Risultano confermati i benefici già promessi nella precedente Legge di Bilancio per il 2022, che risultano prorogati per un ulteriore triennio, ma con condizioni di minor vantaggio rispetto all’attuale Piano di Transizione 4.0.
Ecco i dettagli per quanto riguarda il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali materiali 4.0, inclusi nell’allegato A annesso alla L.232/2016, le agevolazioni alle imprese sono:
- investimenti effettuati dal 16.11.2020 al 31.12.2021 ovvero entro il 30.06.2022 su prenotazione al 31.12.2021, credito d’imposta del 50% entro 2,5 milioni di euro, del 30% oltre 2,5 ed entro 10 milioni di euro, del 10% oltre 10 ed entro 20 milioni di euro;
- investimenti effettuati dal 01.01.2022 al 31.12.2022 ovvero entro il 30.06.2023 su prenotazione al 31.12.2022, credito d’imposta del 40% entro 2,5 milioni di euro, del 20% oltre 2,5 ed entro 10 milioni di euro, del 10% oltre 10 ed entro 20 milioni di euro;
- investimenti effettuati dal 01.01.2023 al 31.12.2025 ovvero entro il 30.06.2026 su prenotazione al 31.12.2025, credito d’imposta del 20% entro 2,5 milioni di euro, del 10% oltre 2,5 ed entro 10 milioni di euro, del 5% oltre 10 ed entro 20 milioni di euro.
Per il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali immateriali 4.0, inclusi nell’allegato B annesso alla L. 232/2016 (si tratta in sostanza dei software necessari alla interconnessione di fabbrica dei beni inclusi nell’Allegato A precedentemente richiamato), le agevolazioni alle imprese sono:
- investimenti effettuati dal 16.11.2020 al 31.12.2023 ovvero entro il 30.06.2024 su prenotazione al 31.12.2023, credito d’imposta del 20% entro 1 milione di euro;
- investimenti effettuati dal 01.01.2024 al 31.12.2024 ovvero entro il 30.06.2025 su prenotazione al 31.12.2024, credito d’imposta del 15% entro 1 milione di euro;
- investimenti effettuati dal 01.01.2025 al 31.12.2025 ovvero entro il 30.06.2026 su prenotazione al 31.12.2025, credito d’imposta del 10% entro 1 milione di euro.
Un contributo che continua quindi a sostenere il rinnovamento del parco macchine di produzione e impianti a loro servizio per la manifattura italiana, con un beneficio decrescente, ma che comunque si promette di stimolare ancora il circolo virtuoso creato dal 2016 ad oggi con maggiori investimenti da parte delle imprese si è avviato e strutturato nel corso degli anni.
Era sicuramente necessario dare anche un più ampio respiro, in luogo dei rinnovi annuali praticati sino ad oggi, per consentire una pianificazione degli investimenti e un accesso agli incentivi a tutte le imprese, specie le PMI, che in certi ambiti, ad esempio il metalmeccanico, spina dorsale del nostro sistema produttivo, costituiscono oltre il 90% della rappresentatività del settore in termini di forza lavoro impegnata e fatturato generato.
Sono proprio le PMI che però faticano maggiormente nell’attivare investimenti in questo ambito, anche per mancanza di cultura digitale, un tema sicuramente da dover gestire, anche attraverso strumenti formativi adeguati.
Il tema della formazione sembra invece essere uscito di scena dal disegno della Legge di Bilancio 2022: una misura valida fino a tutto il 2022, il credito di imposta per attività di formazione 4.0, non sarà a quanto pare, per ora, più prorogata per gli anni successivi.
Un nodo da sciogliere sicuramente visto che l’innovazione non si fa solo acquisendo macchinari più intelligenti ed innovativi, ma soprattutto con la valorizzazione del capitale umano aziendale.
Restiamo in attesa di ulteriori nuovi sviluppi, anche in relazione alle risorse del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) stimate in oltre 13 miliardi di euro, che saranno da destinare agli incentivi per il piano Transizione 4.0 nei prossimi anni.