentre per altre entità si ricorre principalmente a una specifica rilevazione dei dati di bilancio definiti in forma sintetica (rilevazione RIDDCUE). Per la stima delle imposte i dati delle fonti vengono integrati con quelli forniti dall’Agenzia delle entrate e dal Dipartimento delle finanze del Ministero dell’economia e delle finanze. Per le stime relative all’anno più recente (t-1) si utilizzano le informazioni del quadro di costruzione del settore pubblico compilato dal Ministero dell’economia e delle finanze e, in maniera estensiva per le amministrazioni locali, i dati di cassa tratti dal sistema SIOPE (Sistema Informativo sulle Operazioni degli Enti pubblici).
Riguardo al lato della domanda, le stime dei consumi privati si basano in primo luogo sui dati provenienti dall’indagine sulla spesa delle famiglie. Per una parte dei beni acquistati dalle famiglie, così come per alcuni beni di investimento, si utilizza invece il metodo della disponibilità che consiste nel determinare in maniera indiretta a partire dalle risorse (ottenute come somma di produzione e importazioni, al netto delle esportazioni) il valore degli impieghi finali da destinare a consumo e investimento. Per gli investimenti fissi lordi, oltre alle stime derivanti dal metodo della disponibilità si utilizzano informazioni sull’attività delle imprese provenienti dal Frame-SBS nonché fonti specifiche, quali il registro delle immatricolazioni di autoveicoli e quello delle navi, i dati sui permessi di costruzione, le informazioni sulla spesa per armamenti provenienti dal Ministero della difesa, i risultati delle indagini su ricerca e sviluppo. Dal lato degli scambi con l’estero (importazioni ed esportazioni di beni e servizi) si usano i dati provenienti dalla rilevazione sul commercio di beni (componenti Intrastat ed Extrastat) condotta dall’Istat e quelli sugli scambi di servizi tratti dai dati della Bilancia dei pagamenti, compilata dalla Banca d’Italia.
Infine, per quel che riguarda le stime dell’input di lavoro, le informazioni provenienti dall’indagine sulle forze di lavoro sono integrate con un’ampia base di dati amministrativi (in particolare dichiarazioni contributive) trattati con metodologie statistiche avanzate. Sono, inoltre, utilizzati dati provenienti dai Registri statistici di fonte Istat: Registro statistico delle imprese attive (ASIA-Imprese), archivio statistico delle imprese agricole (ASIA-Agricoltura), Registro statistico delle istituzioni non-profit private e quello delle istituzioni pubbliche, Registro base individui e Registro tematico del lavoro.
Di norma, le stime per l’anno t-3 sono considerate definitive già a marzo dell’anno t, in quanto incorporano la versione finale dei dati provenienti dal sistema informativo sui risultati economici delle imprese Frame–SBS e altre fonti strutturali che si completano a oltre 18 mesi dalla fine del periodo di riferimento. Nella release di settembre si forniscono, poi, stime semidefinitive per l’anno t-2 basate su un set informativo che include la quasi totalità dei dati strutturali definitivi, tra cui il Frame-SBS, mentre quelle relative all’anno t-1 sono calcolate direttamente a partire dalle stime trimestrali basate su indicatori tratti da fonti Istat e, in misura minore, da altre fonti, amministrative e non. Per ulteriori elementi sulla politica di revisione dei conti si veda più avanti.
L’output: principali misure di analisi
I conti economici forniscono un quadro delle principali variabili macroeconomiche della domanda e dell’offerta di cui il Pil è la grandezza di riferimento.
Le variabili dal lato della domanda sono la spesa per consumi finali delle famiglie, delle Istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie (ISP) e delle Amministrazioni pubbliche, gli investimenti fissi lordi, gli oggetti di valore, le esportazioni e la variazione delle scorte. Le variabili dal lato dell’offerta sono valore aggiunto, imposte indirette nette e importazioni. Tali aggregati sono espressi sia in valore (ai prezzi correnti), sia in volume (ai prezzi dell’anno precedente o in termini concatenati).
Le misure dell’input di lavoro sono il numero di persone occupate, il numero di posizioni lavorative, le ore lavorate e le unità di lavoro.
Valore aggiunto, produzione, retribuzioni, redditi e misure dell’input di lavoro sono resi disponibili fino a un massimo di 64 raggruppamenti di attività economica (aggregazioni delle divisioni NACE Rev.2 a 2 cifre).
Le esportazioni e le importazioni sono distinte in beni e servizi.
La spesa delle famiglie sul territorio economico è fornita per funzione di spesa (62 funzioni della classificazione COICOP a 3 e a 4 cifre) e per raggruppamento di beni (beni durevoli, non durevoli, semidurevoli e servizi). La spesa nazionale delle famiglie residenti è ottenuta sommando alla spesa sul territorio economico, gli acquisti all’estero dei residenti al netto di quelli effettuati in Italia dai non residenti.
Gli investimenti fissi lordi sono distinti in diverse tipologie di beni capitali, materiali e immateriali: abitazioni, fabbricati non residenziali e altre opere, mezzi di trasporto, computer hardware, telecomunicazioni, altri impianti, macchinari e armamenti, risorse biologiche coltivate, ricerca e sviluppo, prospezioni minerarie, originali di opere artistiche, letterarie o d’intrattenimento, software e basi di dati. Viene, inoltre, diffuso il dettaglio degli investimenti fissi lordi, degli ammortamenti e dello stock di capitale per branca proprietaria.
La politica di revisione dei dati
Per revisione si intende una modifica di un dato statistico precedentemente diffuso, mentre la “politica di revisione” è l’insieme delle regole che stabiliscono le modalità con le quali i dati sono sottoposti a revisione: l’Istat adotta una politica di revisione allineata con le raccomandazioni europee.
Le revisioni sono classificate come ordinarie, straordinarie e altre revisioni non programmate. Si definiscono ordinarie le revisioni che derivano principalmente dall’aggiornamento dei dati per la disponibilità di fonti informative più recenti (vedi prospetti a seguire).
Le stime dei conti annuali sono pubblicate due volte l’anno, in marzo e settembre. Nel mese di marzo di ogni anno (definito qui di seguito anno t) si diffondono i dati definitivi dell’anno t-3 e i dati provvisori per gli anni t-2 e t-1. Il secondo rilascio (settembre) risponde all’esigenza di incorporare in modo il più possibile tempestivo le informazioni relative agli anni t-1 e t-2 che si rendono disponibili successivamente al primo rilascio annuale (quello di marzo); inoltre, consente l’allineamento tra le stime dei conti nazionali e quelle della Bilancia dei pagamenti.
Si ricorda, infine, che per tutte le variabili incluse nel conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche può essere operata una revisione delle stime fino all’anno t-4, in coerenza con le regole europee riguardanti le statistiche di finanza pubblica così come definite ai fini della Procedura per i Disavanzi Eccessivi (PDE, Regolamento del Consiglio n. 479/2009, come emendato dal Regolamento del Consiglio n. 679/2010 e dal Regolamento della Commissione n. 220/2014).
Si definiscono straordinarie le revisioni che avvengono in seguito a modifiche metodologiche nel trattamento dei dati di base, modifiche straordinarie di classificazione e/o di definizione delle variabili. Nel caso della contabilità nazionale, le revisioni straordinarie – generalmente introdotte ogni 5 anni – interessano l’intera serie storica dei dati, a partire da un anno di riferimento su cui si opera una nuova stima del livello degli aggregati (denominata stima di benchmark). L’ultima revisione straordinaria dei conti nazionali è stata pubblicata a settembre 2019 ed è stata volta ad aggiornare e migliorare alcune componenti del processo di stima, in accordo con le raccomandazioni a livello europeo. Come è noto, la precedente ridefinizione completa dei conti era avvenuta nel settembre 2014, in occasione del passaggio al SEC 2010.
Qualora si renda necessario rivedere al di fuori del calendario predefinito alcuni aggregati, in seguito a correzioni di errori e/o incoerenze o altre revisioni dovute, in particolare, a modifiche nel perimetro delle Amministrazioni pubbliche; le nuove stime sono trattate come revisioni non programmate e le serie modificate sono nuovamente pubblicate sul data warehouse I.Stat. Gli utenti ne vengono debitamente avvisati attraverso il sito dell’Istituto.
Nel prospetto seguente sono riassunte le principali modifiche intervenute nelle fonti statistiche utilizzate per le stime relative agli anni t-1 e t-2 rispetto alla versione dei conti nazionali annuali pubblicati sul sito web (www.istat.it) il 1 marzo 2021.
Aggregati | Anni di riferimento | Nuove fonti statistiche e aggiornamenti |
Valore aggiunto dell’agricoltura | 2019 2020 | Dati definitivi delle rilevazioni sulle coltivazioni e sulla zootecnia. Dati definitivi delle indagini estimative degli assessorati regionali e/o provinciali all’agricoltura. Dati definitivi sui mezzi tecnici di produzione. Dati provvisori delle rilevazioni sulle coltivazioni e sulla zootecnia. Dati provvisori delle indagini estimative degli assessorati regionali e/o provinciali all’agricoltura. Dati provvisori su alcuni input produttivi (sementi, concimi, fitosanitari, mangimi). |
Valore aggiunto dell’industria e dei servizi market | 2019 | Dati definitivi del sistema informativo integrato per la stima delle variabili del conto economico delle imprese, Frame SBS. Nuovo database integrato sul settore non profit (unità market). |
Spesa per consumi delle ISP | 2019 | Aggiornamento archivi INPS sui lavoratori dipendenti. Nuovo database integrato sul settore non profit (unità non market). |
Spesa per consumi delle famiglie | 2019 | Aggiornamento del calcolo della disponibilità. Revisione dati sulle immatricolazioni di autoveicoli (UNRAE). Dati sulla spesa per servizi ricreativi di fonte SIAE. Dati sulla spesa per farmaci di fonte Osservatorio sull’impiego dei medicinali (OsMed) e per servizi ospedalieri di fonte Ministero della sanità. Dati sul numero degli studenti per grado di istruzione e sulle presenze alberghiere. Dati provvisori sulla spesa per servizi domestici, assicurazioni, combustibili ed energia. |
Investimenti fissi lordi | 2019 | Aggiornamento del calcolo della disponibilità. Revisione dati sulle immatricolazioni di autoveicoli. Acquisizione dati per la stima degli investimenti in altri mezzi di trasporto. Acquisizione dati della rilevazione sui permessi a costruire. Indagine sulla Ricerca e Sviluppo delle imprese. |
Importazioni ed esportazioni di beni e servizi | 2019 2020 | Dati definitivi sui servizi di lavorazione (Intrastat Servizi). Revisione dati sui servizi di lavorazione (Intrastat servizi), Bilancia dei pagamenti e scambio di merci intracomunitario. |
Occupazione | 2019 | Rilevazione continua sulle forze di lavoro integrata a livello di microdato con archivi di fonte amministrativa (archivi contributivi INPS sui lavoratori dipendenti, parasubordinati, autonomi, domestici e agricoli, archivio Inpgi, archivio dei contratti di prestazione occasionale e libretto famiglia). Dati definitivi sugli addetti del registro statistico delle imprese attive (ASIA), del Registro Asia Agricoltura e del Registro Asia Unità Giuridiche. Indagine sulle unità locali delle grandi imprese (Indagine Iulgi). Risultati dell’Indagine trimestrale su posti vacanti e ore lavorate. Dati definitivi sul parco circolante ACI. Dati definitivi del Miur sugli assegni di ricerca. Dati del Registro statistico delle istituzioni non-profit private. Dati definitivi sulle ore di CIG (INPS). Dati sugli stranieri non residenti ottenuti del Registro tematico sul lavoro integrato con le informazioni del Registro base individui. Dati definitivi del Frame SBS. Indagine sul Sistema dei Conti delle Imprese (SCI). Indagine multiscopo sulle famiglie – aspetti della vita quotidiana. Dati provvisori del Registro statistico delle istituzioni pubbliche, dati provvisori del Conto annuale sul personale della pubblica amministrazione (Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato). |
Redditi da lavoro dipendente | 2019 2020 | Dati definitivi del sistema informativo integrato per la stima delle variabili del conto economico delle imprese, Frame SBS. Dati INPS sui lavoratori dipendenti. Dati provvisori su banche e altri intermediari finanziari. Dati provvisori dei bilanci delle Amministrazioni pubbliche sulle spese di personale. |
Nel prospetto seguente sono riassunte le principali modifiche intervenute nelle fonti statistiche utilizzate per le stime relative agli anni t-2 e t-3 del conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche rispetto alla versione pubblicata sul sito web (www.istat.it) il 22 aprile 2021.
Tipologie delle AP | Nuove fonti statistiche e aggiornamenti |
Stato | Quadro di costruzione del settore statale (RGS);Informazioni analitiche fornite da vari dipartimenti del MEF: gestione di tesoreria dei flussi con l’Unione europea relativi ai programmi comunitari (RGS), entrate tributarie erariali e locali gestite a livello centrale per tipologia di imposta (Dipartimento delle finanze), interessi e flussi relativi alla gestione del debito pubblico (Dipartimento del tesoro);Cassa depositi e prestiti Spa: dati su interessi attivi e passivi per mutui erogati alle Amministrazioni pubbliche. |
Altri enti centrali | Organi costituzionali, altri enti centrali produttori di servizi di tipo economico e di regolamentazione dell’attività economica, enti di ricerca, enti centrali produttori di servizi assistenziali, ricreativi, culturali e di regolamentazione settoriale, imprese a controllo pubblico produttrici di servizi reali e finanziari: bilanci consuntivi e rilevazioni Istat sui flussi di bilancio, integrate da specifiche informazioni di dettaglio fornite dagli enti, rilevazione di informazioni, dati e documenti necessari alla classificazione di unità economiche nei settori istituzionali stabiliti dal SEC (RIDDCUE). |
Enti territoriali | Province e Città metropolitane: Banca dati delle Amministrazioni pubbliche (BDAP) – schemi di bilancio e dati contabili analitici;Comuni, Unioni di Comuni e Comunità montane: Banca dati delle Amministrazioni pubbliche (BDAP) – schemi di bilancio e dati contabili analitici. |
Altri enti locali | ASL, aziende ospedaliere, istituti pubblici di ricovero e cura a carattere scientifico e policlinici universitari: flussi di bilancio acquisiti dal sistema informativo sanitario gestito dal Ministero della salute;Enti locali produttori di servizi assistenziali, ricreativi, culturali e di regolamentazione settoriale: rilevazione RIDDCUE sui flussi di bilancio, bilanci consuntivi, conti economici e patrimoniali;Università: conti economici e patrimoniali; Enti locali produttori di servizi di tipo economico e di regolamentazione dell’attività economica: rilevazione RIDDCUE sui flussi di bilancio, bilanci consuntivi, conti economici e patrimoniali. |
Enti di previdenza | Bilanci consuntivi di INPS e INAIL e rilevazione Istat sui flussi di bilancio degli enti previdenziali. Per alcuni flussi specifici le informazioni di bilancio sono integrate con informazioni extrabilancio o con fonti addizionali. |
Per lo Stato ed alcuni enti nazionali (Rai, Anas, R.F.I. ed altri enti minori), per l’anno t-1 (2020) sono disponibili a livello di consuntivo tutte le informazioni che per l’anno t-2 erano disponibili in via provvisoria; per gli Enti sanitari locali le stime sono ottenute mediante le comunicazioni effettuate dalle regioni al Ministero della salute. Per tutti gli altri enti, le stime dell’anno t-1 sono effettuate applicando all’importo di ciascuna voce economica dei singoli enti, quantificato per l’anno precedente, i tassi annuali di variazione dei corrispondenti dati rilevati ai fini del fabbisogno dal Ministero dell’economia e delle finanze. Questi ultimi vengono preventivamente depurati degli effetti di eventuali concentrazioni di incassi o di pagamenti (come ad es. arretrati per contratti di lavoro sottoscritti nell’anno precedente) che, per definizione, non devono incidere sulle dinamiche dei flussi per competenza economica.
Copertura e dettaglio territoriale
I conti nazionali descrivono l’economia totale di un Paese. Tutte le unità che hanno il loro centro di interesse economico prevalente nel territorio economico del Paese sono coperte. Tali unità sono definite unità residenti, a prescindere dalla loro cittadinanza, dalla loro forma giuridica e dalla loro presenza nel territorio economico nel momento in cui effettuano un’operazione.
Principale riferimento geografico dei conti economici annuali è l’intero territorio economico.
Tempestività
Il primo rilascio dei conti economici annuali e della stima del conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche avviene a 2 mesi (generalmente il 1 marzo) dalla fine dell’anno di riferimento. Una stima successiva, quella riportata nel presente comunicato, è realizzata a circa 9 mesi (generalmente il 22 settembre) dalla fine dell’anno di riferimento.
Diffusione
Le informazioni sui conti nazionali sono disponibili alla pagina http://www.istat.it/it/conti-nazionali.
Per le informazioni meno recenti è necessario cliccare sul pulsante “Archivio”, posizionato alla fine della pagina.
Le serie dei conti economici nazionali secondo il SEC 2010 sono elaborate e diffuse in milioni di euro correnti, ai prezzi dell’anno precedente e a valori concatenati con anno di riferimento 2015. Le serie relative al conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche sono elaborate e diffuse in milioni di euro correnti.
In allegato ai due comunicati stampa annuali (“PIL e indebitamento AP” e “Conti economici nazionali”) vengono diffuse le principali serie in formato Excel.
Il set completo di serie è diffuso tramite il data warehouse I.Stat alla sezione “Conti NazionaliConti e aggregati economici nazionali annuali” non appena il comunicato stampa viene diffuso sul sito. Si può accedere al data warehouse dalla pagina ‘Conti nazionali’ oppure direttamente dalla homepage. Nel data warehouse i dati sono presentati in tavole multidimensionali che permettono di comporre, per un gran numero di aggregati economici, grafici e tabelle personalizzati agendo sulle variabili, i periodi di riferimento e la disposizione di testate e fiancate.
Nel data warehouse I.stat alla sezione “Conti NazionaliConti e aggregati economici delle Pubbliche Amministrazioni” sono inoltre disponibili il conto annuale e gli indicatori in rapporto al Pil per il solo totale delle Amministrazioni pubbliche, come qui presentati.
I set completi dei dati relativi alle stime dei conti annuali per settore istituzionale e ai conti delle Amministrazioni pubbliche (comprensivo dei sottosettori) saranno diffusi tramite il data warehouse I.Stat rispettivamente il prossimo 5 ottobre, in contemporanea con la diffusione delle stime trimestrali per settore istituzionale, e il 21 ottobre 2021, a conclusione del processo di validazione svolto dalla Commissione europea e in contemporanea con il rilascio del comunicato stampa su “Notifica dell’indebitamento netto e del debito delle Amministrazioni pubbliche secondo il trattato di Maastricht”.
Su I.Stat sono riportate le serie storiche secondo il SEC 2010 a partire dal 1995 per i valori a prezzi correnti e i valori concatenati, dal 1996 con riferimento ai valori ai prezzi dell’anno precedente. Inoltre nella sezione “Conti NazionaliConti e aggregati economici nazionali annuali” sono riportate serie storiche precedentemente diffuse: “Conti annuali versione 2014” (SEC 2010) e “Conti annuali versioni 2011 e 2005” (SEC 95). Queste ultime coprono il periodo che va dal 1970 al 2013.
[1] Le serie storiche dei conti annuali per settore istituzionale verranno diffuse nel data warehouse I.stat il 5 ottobre prossimo.
[2] I dati corrispondenti a tale versione sono disponibili in I.Stat.
[3] Le principali caratteristiche della prima versione dei conti nazionali compilata secondo i criteri definiti dal SEC 2010 sono descritte nella Nota Informativa “I nuovi conti nazionali in SEC 2010 – Innovazioni e ricostruzione delle serie storiche (1995-2013)” del 6 ottobre 2014. Per una sintetica descrizione delle modifiche introdotte con la revisione generale del 23 settembre 2019 si veda la nota “La nuova revisione dei Conti Nazionali a cinque anni dall’Introduzione del SEC 2010” (https://www.istat.it/it/archivio/232520).
[4] Si veda la nota metodologica al comunicato stampa “L’economia non osservata nei conti nazionali”, generalmente diffuso nel mese di ottobre di ogni anno.