E’ il caso molto noto del fallimento di Blockbuster, delle difficoltà delle case discografiche tradizionali, che contro Netflix, Spotify ed altri non hanno più avuto partita.
L’insegnamento di questi casi deve essere preso in considerazione da tutti gli imprenditori: ogni azienda deve avere contenuti digitali, deve essere software-based, altrimenti rischia l’estinzione, prima o poi, non riuscendo a competere con chi invece ha pensato ad un modello di business differente.
Il software oggi è divenuto pervasivo in moltissime attività quotidiane, che diamo persino per scontate: dai sistemi domotici che governano gli elettrodomestici e gli infissi delle nostre case, agli smartwatch con cui misuriamo le nostre performance sportive e i parametri vitali, fino alla sensoristica e alla interconnessione di fabbrica del contesto Industria 4.0.
Non è quindi più pensabile ragionare una qualsiasi nuova attività senza che questa abbia innata una componente digitale nel proprio modello di business e che non sia guidata dal codice software. Allo stesso modo le aziende che vivono ancora nelle nicchie della old-economy non possono non prendere in considerazione il fatto che il software dovrà prima o poi entrare prepotentemente nel proprio modello di business per continuare a conservare la propria leadership o nei casi di minor fortuna a rimanere in vita.
Ecco che la frase:”il software si sta mangiando il mondo” vuole quindi indicare, nelle intenzioni di chi l’ha scritta, come il software stia divorando il valore aggiunto alle aziende che non hanno innovato e che non lo faranno nel breve periodo, a vantaggio di chi già lo ha fatto.
In questo modo il codice software non solo ha cambiato e continuerà a cambiare l’economia, ma influirà, come già fa da qualche anno a questa parte, sulla vita quotidiana di ogni essere umano, e quindi parteciperà in modo attivo al mutamento della società e alla sua evoluzione.
Questo tema non va visto in chiave apocalittica, i cambiamenti ci sono sempre stati nella società umana, e di solito le tecnologie ne sono state vettore e strumenti di facilitazione del cambiamento: pensiamo banalmente solo alle precedenti 3 rivoluzioni industriali, prima della quarta, che stiamo vivendo (tra l’altro forse la prima di cui siamo totalmente consapevoli e che persino abbiamo così chiamato prima ancora che arrivasse).
Il software è del tutto incorporato già oggi in tantissimi contesti della vita quotidiana e del lavoro, ha modificato radicalmente il modo di comunicare e ha consentito di interconnettere il mondo, rendendo più veloci le transazioni, contribuendo ad aumentare la produttività, esattamente come aveva fatto la macchina a vapore o l’elettricità nelle precedenti rivoluzioni industriali.
Il progresso tecnologico, oggi come ieri, ha modificato e sta modificando la nostra economia e di pari passo anche la nostra cultura, la società, i rapporti interpersonali, non ci resta che prenderne atto e cercare di impegnarci a riconoscere come la centralità del software nel nostro mondo proseguirà il suo cammino e collaborerà a costruire il mondo futuro, divorandosi e lasciandosi alle spalle quello appena passato.