Pertanto, la povertà assoluta conferma sostanzialmente i massimi storici toccati nel 2020, anno d’inizio della pandemia dovuta al Covid-19.
Per la povertà relativa l’incidenza sale all’11,1% (da 10,1% del 2020) e le famiglie sotto la soglia sono circa 2,9 milioni (2,6 milioni nel 2020).
10,0%
La percentuale di famiglie che si trovano in povertà assoluta nel Mezzogiorno
6,7% al Nord, 5,6% al Centro.
| 1,4 milioni
I minori in povertà assoluta (14,2%)
| 32,4%
L’incidenza della povertà assoluta tra i cittadini stranieri residenti (29,3% nel 2020)
È il 7,2% tra gli italiani (7,5% nel 2020).
|
Povertà assoluta stabile, miglioramento al Nord per famiglie e individui
Secondo le stime definitive, nel 2021 sono poco più di 1,9 milioni le famiglie in povertà assoluta (con un’incidenza pari al 7,5%), per un totale di circa 5,6 milioni di individui (9,4%), valori stabili rispetto al 2020 quando l’incidenza ha raggiunto i suoi massimi storici ed era pari, rispettivamente, al 7,7% e al 9,4%. La causa di questa sostanziale stabilità è imputabile a diversi fattori; in particolare, a un incremento più contenuto della spesa per consumi delle famiglie meno abbienti (+1,7% per il 20% delle famiglie con la capacità di spesa più bassa, ossia la quasi totalità delle famiglie in povertà assoluta) che non è stato sufficiente a compensare la ripresa dell’inflazione (+1,9% nel 2021), in assenza della quale la quota di famiglie in povertà assoluta sarebbe scesa al 7,0% e quella degli individui all’8,8%.
L’intensità della povertà assoluta – che misura in termini percentuali quanto la spesa mensile delle famiglie povere sia in media al di sotto della linea di povertà (cioè “quanto poveri sono i poveri”) – rimane anch’essa sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (18,7%), con le uniche eccezioni del Centro dove raggiunge il 17,3% dal 16,1% del 2020 e del Nord-ovest (19,3% dal 18,6%).
Nel 2021, l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (10,0%, da 9,4% del 2020) mentre scende in misura significativa al Nord (6,7% da 7,6%), in particolare nel Nord-ovest (6,7% da 7,9%). Tra le famiglie povere, il 42,2% risiede nel Mezzogiorno (38,6% nel 2020), e il 42,6% al Nord (47,0% nel 2020). Si ristabilisce dunque la proporzione registrata nel 2019, quando le famiglie povere del nostro Paese erano distribuite quasi in egual misura fra Nord e Mezzogiorno.
Anche in termini di individui il Nord registra un miglioramento marcato dell’incidenza di povertà assoluta che passa dal 9,3% all’8,2% (risultato della diminuzione nel Nord-ovest dal 10,1% all’8,0% e della sostanziale stabilità nel Nord-est dall’8,2% all’8,6%) con valori tuttora distanti, però, da quelli assunti nel 2019. Sono così oltre 2 milioni 200mila i poveri assoluti residenti nelle regioni del Nord contro
2 milioni 455mila nel Mezzogiorno. In quest’ultima ripartizione l’incidenza di povertà individuale cresce dall’11,1% al 12,1% (13,2% nel Sud, 9,9% nelle Isole); nel Centro sale al 7,3% dal 6,6% del 2020.
Facendo riferimento alla classe di età, l’incidenza di povertà assoluta si attesta al 14,2% (poco meno di 1,4 milioni) fra i minori; all’11,1% fra i giovani di 18-34 anni (pari a 1 milione 86mila individui) e rimane su un livello elevato (9,1%) anche per la classe di età 35-64 anni (2 milioni 361mila individui), mentre si mantiene su valori inferiori alla media nazionale per gli over 65 (5,3%, interessando circa 743mila persone).
Rispetto alla tipologia del comune di residenza la quota di famiglie povere si distribuisce in maniera simile allo scorso anno con l’unica eccezione per i comuni fino a 50mila abitanti (diversi dai comuni periferia di area metropolitana) del Nord in cui l’incidenza passa dal 7,8% al 6,6%, a causa per lo più della dinamica che interessa il Nord-ovest (al 6,3% dall’8,2%).
POVERTÀ ASSOLUTA: I NUMERI CHIAVE
Anni 2020-2021 (a), stime in migliaia di unità e valori percentuali
PRINCIPALI INDICATORI | RIPARTIZIONE GEOGRAFICA | Italia | |||||||||||
Nord-ovest | Nord-est | Centro | Sud | Isole | |||||||||
2020 | 2021 | 2020 | 2021 | 2020 | 2021 | 2020 | 2021 | 2020 | 2021 | 2020 | 2021 | ||
Famiglie povere (valori assoluti) | 577 | 488 | 366 | 347 | 290 | 299 | 545 | 595 | 230 | 231 | 2.007 | 1.960 | |
Persone povere (valori assoluti) | 1.607 | 1.271 | 947 | 984 | 788 | 861 | 1.616 | 1.808 | 643 | 647 | 5.602 | 5.571 | |
Incidenza della povertà assoluta familiare (%) | 7,9 | 6,7 | 7,1 | 6,8 | 5,4 | 5,6 | 9,9 | 10,8 | 8,4 | 8,4 | 7,7 | 7,5 | |
Incidenza della povertà assoluta individuale (%) | 10,1 | 8,0 | 8,2 | 8,6 | 6,6 | 7,3 | 11,7 | 13,2 | 9,8 | 9,9 | 9,4 | 9,4 | |
Intensità della povertà assoluta familiare (%) | 18,6 | 19,3 | 17,3 | 16,4 | 16,1 | 17,3 | 21,3 | 20,5 | 17,9 | 18,3 | 18,7 | 18,7 | |
- Per le variazioni statisticamente significative (ovvero diverse da 0) tra il 2020 e il 2021 si veda il Prospetto 18 in allegato.
Peggiora la condizione delle famiglie con maggior numero di componenti
Nel 2021, l’incidenza di povertà assoluta è più elevata tra le famiglie con un maggior numero di componenti: raggiunge il 22,6% tra quelle con cinque e più componenti e l’11,6% tra quelle con quattro; segnali di miglioramento provengono dalle famiglie di tre (da 8,5% a 7,1%) e di due componenti (da 5,7% a 5,0%). Il disagio è più marcato per le famiglie con figli minori, per le quali l’incidenza passa dall’8,1% delle famiglie con un solo figlio minore al 22,8% di quelle che ne hanno da tre in su. Valori elevati si registrano anche per le coppie con tre o più figli (20,0%) e per le famiglie di altra tipologia, dove spesso coabitano più nuclei familiari (16,3%).
L’incidenza di povertà è invece più bassa, al 5,5%, nelle famiglie con almeno un anziano e si conferma al 3,6% tra le coppie in cui l’età della persona di riferimento della famiglia è superiore a 64 anni (nel caso di persone sole con più di 64 anni l’incidenza è pari al 5,1%). In generale, la povertà familiare presenta un andamento decrescente all’aumentare dell’età della persona di riferimento; generalmente, infatti, le famiglie di giovani hanno minori capacità di spesa poiché dispongono di redditi mediamente più bassi e hanno minori risparmi accumulati nel corso della vita o beni ereditati.
La povertà assoluta riguarda il 9,4% delle famiglie con persona di riferimento tra i 18 e i 34 anni e il 5,2% di quelle con persona di riferimento oltre i 64 anni. I valori più elevati dell’incidenza si trovano tra le famiglie con persona di riferimento di 35-44 anni (9,9%) e tra quelle in cui la persona di riferimento ha fra i 45 e i 54 anni (9,7%), stabili rispetto al 2020.
Istruzione e lavoro strumenti contro la povertà
La povertà assoluta è stabile tra le famiglie con persona di riferimento occupata (pari al 7,0%) che avevano risentito maggiormente degli effetti della crisi. Valori elevati si confermano per i dipendenti inquadrati nei livelli più bassi (13,3%) e, fra gli indipendenti, per coloro che svolgono un lavoro autonomo (7,8%), mentre nel confronto con il 2020 solamente le famiglie con persona di riferimento imprenditore o libero professionista mostrano segnali di miglioramento (1,8% dal 3,2% del 2020). Si conferma, inoltre, il disagio per le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione, per le quali l’incidenza arriva al 22,6%.
FIGURA 1. INCIDENZA DI POVERTÀ ASSOLUTA FAMILIARE PER TITOLO DI STUDIO E CONDIZIONE PROFESSIONALE DELLA PERSONA DI RIFERIMENTO. Anni 2020-2021, valori percentuali
Sempre molto difficile la condizione dell’infanzia
Nel 2021, la povertà assoluta in Italia colpisce 1 milione 382mila bambini (14,2%, rispetto al 9,4% degli individui a livello nazionale). L’incidenza varia dall’11,4% del Centro al 16,1% del Mezzogiorno. Nel confronto con il 2020 le condizioni dei minori sono stabili a livello nazionale, ad eccezione del peggioramento osservato per i bambini dai 4 ai 6 anni (15,4% dal 12,8%), in particolare nel Centro, dove, nella stessa classe di età, l’incidenza passa al 13,2% dall’8,3% (in generale per i minori del Centro peggiora l’incidenza passando all’11,4% dal 9,5%). Seppur sostanzialmente stabili gli altri valori restano distanti da quelli registrati nel 2019.
Le famiglie in povertà assoluta in cui sono presenti minori sono quasi 762mila, con un’incidenza del 12,1% (stabile rispetto al 2020). Se in questo sottoinsieme si studiano le tipologie familiari, si nota come le famiglie di altra tipologia con minori, ossia quelle famiglie dove frequentemente convivono più nuclei familiari, presentano i valori più elevati dell’incidenza (26,6%, contro 16,3% delle famiglie di altra tipologia nel loro complesso).
Inoltre, l’incidenza di povertà assoluta aumenta al crescere del numero di figli minori presenti in famiglia (6,0% per le coppie con un figlio minore, 11,1% per quelle con due figli minori e 20,4% per le coppie con tre o più figli minori) ed è elevata tra le famiglie monogenitore con minori (11,5%). Tutte le tipologie di questo sottoinsieme presentano valori stabili rispetto al 2020. L’intensità della povertà, pari a 18,8%, è in linea con il dato generale per tutte le famiglie povere (18,7%), ma presenta nel 2021 valori in lieve diminuzione.
L’incidenza della povertà tra le famiglie con minori varia molto a seconda della condizione lavorativa e della posizione nella professione della persona di riferimento: 9,5% se occupata (16,1% nel caso di operaio) e 23,3% se non occupata (27,2% se è in cerca di occupazione).
La cittadinanza gioca un ruolo importante nel determinare la condizione socio-economica della famiglia. Si attesta a 8,3% l’incidenza di povertà assoluta delle famiglie con minori composte solamente da italiani, mentre cresce al 36,2% (dal 28,6% del 2020) per le famiglie con minori composte unicamente da stranieri e arriva al 30,7% nel caso in cui nella famiglia in cui sono presenti minori ci sia almeno uno straniero, ben due volte e mezzo rispetto al valore medio delle famiglie con minori.
L’incidenza di povertà assoluta per le famiglie con minori è più elevata nelle aree metropolitane, sia nei comuni centro di area metropolitana sia nei comuni periferia dell’area metropolitana e nei comuni oltre i 50mila abitanti dove si attesta al 13,2%; infine nei comuni più piccoli fino a 50mila abitanti è pari all’11,1%.
L’analisi del titolo di godimento dell’abitazione mostra come l’incidenza di povertà assoluta delle famiglie dove sono presenti minori sia pari al 28,2% se la famiglia è in affitto, contro il 6,4% di quelle che posseggono una abitazione di proprietà e il 13,1% delle famiglie in usufrutto o in uso gratuito.
FIGURA 2. INCIDENZA DI POVERTÀ ASSOLUTA TRA TUTTI GLI INDIVIDUI PER CLASSE DI ETÀ E TRA I SOLI MINORI PER CLASSE DI ETÀ. Anni 2020-2021, valori percentuali
Ancora elevata la povertà assoluta tra gli stranieri
Gli stranieri in povertà assoluta sono oltre un milione e 600mila, con una incidenza pari al 32,4%, oltre quattro volte superiore a quella degli italiani (7,2%). Rispetto al 2020 si registra un incremento della povertà assoluta per gli stranieri sia nel Centro che nel Mezzogiorno (rispettivamente 27,5% e 40,3%), mentre al Nord si riduce l’incidenza di povertà assoluta individuale, trainata dal calo dell’incidenza osservata per gli italiani. Le famiglie in povertà assoluta sono nel 68,7% dei casi famiglie di soli italiani (quasi 1 milione e 350mila) e per il restante 31,3% famiglie con stranieri (oltre 614mila), pur rappresentando queste ultime solo il 9% del totale.
Per le famiglie con almeno uno straniero l’incidenza di povertà assoluta è pari al 26,3% (25,3% nel 2020); è al 30,6% per le famiglie composte esclusivamente da stranieri (in crescita rispetto al 26,7% del 2020) e al 5,7% per le famiglie di soli italiani (valore non significativamente diverso rispetto a quello del 2020). La criticità per le famiglie con stranieri è più marcata nei comuni periferia area metropolitana e nei comuni con più di 50.000 abitanti (28,6%, contro il 5,6% delle famiglie composte da soli italiani).
A livello territoriale, l’incidenza più elevata si registra nel Mezzogiorno, con quote di famiglie di soli stranieri in povertà oltre quattro volte superiori a quelle delle famiglie di soli italiani (rispettivamente 37,6% e 8,8%). Nel Nord, le famiglie di soli stranieri registrano valori dell’incidenza pari al 30,2% mentre nel Centro i valori sono più contenuti (25,9%). Rispetto al 2020, segnali di peggioramento si registrano per le famiglie di soli stranieri a livello nazionale (si arriva al 30,6% da 26,7%), mentre segnali di miglioramento si registrano per le famiglie miste in tutta Italia (l’incidenza scende dal 22,2% al 17,0% nel 2021) e per le famiglie di soli italiani del Nord (dal 5,4% al 4,3%).
Nelle famiglie con stranieri in cui la persona di riferimento è in cerca di occupazione, l’incidenza della povertà assoluta è in forte crescita e pari al 43,5% (dal 29,1% del 2020, per un totale di oltre 74 mila famiglie); se la persona di riferimento è occupata, la condizione di povertà riguarda invece una famiglia su quattro (24,7%).
Le famiglie con almeno uno straniero in cui sono presenti minori mostrano un’incidenza di povertà pari al 30,7% (325mila famiglie), ma il sottoinsieme delle famiglie di soli stranieri con minori presenta una crescita maggiore dei segnali di disagio (36,2% dal 28,6% del 2020), che è oltre quattro volte superiore a quello delle famiglie di soli italiani con minori (8,3%).
Nel Mezzogiorno e nel Nord l’incidenza supera il 30,0% nelle famiglie con stranieri dove sono presenti minori, (rispettivamente 37,1% e 30,5%, contro il12,9% e il 5,7% delle famiglie di soli italiani con minori). Si nota inoltre un andamento opposto per le famiglie miste con minori del Nord, che vedono ridurre il valore dell’incidenza al 22,8% dal 32%, mentre quelle con almeno uno straniero e minori del Centro registrano rispetto al 2020 un peggioramento dell’incidenza (al 26,8% dal 18,9% del 2020).
FIGURA 3. INCIDENZA DI POVERTÀ ASSOLUTA FAMILIARE PER CITTADINANZA DEI COMPONENTI E RIPARTIZIONE GEOGRAFICA. Anni 2020-2021, valori percentuali
Si conferma più diffusa la povertà assoluta tra le famiglie in affitto
L’incidenza di povertà assoluta varia anche a seconda del titolo di godimento dell’abitazione in cui si vive, e la situazione è più critica per le famiglie che vivono in affitto. Le oltre 889mila famiglie povere in affitto nel 2021 sono il 45,3% di tutte le famiglie povere, con un’incidenza di povertà assoluta del 18,5%, contro il 4,3% di quelle che vivono in abitazioni di proprietà.
Le famiglie in affitto residenti nel Mezzogiorno mostrano valori dell’incidenza di povertà assoluta pari al 22,4%, rispetto al 17,6% del Nord, con valori sostanzialmente stabili sul 2020, e al 15,4% del Centro (+3,1 punti percentuali). Le famiglie con persona di riferimento giovane (frequentemente con minori al loro interno) e quelle con stranieri, vivono più spesso in affitto, poiché scontano sia una minore capacità reddituale sia una minore probabilità di avere accumulato risparmi o aver avuto accesso a beni ereditari.
L’incidenza di povertà assoluta è più elevata per le famiglie con persona di riferimento fra i 45 e i 54 anni in affitto (pari al 23%). Guardando la cittadinanza, vive in affitto il 76,5% delle famiglie povere con stranieri; solo il 10,6% ha una casa di proprietà contro, rispettivamente, il 31,1% e il 54,9% delle famiglie in povertà di soli italiani. L’affitto medio per le famiglie in povertà assoluta è pari a circa 337 euro mensili, contro i 434 euro pagati dalle famiglie che non sono in condizione di povertà. Il 15,0% delle famiglie in povertà assoluta che vivono in casa di proprietà paga un mutuo (contro il 19,3% delle famiglie non povere). Pur trattandosi di un investimento, che, come tale, non rientra nella spesa per consumi, tuttavia, per le famiglie che la sostengono, rappresenta un’uscita gravosa.
Povertà assoluta ai massimi negli ultimi anni
Il livello raggiunto dalla povertà assoluta nel 2021 (7,5%) è tra i più elevati dall’anno in cui si è iniziato a misurare questo indicatore. Guardando all’ultimo quinquennio, nel 2017 l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta era del 6,9%, in forte crescita sull’anno precedente (6,3%) e nettamente superiore a quella media del quadriennio precedente (2013-2016) quando risultava stabile e pari al 6,1%.
L’aumento del numero di famiglie povere ha portato all’introduzione, tra il 2018 e il 2019, di varie misure di contrasto alla povertà: reddito di inclusione (2018) e reddito di cittadinanza (2019). L’impatto di tali misure si coglie almeno in parte nel calo delle famiglie in povertà assoluta osservato nel 2019, con un’incidenza pari al 6,4%, valore prossimo a quello del quadriennio 2013-2016. Nel 2020 gli effetti economici della pandemia da Covid-19 hanno favorito la crescita della povertà assoluta, determinando anche qualche cambiamento strutturale delle famiglie povere assolute.
In particolare, nel Nord si è avuto un forte aumento delle famiglie in povertà assoluta: il 6,7% nel 2021 a fronte del 5,8% del 2018. Nel Mezzogiorno, invece, l’incidenza della povertà familiare è rimasta stabile al 10%. La crescita della povertà assoluta ha riguardato maggiormente le famiglie nelle quali la persona di riferimento ha un’età compresa tra 45-54 anni; l’incidenza è cresciuta al 9,7% dall’8,3% del 2018; inoltre nel Nord l’incidenza della povertà per le famiglie residenti nella periferia area metropolitana è salita al 6,9% dal 5,4% del 2018.
FIGURA 4. INCIDENZA DI POVERTÀ ASSOLUTA TRA TUTTE LE FAMIGLIE, TRA QUELLE CON MINORI E TRA LE FAMIGLIE CON ALMENO UNO STRANIERO PER TITOLO DI GODIMENTO DELL’ABITAZIONE. Anno 2021, valori percentuali
Crescita generalizzata dell’incidenza di povertà relativa specie nel Mezzogiorno
Gli andamenti degli indicatori di povertà relativa sono il frutto della dinamica della spesa per consumi delle famiglie appartenenti alle diverse classi di spesa familiare. Nel 2021, l’incremento relativamente contenuto della spesa delle famiglie meno abbienti e la crescita più consistente per le famiglie con alti livelli di consumo (che, al contrario, nel 2020, avevano registrato riduzioni più marcate) favoriscono un aumento generalizzato dell’incidenza di povertà relativa, ampliando la distanza tra le famiglie che spendono di più e quelle che spendono di meno.
Le famiglie in condizioni di povertà relativa sono circa 2,9 milioni (l’11,1%, contro il 10,1% del 2020) per un totale di quasi 8,8 milioni di individui (14,8%, contro il 13,5%). Rispetto al 2020, l’incidenza di povertà relativa familiare aumenta soprattutto nel Mezzogiorno dove passa al 20,8% dal 18,3% del 2020. Anche a livello individuale si registra una crescita significativa dell’incidenza di povertà relativa sia in media nazionale (che torna ai livelli del 2019 quando era 14,7%) sia, in particolare, nel Mezzogiorno (dal 22,6% del 2020 al 25,3% del 2021) e nel Centro (dall’8,9% del 2020 al 10,0% del 2021).
L’intensità della povertà relativa si attesta nel 2021 al 21,7%, in linea con il valore del 2020 (21,4%), raggiungendo il valore più elevato nel Sud (23,2%) e il più contenuto nel Nord-est (18,6%).
La variazione dell’incidenza della povertà relativa (1 punto percentuale in più rispetto al 2020) è di segno opposto rispetto a quella osservata lo scorso anno (-1,3 punti percentuali rispetto al 2019) e colloca i valori 2021 in continuità, almeno in parte, con i valori del 2019 dopo che, nell’anno della pandemia, con l’abbassamento della linea di povertà relativa, alcune delle famiglie che in precedenza si trovavano in povertà relativa erano uscite da questa condizione (su questo aspetto si veda la Nota Metodologica della Statistica report “La povertà in Italia” del 16 giugno 2021).
La soglia unica calcolata per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media per persona nel Paese (ottenuta dividendo la spesa totale per consumi delle famiglie per il numero totale dei componenti) e, nel 2021, è pari a 1.048,81 euro, valore nettamente superiore al 2020 (1.001,86 euro), ma ancora inferiore all’anno precedente lo scoppio della pandemia (1.094,95 euro nel 2019).
A livello territoriale, nel Nord l’incidenza di povertà relativa si attesta al 6,5%, con valori simili nel Nord-ovest rispetto al Nord-est (rispettivamente, 6,4% e 6,6%), al Centro è del 6,9% mentre nel Mezzogiorno, dove il peggioramento è più deciso, è pari al 20,8% dal 18,3% (più vicina al valore del 2019, 21,1%).
Su scala regionale, Puglia (27,5%), Campania (22,8%) e Calabria (20,3%) sono le regioni che registrano valori più elevati dell’incidenza, mentre Trentino-Alto Adige (4,5%), Friuli-Venezia Giulia (5,7%) e Lombardia (5,9%) presentano i valori più bassi, in tutti i casi, non significativamente diversi dallo scorso anno, ad eccezione della Puglia, quando era pari al 18,1%.
Nel 2021, l’incidenza di povertà relativa cresce per le famiglie residenti nei comuni fino a 50mila abitanti (12% dal 10,8% del 2020), in particolare nel Mezzogiorno (21,2% da 18,3%), dove è in aumento anche nei comuni centro delle aree metropolitane (22,6% da 18,1%).
FIGURA 5. INCIDENZA DI POVERTÀ RELATIVA FAMILIARE PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA.
Anni 2017-2021, valori percentuali
In crescita la povertà relativa per le persone sole anziane
Nel 2021, l’incidenza di povertà relativa cresce per le famiglie monocomponente (dal 4,5% nel 2020 al 5,7% nel 2021), soprattutto nel Mezzogiorno (dal 9,1% al 12,2%); sono per lo più persone sole over 65 anni per le quali l’incidenza cresce dal 4,4% al 6,6% a livello nazionale, con un incremento più significativo nel Mezzogiorno, dal 7,9% al 13,7%. Tale andamento riguarda anche le coppie con persona di riferimento con più di 65 anni (dal 6,8% all’8,4%), per le quali nel Mezzogiorno l’incidenza arriva al 18,1% (13,2% nel 2020). Anche le famiglie di altra tipologia, che sovente vedono la presenza di più nuclei al loro interno, registrano un incremento di ben 4,1 punti percentuali (dal 21,3% al 25,4%) dovuto in larga parte all’incremento registrato nel Mezzogiorno (40,3% dal 31,6%).
Ancora in sofferenza le famiglie con tre o più figli minori che mostrano un’incidenza di povertà relativa quasi tre volte superiore a quella media nazionale (31,9% contro 11,1%) più elevata anche di quella registrata per le coppie con tre o più figli, non necessariamente minori (28,4%). Decisamente più contenuto, seppur in crescita rispetto al 2020, (sia in media nazionale sia nel Mezzogiorno) il valore dell’incidenza per le famiglie in cui è presente almeno un anziano, che passa dall’8,0% al 9,7% in Italia e dal 14,4% al 19,4% nella ripartizione meridionale.
La dinamica dell’incidenza di povertà relativa per le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione mostra valori in crescita (30,1% da 24,4%) e in linea con i livelli del 2019 (30,7%); analogamente, peggiora tra le famiglie in cui la persona di riferimento è ritirata dal lavoro (incidenza che cresce dal 6,7% del 2020 all’8,0% del 2021). Tali andamenti sono più marcati nel Mezzogiorno dove l’incidenza per le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione arriva al 40,1%.
In base alla cittadinanza dei componenti della famiglia, l’incidenza di povertà relativa è in aumento e pari al 9,2% per le famiglie di soli italiani (dall’8,6%), ma è tre volte più grande e cresce molto per le famiglie con almeno uno straniero (30,4% da 26,5%; 32,2% per quelle di soli stranieri che mostravano un valore di 25,7% nel 2020). I valori più bassi si registrano per le famiglie di soli italiani nel Nord (4,0%), i più alti per quelle con stranieri nel Mezzogiorno (45,8%, se di soli stranieri 47,6%).
Famiglie “sicuramente povere” soprattutto nel Mezzogiorno
La classificazione delle famiglie in povere e non povere, ottenuta attraverso la linea convenzionale di povertà relativa, può essere articolata ulteriormente con l’utilizzo di soglie aggiuntive, corrispondenti all’80%, al 90%, al 110% e al 120% di quella standard. Nel 2021, le famiglie “sicuramente” povere (con livelli di spesa mensile equivalente sotto la linea standard di oltre il 20%) sono pari al 5,2%, (4,5% nel 2020), con valori più elevati nel Mezzogiorno (10,0%). Quelle “appena” povere (spesa inferiore alla linea di non oltre 20%) sono il 6,0% e raggiungono il 10,8% nel Mezzogiorno; tra le “appena” povere, il 3,3% presenta livelli di spesa per consumi molto prossimi alla linea di povertà (inferiori di non oltre il 10%); sono il 5,8% nel Mezzogiorno. Le famiglie quasi povere raggiungono il 7,6%.
FIGURA 6. FAMIGLIE POVERE E NON POVERE IN BASE A DIVERSE LINEE DI POVERTÀ.
Anno 2021, valori percentuali
Non povere (88,9) | Sicuramente non povere (81,3) | Linea al 120% (+20%) di quella standard | ||
Quasi povere (7,6) | 3,9 | Linea al 110% (+10%) di quella standard | ||
3,7 | Linea standard | |||
Povere (11,1) | Appena povere (6,0) | 3,3 | Linea al 90% (-10%) di quella standard | |
2,7 | Linea all’80% (-20%) di quella standard | |||
Sicuramente povere (5,2) |
Glossario
Altro indipendente: indica il lavoratore in proprio, il socio di cooperativa, il coadiuvante nell’azienda di un familiare, il collaboratore coordinato e continuativo (con o senza progetto), il prestatore d’opera occasionale.
Incidenza della povertà: si ottiene dal rapporto tra il numero di famiglie con spesa media mensile per consumi pari o al di sotto della soglia di povertà e il totale delle famiglie residenti, Relativamente alle persone, si ottiene come rapporto tra il numero di persone in famiglie povere e il totale delle persone residenti.
Intensità della povertà: misura di quanto in percentuale la spesa media delle famiglie definite povere è al di sotto della soglia di povertà.
Intervallo di confidenza ed errore di campionamento assoluto e relativo: Conoscendo la stima Y* di un parametro Y della popolazione e la stima dell’errore di campionamento assoluto ad essa associato, è possibile costruire un intervallo di confidenza che, con livello di fiducia α, comprende al suo interno il valore del parametro Y oggetto di stima. L’ampiezza di tale intervallo è funzione dell’errore di campionamento assoluto di un valore k che dipende dalla forma della distribuzione campionaria dello stimatore e del valore scelto per il livello di confidenza α. Per grandi campioni si fa comunemente riferimento alla distribuzione normale e si ha ad esempio, per α = 0,05, che k = 1,96. L’ampiezza dell’intervallo di confidenza, e dunque il grado di incertezza sul parametro Y nella popolazione, è pari a 2k volte l’errore di campionamento assoluto. La stima dell’errore di campionamento assoluto è una statistica per valutare l’errore campionario ed è pari allo scarto quadratico medio dello stimatore Y* del parametro. Il coefficiente di variazione dello stimatore è invece l’errore di campionamento relativo, generalmente espresso in percentuale (per i dettagli metodologici dell’indagine si veda la Statistica report La spesa per consumi delle famiglie del 9 giugno 2022).
Operaio e assimilato: include il capo operaio, l’operaio subalterno, l’assimilato, l’apprendista, il lavorante a domicilio per conto di imprese.
Paniere di povertà assoluta: rappresenta l’insieme dei beni e servizi che, nel contesto italiano e per una famiglia con determinate caratteristiche, vengono considerati essenziali per una determinata famiglia per conseguire uno standard di vita minimamente accettabile.
Persona di riferimento della famiglia: è l’intestatario della scheda di famiglia in anagrafe.
Povertà assoluta: sono classificate come assolutamente povere le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore al valore della soglia di povertà assoluta (che si differenzia per dimensione e composizione per età della famiglia, per ripartizione geografica e per tipo di comune di residenza).
Povertà relativa: sono considerate povere relative le famiglie che hanno una spesa per consumi al di sotto di una soglia di povertà relativa convenzionale (linea di povertà). Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa mensile pari o inferiore a tale valore sono classificate come povere. Per famiglie di ampiezza diversa il valore della linea si ottiene applicando un’opportuna scala di equivalenza, che tiene conto delle economie di scala realizzabili all’aumentare del numero di componenti.
Scala di equivalenza: è un insieme dei coefficienti di correzione utilizzati per determinare la soglia di povertà se le famiglie hanno un numero di componenti diverso da due. Ad esempio, la soglia di povertà per una famiglia di quattro persone è pari a 1,63 volte quella per due componenti (1.709,56 euro), la soglia per una famiglia composta da una sola persona è 0,6 volte quella per due componenti (629,29 euro), mentre la soglia per una famiglia di sei persone è di 2,16 volte (2.265,043 euro).
Ampiezza della famiglia | Scala di equivalenza (coefficienti) | Linea di povertà |
1 | 0,60 | 629,29 |
2 | 1,00 | 1.048,81 |
3 | 1,33 | 1.394,92 |
4 | 1,63 | 1.709,56 |
5 | 1,90 | 1.992,74 |
6 | 2,16 | 2.265,43 |
7 e più | 2,40 | 2.517,14 |
Soglia di povertà assoluta: rappresenta la spesa minima necessaria per acquisire i beni e servizi inseriti nel paniere di povertà assoluta. Varia, per costruzione, in base alla dimensione della famiglia, alla sua composizione per età, alla ripartizione geografica e alla dimensione del comune di residenza.
Soglia di povertà relativa: per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media per persona nel Paese (ovvero alla spesa pro-capite e si ottiene dividendo la spesa totale per consumi delle famiglie per il numero totale dei componenti).
Spesa equivalente: è calcolata dividendo il valore familiare della spesa per il coefficiente della scala di equivalenza; permette di rendere direttamente confrontabili i livelli di spesa di famiglie di ampiezza diversa.
Spesa familiare: è calcolata al netto delle spese per manutenzione straordinaria delle abitazioni, dei premi pagati per assicurazioni vita e rendite vitalizie, rate di mutui e restituzione di prestiti.
Nota metodologica
Obiettivi conoscitivi e quadro di riferimento
Le stime di povertà diffuse in questo Report si basano sui dati dell’Indagine sulle spese per consumi delle famiglie che rileva la struttura e il livello della spesa per consumi secondo le principali caratteristiche sociali, economiche e territoriali delle famiglie residenti (Cfr. Statistica report “La spesa per consumi delle famiglie” del 9 giugno 2022).
Riferimenti normativi dell’indagine
La rilevazione di informazioni riguardanti le spese per consumi delle famiglie è prevista dal Programma statistico nazionale, che raccoglie l’insieme delle rilevazioni statistiche necessarie al Paese.
Popolazione di riferimento
La popolazione di interesse è costituita dalle famiglie residenti in Italia e dagli individui che le compongono, (sono escluse le persone che risiedono in istituti di convivenza). La famiglia è intesa come famiglia di fatto, ossia l’insieme di persone coabitanti e legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o affettivi. L’indagine è condotta su un campione di oltre 28mila famiglie. La popolazione utilizzata per l’indagine 2021 è quella stimata precedentemente al rilascio dei dati di censimento 2018 e 2019 e della ricostruzione intercensuaria.
Processi e metodologie
La metodologia di stima della povertà assoluta, messa a punto nel 2005 da una Commissione di studio formata da esperti del settore (Cfr. Volume Istat Metodi e Norme, “La misura della povertà assoluta” del 22 aprile 2009), è una misura basata sulla valutazione monetaria di un paniere di beni e servizi considerati essenziali per evitare gravi forme di esclusione sociale. A partire dall’ipotesi che i bisogni primari e i beni e servizi che li soddisfano sono omogenei su tutto il territorio nazionale, si è tenuto conto del fatto che i costi sono variabili nelle diverse zone del Paese.
L’unità di riferimento del paniere è la famiglia, considerata rispetto alle caratteristiche dei singoli componenti, dei loro specifici bisogni (ad esempio, per le esigenze di tipo nutrizionale) e delle eventuali economie di scala o forme di risparmio che possono essere realizzate al variare della composizione familiare. I fabbisogni essenziali sono stati individuati in un’alimentazione adeguata, nella disponibilità di un’abitazione – di ampiezza consona alla dimensione del nucleo familiare, riscaldata, dotata dei principali servizi, beni durevoli e accessori – e nel minimo necessario per vestirsi, comunicare, informarsi, muoversi sul territorio, istruirsi e mantenersi in buona salute.
Di conseguenza, il paniere si compone di tre macro componenti – alimentare, abitazione, residuale – la cui valutazione monetaria non è stata effettuata al prezzo minimo assoluto, ma al prezzo minimo accessibile per tutte le famiglie (tenendo conto delle caratteristiche dell’offerta nelle diverse realtà territoriali). Il valore monetario del paniere complessivo è stato ottenuto per somma diretta di quelli delle diverse componenti e corrisponde alla soglia di povertà assoluta. Non si tratta quindi di un’unica soglia, ma di tante soglie di povertà assoluta quante sono le combinazioni tra tipologia familiare (ottenuta come combinazione tra numero ed età dei componenti), ripartizione geografica e tipo di comune di residenza (distinguendo tra comuni centro area metropolitana, periferia area metropolitana e comuni con 50.001 abitanti e più e altri comuni fino a 50mila abitanti diversi dai comuni periferia area metropolitana).
Le soglie per gli anni successivi al 2005 vengono stimate applicando al valore monetario delle singole voci di spesa la variazione degli specifici indici dei prezzi al consumo; poiché la dinamica di tali indici può essere diversa sul territorio, la rivalutazione di tutte le voci viene effettuata distintamente per ripartizione geografica (il valore soglia può essere calcolato per qualsiasi famiglia all’indirizzo: https://www.istat.it/it/dati-analisi-e-prodotti/contenuti-interattivi/soglia-di-poverta).
Se la povertà assoluta classifica le famiglie in base alla capacità di acquisire determinati beni e servizi, la misura di povertà relativa, definita rispetto allo standard medio della popolazione, è legata alla disuguaglianza nella distribuzione della spesa per consumi e individua le famiglie povere tra quelle che presentano una condizione di svantaggio rispetto alle altre. Viene infatti definita povera una famiglia di due componenti con una spesa per consumi inferiore o pari alla spesa media per consumi pro-capite.
Per famiglie di diversa ampiezza viene utilizzata una scala di equivalenza, che tiene conto dei differenti bisogni e delle economie/diseconomie di scala che è possibile realizzare in famiglie di maggiore o minore ampiezza. La scala di equivalenza utilizzata nella stima della povertà relativa, nota come scala di equivalenza Carbonaro, si basa su una funzione doppio logaritmica tra spesa per consumi e ampiezza della famiglia.
I valori della scala di equivalenza (Cfr. Glossario) rappresentano i coefficienti con cui la spesa di una famiglia di una determinata ampiezza viene divisa al fine di essere resa equivalente a quella di una famiglia di due componenti (a tale ampiezza corrisponde il coefficiente pari ad 1).
Per entrambe le misure di povertà (assoluta e relativa), si assume che le risorse familiari vengano equamente condivise tra tutti i componenti; di conseguenza, gli individui appartenenti a una famiglia povera sono tutti ugualmente poveri.
Per sintetizzare l’informazione sui vari aspetti della povertà, vengono calcolati due indici: il primo è la proporzione dei poveri (incidenza), cioè il rapporto tra il numero di famiglie (individui) in condizione di povertà e il numero di famiglie (individui) residenti, Il secondo è il divario medio di povertà (intensità), che misura «quanto poveri sono i poveri», cioè di quanto, in termini percentuali, la spesa media mensile delle famiglie povere è inferiore alla linea di povertà.
Accanto all’intensità, e al fine di distinguere le diverse condizioni di disagio, alla soglia di povertà relativa standard vengono affiancate quattro soglie aggiuntive, pari rispettivamente all’80%, al 90%, al 110% e al 120% del valore standard. Queste soglie consentono di individuare da un lato la quota di famiglie che, sebbene non siano relativamente povere, sono maggiormente esposte al rischio di diventarlo, dall’altro la quota, tra le famiglie povere, di quelle con livelli di spesa per consumi molto al di sotto della linea di povertà.
Le soglie di povertà assoluta
Le soglie di povertà assoluta rappresentano i valori rispetto ai quali si confronta la spesa per consumi di una famiglia al fine di classificarla assolutamente povera o non povera. Ad esempio, per un adulto (di 18-59 anni) che vive solo, la soglia di povertà è pari a 852,83 euro mensili se risiede in comune centro area metropolitana del Nord, a 766,70 euro se vive in un piccolo comune settentrionale, a 576,63 euro se risiede in un piccolo comune del Mezzogiorno.
Nel Prospetto a pagina seguente (riportato anche nell’Allegato come Prospetto 8) sono riportati i valori delle soglie di povertà assoluta per il 2021, relativi alle tipologie familiari più diffuse in Italia, I valori delle soglie per le diverse tipologie familiari possono essere calcolati nell’area web dedicata, sul sito istituzionale dell’Istat.
PROSPETTO. SOGLIE MENSILI DI POVERTÀ ASSOLUTA PER ALCUNE TIPOLOGIE FAMILIARI, RIPARTIZIONE GEOGRAFICA E TIPO DI COMUNE. Anno 2021, valori in euro1
Nord | Centro | Mezzogiorno | |||||||
Centro area metropolitana | Periferia area metropolitana e comuni con 50,001 abitanti e più | Altri comuni fino a 50,000 abitanti (diversi dai comuni periferia area metropolitana) | Centro area metropolitana | Periferia area metropolitana e comuni con 50,001 abitanti e più | Altri comuni fino a 50,000 abitanti (diversi dai comuni periferia area metropolitana) | Centro area metropolitana | Periferia area metropolitana e comuni con 50,001 abitanti e più | Altri comuni fino a 50,000 abitanti (diversi dai comuni periferia area metropolitana) | |
TIPOLOGIA FAMILIARE | |||||||||
1 componente 18-59 | 852,83 | 812,86 | 766,70 | 811,08 | 770,33 | 723,27 | 634,14 | 613,15 | 576,63 |
1 comp. 60-74 | 820,78 | 780,81 | 734,65 | 783,91 | 743,16 | 696,10 | 607,03 | 586,04 | 549,52 |
1 comp. 75+ | 778,03 | 738,06 | 691,90 | 745,53 | 704,78 | 657,72 | 568,63 | 547,64 | 511,12 |
2 comp. 18-59 | 1.180,14 | 1.131,91 | 1.077,21 | 1.111,05 | 1.061,88 | 1.006,12 | 909,41 | 884,88 | 842,67 |
2 comp. 60-74 | 1.116,99 | 1.068,76 | 1.014,06 | 1.057,17 | 1.008,00 | 952,24 | 855,66 | 831,13 | 788,92 |
2 comp. 75+ | 1.041,49 | 993,26 | 938,56 | 989,32 | 940,15 | 884,39 | 787,73 | 763,20 | 720,99 |
1 comp. 60-74 1 comp. 75+ | 1.078,96 | 1.030,73 | 976,03 | 1.023,00 | 973,83 | 918,07 | 821,44 | 796,91 | 754,70 |
1 comp. 18-59 1 comp. 75+ | 1.108,94 | 1.060,71 | 1.006,01 | 1.048,52 | 999,35 | 943,59 | 846,89 | 822,36 | 780,15 |
1 comp. 18-59 1 comp. 60-74 | 1.147,90 | 1.099,67 | 1.044,97 | 1.083,52 | 1.034,35 | 978,59 | 881,94 | 857,41 | 815,20 |
1 comp. 11-17 1 comp. 18-59 | 1.195,31 | 1.147,08 | 1.092,38 | 1.124,54 | 1.075,37 | 1.019,61 | 923,34 | 898,81 | 856,60 |
1 comp. 4-10 1 comp. 18-59 | 1.136,09 | 1.087,86 | 1.033,16 | 1.073,23 | 1.024,06 | 968,30 | 871,91 | 847,38 | 805,17 |
1 comp. 18-59 2 comp. 75+ | 1.333,18 | 1.277,52 | 1.215,29 | 1.256,51 | 1.199,77 | 1.136,32 | 1.033,08 | 1.005,50 | 958,47 |
1 comp. 18-59 1 comp. 60-74 1 comp. 75+ | 1.369,62 | 1.313,96 | 1.251,73 | 1.289,27 | 1.232,53 | 1.169,08 | 1.065,90 | 1.038,32 | 991,29 |
1 comp. 18-59 2 comp. 60-74 | 1.406,63 | 1.350,97 | 1.288,74 | 1.322,54 | 1.265,80 | 1.202,35 | 1.099,24 | 1.071,66 | 1.024,63 |
2 comp. 18-59 1 comp. 75+ | 1.401,46 | 1.345,80 | 1.283,57 | 1.316,56 | 1.259,82 | 1.196,37 | 1.093,12 | 1.065,54 | 1.018,51 |
2 comp. 18-59 1 comp. 60-74 | 1.439,42 | 1.383,76 | 1.321,53 | 1.350,70 | 1.293,96 | 1.230,51 | 1.127,33 | 1.099,75 | 1.052,72 |
3 comp. 18-59 | 1.473,68 | 1.418,02 | 1.355,79 | 1.380,12 | 1.323,38 | 1.259,93 | 1.156,71 | 1.129,13 | 1.082,10 |
1 comp. 11-17 2 comp. 18-59 | 1.487,50 | 1.431,84 | 1.369,61 | 1.392,39 | 1.335,65 | 1.272,20 | 1.169,36 | 1.141,78 | 1.094,75 |
1 comp. 4-10 2 comp. 18-59 | 1.434,87 | 1.379,21 | 1.316,98 | 1.346,83 | 1.290,09 | 1.226,64 | 1.123,67 | 1.096,09 | 1.049,06 |
1 comp. 0-3 2 comp. 18-59 | 1.330,74 | 1.275,08 | 1.212,85 | 1.252,17 | 1.195,43 | 1.131,98 | 1.028,28 | 1.000,70 | 953,67 |
2 comp. 18-59 2 comp. 60-74 | 1.703,05 | 1.634,24 | 1.558,93 | 1.597,19 | 1.527,04 | 1.450,26 | 1.335,93 | 1.303,23 | 1.248,30 |
3 comp. 18-59 1 comp. 60-74 | 1.738,36 | 1.669,55 | 1.594,24 | 1.627,65 | 1.557,50 | 1.480,72 | 1.366,35 | 1.333,65 | 1.278,72 |
4 comp. 18-59 | 1.775,27 | 1.706,46 | 1.631,15 | 1.659,51 | 1.589,36 | 1.512,58 | 1.398,18 | 1.365,48 | 1.310,55 |
1 comp. 11-17 3 comp. 18-59 | 1.788,26 | 1.719,45 | 1.644,14 | 1.671,04 | 1.600,89 | 1.524,11 | 1.410,06 | 1.377,36 | 1.322,43 |
2 comp. 11-17 2 comp. 18-59 | 1.801,29 | 1.732,48 | 1.657,17 | 1.682,59 | 1.612,44 | 1.535,66 | 1.421,95 | 1.389,25 | 1.334,32 |
1 comp. 4-10 1 comp. 11-17 2 comp. 18-59 | 1.753,21 | 1.684,40 | 1.609,09 | 1.640,99 | 1.570,84 | 1.494,06 | 1.380,26 | 1.347,56 | 1.292,63 |
2 comp. 4-10 2 comp. 18-59 | 1.704,68 | 1.635,87 | 1.560,56 | 1.599,01 | 1.528,86 | 1.452,08 | 1.338,18 | 1.305,48 | 1.250,55 |
1 comp. 0-3 1 comp. 4-10 2 comp. 18-59 | 1.602,88 | 1.534,07 | 1.458,76 | 1.506,45 | 1.436,30 | 1.359,52 | 1.244,83 | 1.212,13 | 1.157,20 |
1 comp. 4-10 3 comp. 18-59 | 1.740,14 | 1.671,33 | 1.596,02 | 1.629,40 | 1.559,25 | 1.482,47 | 1.368,32 | 1.335,62 | 1.280,69 |
2 comp. 0-3 2 comp. 18-59 | 1.503,53 | 1.434,72 | 1.359,41 | 1.416,09 | 1.345,94 | 1.269,16 | 1.153,74 | 1.121,04 | 1.066,11 |
3 comp. 18-59 1 comp. 75+ | 1.700,39 | 1.631,58 | 1.556,27 | 1.593,51 | 1.523,36 | 1.446,58 | 1.332,10 | 1.299,40 | 1.244,47 |
1 comp. 0-3 1 comp. 11-17 2 comp. 18-59 | 1.651,31 | 1.582,50 | 1.507,19 | 1.548,35 | 1.478,20 | 1.401,42 | 1.286,86 | 1.254,16 | 1.199,23 |
5 comp. 18-59 | 2.047,91 | 1.968,67 | 1.883,19 | 1.910,71 | 1.829,92 | 1.742,78 | 1.619,89 | 1.583,36 | 1.522,64 |
1 comp. 11-17 4 comp. 18-59 | 2.060,39 | 1.981,15 | 1.895,67 | 1.921,76 | 1.840,97 | 1.753,83 | 1.631,26 | 1.594,73 | 1.534,01 |
1 comp. 4-10 2 comp. 11-17 2 comp. 18-59 | 2.040,77 | 1.961,53 | 1.876,05 | 1.905,35 | 1.824,56 | 1.737,42 | 1.615,42 | 1.578,89 | 1.518,17 |
2 comp. 11-17 3 comp. 18-59 | 2.072,87 | 1.993,63 | 1.908,15 | 1.932,82 | 1.852,03 | 1.764,89 | 1.642,65 | 1.606,12 | 1.545,40 |
1 comp. 4-10 1 comp. 11-17 3 comp. 18-59 | 2.028,23 | 1.948,99 | 1.863,51 | 1.894,22 | 1.813,43 | 1.726,29 | 1.603,98 | 1.567,45 | 1.506,73 |
2 comp. 4-10 1 comp. 11-17 2 comp. 18-59 | 1.995,78 | 1.916,54 | 1.831,06 | 1.866,46 | 1.785,67 | 1.698,53 | 1.576,44 | 1.539,91 | 1.479,19 |
1 I valori delle soglie qui pubblicate potrebbero differire da quelle che è possibile calcolare nell’area web a causa di arrotondamenti,
Diffusione
Nel mese di giugno di ogni anno la Statistica report “La povertà in Italia” diffonde le stime riferite all’anno precedente.
I principali risultati della rilevazione sono disponibili anche sul data warehouse I.Stat dell’Istituto all’indirizzo http://dati.istat.it (tema: “Condizioni economiche delle famiglie e disuguaglianze”).
Ogni anno, i dati raccolti sono analizzati e diffusi nelle pubblicazioni Istat aventi carattere trasversale (come il Rapporto annuale, l’Annuario statistico italiano, Noi Italia, Italia in cifre) e, occasionalmente, nelle collane di approfondimento o analisi dell’Istat, consultabili nell’area del sito dedicata alla produzione editoriale (http://www.istat.it/it/prodotti/produzione-editoriale).
Infine, i dati elementari rilevati nel corso dell’indagine sono disponibili sia come file ad uso pubblico mIcro.STAT, che si possono scaricare direttamente dal sito Istat, sia come file per la ricerca MFR, che vengono di regola rilasciati a studiosi di università o enti di ricerca a fronte della presentazione di un progetto.