Il panorama economico sta cambiando a un ritmo impressionante e, se guardiamo indietro di qualche anno, possiamo notare come sia mutato il contesto nazionale con cui gli imprenditori italiani si confrontano quotidianamente. Ma cosa manca alle imprese italiane per stare al passo con il resto del mondo? E’ solo colpa del sistema burocratico italiano?
Analisi delle PMI
Per rispondere a questa domanda, occorre analizzare le imprese italiane in termini di dimensioni e natura. Le microimprese rappresentano il 94,9% delle imprese italiane, mentre le piccole e medie imprese (PMI) rappresentano solo il 4,1%. Le grandi imprese, invece, rappresentano solo l’1% del totale.
Le microimprese, che hanno un numero di dipendenti inferiore a 10 e un fatturato annuo inferiore a 2 milioni di euro, sono spesso gestite da imprenditori individuali o famiglie e operano in settori come l’artigianato, il commercio al dettaglio e i servizi personali. Le PMI, invece, hanno un numero di dipendenti che va da 10 a 249 e un fatturato annuo compreso tra 2 e 50 milioni di euro.
Le microimprese sono la spina dorsale dell’economia italiana, creando posti di lavoro, ma hanno difficoltà nell’accedere al credito e alle risorse necessarie per la crescita per diventare PMI. Il governo italiano ha implementato diverse politiche per sostenere lo sviluppo delle imprese nel paese, come la legge “Impresa 4.0“ del 2015, che ha fornito incentivi per l’adozione di tecnologie avanzate da parte delle imprese.
Cosa manca
Tuttavia, l’intervento statale da solo non basta. Mancano adeguati modelli di gestione delle imprese, manca la cultura finanziaria in azienda e manca lo studio del modello strategico. Tutto questo rende opaca l’azienda per l’investitore e per le banche e di conseguenza rende la crescita una strada difficoltosa.
Un esempio concreto di una piccola impresa italiana con una probabilità del 99% di cogliere nel segno è quella impresa nata circa 30-40 anni fa, cresciuta nel tempo con meno di 50 dipendenti, spesso alle prese con il cambio generazionale. I ruoli chiave sono spesso ricoperti da familiari, invece che da reclutamenti di manager, innescando problematiche irrisolvibili. Queste imprese pensano di accedere al credito in base alle varie conoscenze dei direttori di filiale e di risparmiare imposte con politiche di bilancio creative del commercialista.
L’importanza della fiducia e della trasparenza: un cambio di mentalità orientato al futuro
E’ importante comprendere che questo modo di operare deve diventare parte del passato. Oggi, il focus deve essere sulla trasparenza dell’impresa, a partire dai processi aziendali, dalla strategia aziendale, dalla pianificazione finanziaria e fino al bilancio, che deve essere il più trasparente possibile. In sintesi, è richiesto un cambio di mentalità imprenditoriale sempre più orientato al futuro, alla pianificazione e alla trasparenza.
Esistono precisi modelli di gestione aziendale di cui le piccole imprese devono dotarsi per ragionare come le grandi imprese, quali modelli di strategia, modelli di pianificazione finanziaria e modelli di governance. Solo così le imprese italiane potranno competere efficacemente nel mercato globale.