In un recente articolo apparso sul nostro sito il 31 marzo scorso, abbiamo parlato di come l’intelligenza artificiale si sta affermando in svariati campi e tra questi anche quello del “copywriting” grazie all’avvento del Chatbot GPT.
Un tema che, se già non lo è, sarà molto caro anche ai giornalisti e scrittori in genere, che vedono già minacciata la loro capacità creativa e di rielaborazione dai cervelloni artificiali che scrivono in modo decisamente più veloce e in certi casi in maniera praticamente indistinguibile rispetto alla lettura di un testo creato dall’uomo.
Abbiamo provato a chiedere al Chatbot GPT di scrivere per noi un articolo in merito all’ultimo DDL Made in Italy. Ecco cosa ha prodotto:
La legge DDL Made in Italy 2023 è una legge importante che è stata approvata dal parlamento italiano nel 2023. Questa iniziativa legislativa mira a tutelare la qualità dei prodotti italiani e a promuoverne l’immagine all’estero. In sostanza, questa legge prevede che i produttori di beni di consumo debbano indicare l’origine degli stessi, in modo da evitare che prodotti stranieri vengano venduti come italiani.
L’obiettivo principale della legge è quello di tutelare l’economia italiana e promuovere la produzione di prodotti di alta qualità. La legge prevede che i produttori di beni di consumo debbano indicare in modo chiaro e trasparente l’origine dei prodotti, in modo da evitare che i prodotti stranieri vengano venduti come italiani.
La legge ha suscitato un forte dibattito in Italia, con alcuni che la considerano una forma di protezionismo e altri che la vedono come un modo per valorizzare il Made in Italy e tutelare i consumatori. Tuttavia, molti esperti concordano sul fatto che la legge rappresenta un importante passo in avanti nella promozione della qualità dei prodotti italiani.
Uno degli effetti più importanti della legge è stato quello di aumentare la consapevolezza dei consumatori riguardo all’origine dei prodotti che acquistano. Inoltre, ha incentivato i produttori italiani a migliorare la qualità dei loro prodotti, in modo da renderli più competitivi sul mercato internazionale.
Ci sono stati anche alcuni effetti indesiderati della legge, come il rischio di un aumento dei prezzi dei prodotti italiani e un possibile aumento delle importazioni di prodotti a basso costo provenienti da paesi come la Cina. Tuttavia, molti esperti concordano sul fatto che questi effetti indesiderati sono limitati e che la legge rappresenta un importante passo avanti nella promozione della qualità dei prodotti italiani.
La legge prevede anche l’istituzione di un marchio di qualità “Made in Italy” che potrà essere utilizzato dai produttori che rispettano determinati standard di qualità e che operano in Italia. Questo marchio è stato ideato per promuovere l’immagine del Made in Italy all’estero e per garantire ai consumatori la qualità dei prodotti che acquistano.
La legge DDL Made in Italy 2023 prevede anche una serie di incentivi fiscali per le imprese che investono nella ricerca e nello sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie. Questi incentivi sono stati ideati per promuovere l’innovazione e per rendere le imprese italiane più competitive sul mercato globale.
In sintesi, la legge DDL Made in Italy 2023 rappresenta un importante passo avanti nella promozione della qualità dei prodotti italiani e nella tutela dei consumatori. La legge prevede una serie di misure volte a promuovere l’immagine del Made in Italy all’estero e a rendere le imprese italiane più competitive sul mercato globale. Tuttavia, è importante valutare gli effetti a lungo termine della legge e trovare un equilibrio tra protezionismo ed apertura al mercato globale. La legge rappresenta un importante passo avanti nella promozione della qualità dei prodotti italiani e nella tutela dei consumatori.
La nostra analisi
L’articolo scritto dal Chatbot non sembra niente male, ma in effetti dopo i primi input che abbiamo fornito alla macchina i primi risultati erano un pochino fuori dal tema, riprendendo un decreto del 2019 erroneamente interpretato come quello attuale.
Non siamo gli unici però ad esserci resi conto dell’errore: sappiamo infatti, che le persone che hanno chiesto a Chat GPT di rispondere a domande su fatti noti hanno trovato più volte delle risposte errate, imprecise o cambiamenti nelle risposte fornite, come è successo a noi, da una sessione all’altra.
Questa esperienza ci fa pensare che l’intelligenza artificiale, per ora, non sembra così precisa come sembrava nelle premesse che ne hanno decretato i primi grandi successi.
E’ anche vero che un utilizzo improprio del Chatbot, senza attenzione o revisione da parte di un attento e informato essere umano, per esempio nel mondo della scrittura può creare delle notizie o informazioni in parte non esatte o persino fuorvianti.
Certo è che la tecnologia ha ancora molto da scoprire in merito e solo i prossimi anni ci diranno se le macchine potranno o meno sostituire in questo settore, del tutto, l’uomo e le sue capacità di creatività ed astrazione.