BRUXELLES – A fine luglio 2023 l’Agenzia Ansa riportava la diffusione di alcuni dati del trend del PIL nell’Eurozona resi noti dall’Istituto di statistica Eurostat. I dati riportati fanno una differenziazione tra Eurozona, quindi l’insieme dei Paesi che adottano l’Euro come moneta di interscambio e un secondo insieme fatto di tutti i Paesi UE, compresi quelli ancora fuori dall’Euro.
PIL EUROZONA e UE stabile nel secondo trimestre 2023
Dai dati di Eurostat si evince che nel secondo trimestre del 2023, il Pil nell’Eurozona è aumentato dello 0,3% a livelli totale ed è rimasto stabile nell’insieme dei ventisette Paesi dell’Unione europea, rispetto al trimestre precedente. In effetti nel trimestre precedente, il primo del 2023,l’economia dell’Eurozona aveva fatto registrare una crescita zero, mentre il Pil era aumentato dello 0,2% se consideriamo tutti i Paesi membri dell’Unione Europea.
Su base annua, rispetto al secondo trimestre del 2022, il Pil fa registrare un aumento rispettivamente dello 0,6% nell’Eurozona e dello 0,5% per quanto riguarda l’insieme dei Paesi aderenti all’UE, restando comunque in tendenza positiva dopo un +1,1% collezionato nel primo trimestre dello stesso anno.
PIL Italiano in calo, peggiore dei partner Europei
Da che, con un certo stupore misto ad orgoglio nazionale, l’Italia aveva fatto registrare ad inizio anno 2023 e per tutto il primo trimestre un trend migliore degli altri partner europei, nel secondo trimestre ci siamo presentati con un calo dello 0,3%, una performance peggiore della Germania ( che è in sostanziale pareggio attestandosi ad una crescita zero), della Francia (che fa un +0,5%) e della Spagna (anche questa in crescita di +0,4%).
I migliori ed i peggiori dell’Eurozona e dell’UE
Prosegue la nota pubblicata dall’Agenzia Ansa riportando i dati disponibili diffusi da Eurostat per cui nel secondo trimestre del 2023 ecco le performance migliori degli altri Paesi europei: l’Irlanda (+3,3%) ha registrato l’aumento più elevato rispetto al trimestre precedente, seguita dalla Lituania (+2,8%). Ecco invece i peggiori, che oltre all’Italia hanno visto un trend in decrescita del proprio PIL: Svezia (-1,5%), Lettonia (-0,6%) e Austria (-0,4%).
Su base annua, i tassi di crescita sono stati positivi per sette Paesi, con i valori più elevati ottenuti da Irlanda (+2,8%), Portogallo (+2,3%) e Spagna (+1,8%). L’Italia, su base annua, nonostante la performance negativa del trimestre appena passato, resta comunque in territorio positivo, facendo registrare +0,6% rispetto al secondo trimestre del 2022. Per la Francia il Pil su base annua si attesta allo 0,9%, mentre la Germania è in territorio negativo con -0,1%. I cali più elevati sono stati registrati su base annua di nuovo per Svezia (-2,4%) e Lettonia (-0,5%) e anche in Repubblica Ceca (-0,6%).
Inflazione in lieve calo a luglio 2023
Ci sono notizie positive da Eurostat nell’ultimo report diffuso sull’andamento dell’Economia Europea: infatti sembra stia proseguendo il rallentamento dell’inflazione nell’Eurozona.
A luglio era prevista al 5,3%, in calo rispetto al 5,5% registrato a giugno, questo fa ben sperare rispetto alle politiche di aumento dei tassi di interesse proposto da svariati mesi dalla Banca Centrale Europea e a un suo possibile nuovo taglio nei mesi a venire, dando respiro a famiglie ed imprese nell’accesso al credito, che in questi ultimi tempi sta concorrendo a bloccare gli investimenti produttivi e l’acquisto di immobili.
Analizzando le principali componenti riferite ai beni che hanno registrato aumenti dovuti all’aumento dell’inflazione, l’istituto europeo di statistica prevede che alimentari, alcol e tabacco registreranno il tasso annuo più elevato a luglio (10,8%, rispetto all’11,6% di giugno), seguiti dai servizi (5,6%, rispetto al 5,4% di giugno), beni industriali non energetici (5,0%, rispetto al 5,5% di giugno) ed energia (-6,1%, rispetto al -5,6% di giugno).
Un quadro generale ancora incerto insomma, ma con spiragli di miglioramento per il futuro prossimo per l’economia dell’Eurozona e per quella del nostro Paese.